mercoledì 30 settembre 2009

RIASSUNTO DEL "MARKETING TALK SHOW"

Ieri sera ho partecipato al Marketing Talk Show organizzato dal "Club del Marketing e della Comunicazione ".  L'evento è stata un'occasione interessante di confronto sull'utilizzo, da parte della mark-com community, dei nuovi media digitali e sul loro rapporto con i media classici.
Cerco di riassumere quanto emerso sintetizzandolo per punti:


- è necessario non porre in antagonismo i "new media" ed i media tradizionali in quanto nonostante Internet offra grandi e nuove opportunità di dialogo con i consumatori, la Televisione e gli altri mass media hanno ancora un certo peso ed efficacia, specialmente su alcuni segmenti della popolazione;


- ancora una volta è fondamentale adottare strategie di comunicazioni "cross mediali" che sfruttino in modo sinergico e programmato le potenzialità dei vari media a disposizione cercando di ripartire il budget in modo maggiormente eterogeneo tra old e new media


- quando i social network diventeranno social media finiranno di esistere e le aziende avranno sputtanato (scusate il francesismo) una grande opportunità di ascolto e dialogo con i consumatori.  Se il marketing e la comunicazione non si fossero posti con atteggiamenti di conquista, comprando isole e piantando le proprie bandierine anche l'esperimento Second Life sarebbe durato più a lungo


- più in generale i casi di maggior successo hanno visto all'interno dell'azienda un dialogo costruttivo tra la divisione marketing e la divisione comunicazione

martedì 29 settembre 2009

LA FINE DELL'ADVERTISTING - STUDIO IBM

IBM ha pubblicato una lunga indagine basata su 2.400 consumatori ed 80 esperti di advertising dal titolo: “La fine dell’advertising come lo conosciamo”..


“Nei prossimi 5 anni ci saranno più cambiamenti per l’industria della pubblicità che  nei 50 precedenti. Il maggior potere dei consumatori, la maggiore autosufficienza degli  inserzionisti e la continua evoluzione delle tecnologie stanno ridefinendo come pubblicità è venduta, creata, consumata e monitorata. Presentiamo i nostri punti di ricerca per quattro futuri scenari in evoluzione . I tradizionali players dell’advertising – le emittenti, i distributori e le agenzie di pubblicità – possono essere schiacciate a meno di non attuare nuove strategie di successo con  i consumatori e di innovare nelle strategie e nel modello di business.
Alcuni elementi di interesse che rimandano poi alla lettura completa dei documenti sono:

Creativita’ – Grazie alla tecnologia, la crescita di popolarità degli User Generated Content ed i peer-delivered content, si consente ad amatori e a semi-professionisti di creare contenuti pubblicitari a basso costo che competono nella preferenza dei consumatori con i prodotti dalle tradizionali agenzie. Inoltre, questo modifica anche i ruoli e le funzioni consolidate delle agenzie.
Attenzione – Cresce il controllo dei consumatori su quello che vedono, i consumatori interagiscono e filtrano l’advertising in un mondo multicanale.
Evoluzione continua – In questo scenario è ancora dominante il modello uno a molti, ma c’è una evoluzione in risposta ai contenuti generati dagli utenti, alla distribuzione P2P, alla diffusione del digital video recorded (DVR). Di conseuenza questo modificherà la ripartizione della spesa pubblicitaria verso nuovi canali.
Ridefinire alcuni valori per ottenere il successo - Come possono i partecipanti alla catena del valore dell’advertising prepararsi per ogni implicazione che scaturirà dai cambiamenti in atto?
Innovazione dei consumatori – la segmentazione, la microsegmentazione, la costruzione di comunità e la personalizzazione dei contenuti diventano fondamentali nel marketing, oltre alla necessità di avere degli strumenti di analisi e misura dei risultati.
Modelli di business innovativi – Lo sviluppo di nuove distribuzioni di valori e compensi, una strategia diversa dei prezzi, spostando in modo radicale le dinamiche dell’industria.
Attività di progettazione e di innovazione delle infrastrutture:  Migliorare la capacità di organizzazione orizzontale così da innovare un modello di business.
Giovanni Cappellotto 

I documenti originali da consultare sono:

lunedì 28 settembre 2009

IL FOOD E LA COMUNICAZIONE UNCONVENTIONAL

Il mensile specializzato Food ha pubblicato nel numero di Settembre una cover story molto interessante sull’ utilizzo delle forme di comunicazione unconventional nel settore alimentare. L’idea nasce dai “Leoni d’Oro” vinti a Cannes da alcune aziende operanti nel settore food&beverage.
Questo dossier mi ha condotto verso alcune riflessioni che desidero condividere per tentare di capire “Se?” e “per Chi?” è davvero possibile comunicare food attraverso le nuove forme di comunicazione.
Cominciamo dal “Se?”.. 
I brand alimentari competono storicamente in un mercato caratterizzato da un certo tradizionalismo bi-direzionale che lega la creatività generata attorno ai brand alle abitudini e stili di consumo dei famosi R.A.  Per queste aziende uscire dagli schemi rischia di far perdere contatto con quella rassicurazione qualitativa dell’ “assaggio”, del contatto fisico con il prodotto (“si mangia prima con lo sguardo” .. dicono). 
Ecco perché esplorare nuove forme di comunicazione da applicare ad un biscotto, un salume o un latticino qualunque va bene se, e solo se, fatto con coscienza, rispettando la marca, il pensiero strategico che la guida e il desiderio di “sicurezza” espresso dai consumatori. Il food&beverage italiano, secondo me, non è ancora pronto per uno stravolgimento totale dei paradigmi di comunicazione classici.
“per CHI’?”…
Se pensiamo unicamente “al soldo”, probabilmente, ci verrebbe da rispondere “per tutti!” in quanto l’utilizzo di nuovi canali permette di abbattere i costi dei media classici ed avvicinare anche le aziende medio-piccole che vedono la Tv come mezzo offlimits per i propri budget.
La realtà però è diversa ed è espressa chiaramente da Luca Scotto di Carlo, direttore creativo di Publicis Italia : “se un brand, un prodotto, un  servizio, non hanno alle spalle un’eredità valoriale importante, è ben difficile che azioni pubblicitarie non-comvenzionali siano veramente efficaci.”
A Cannes sono stati premiati brand come Baci Perugina e Kit-Kat.. sicuramente brand coraggiosi e come sempre “two steps ahead”, ma come dire… i soliti noti!

venerdì 25 settembre 2009

NATIONAL HEALTH SERVICE: CAMPAGNA ANTI-FUMO


VIETATO AI DEBOLI DI CUORE!
Proprio qualche giorno fa un commento di un nostro lettore, parlava di come nel mondo del marketing e della comunicazione sia necessario essere coraggiosi soprattutto quando si vuole far riflettere le persone. Si esaltava appunto l’uso di metodi forti come strumento fondamentale per farsi notare in mezzo al caos mediatico di oggi.
Sicuramente forte è la campagna che vi mostro nel post odierno, che tratta il problema della dipendenza dal fumo. Artefice è il National Health Service e il video che vi mostro racconta dell’incapacità di difesa di ogni fumatore, che ogni giorno, inerme, si lascia uccidere lentamente sigaretta dopo sigaretta.

http://www.youtube.com/watch?v=TSshKz4cdMc&feature=player_embedded#t=61

Fonte: http://www.marketing-ippogrifo.com

giovedì 24 settembre 2009

mercoledì 23 settembre 2009

MARKETING POLITICO E RUOLO DELLA RETE

Riporto i punti salienti dell’intervista realizzata a Mirko Pallera  da Tina Santoro per Radio Radicale. Nel corso della chiacchierata si è parlato di nuove possibilità offerte dalla Rete alla partecipazione del cittadino, di marketing politico e di molto altro.


Negli ultimi due anni si tende a parlare del pregio che hanno sia il social networking che il brand di creare una community attiva su questioni di natura sociale e politica. Credi sia possibile parlare di un ipotetico passaggio da un utente attivo ad un cittadino più attivo in futuro?

Si, questa è una delle riflessioni che ogni giorno impegnano la nostra mente. La grande rivoluzione dei Social Network per ora sembra limitata apparentemente alla socialità delle persone, quindi alla comunicazione interpersonale, alla gestione dei propri contatti in rete. In realtà la grande portata di questo nuovo modo di relazionarsi è ancora tutta da scoprire. Parlo proprio dell’aspetto della governance, creare nuovi sistemi di partecipazione democratica, far emergere delle istanze politiche dal basso, anche la risoluzione di problemi… La rete sta dimostrando di essere in grado di risolvere i problemi e di trovare soluzioni in maniera molto più efficace e efficiente di qualunque consiglio di amministrazione o gruppo di persone. Quindi perché non mettere al servizio della società la forza dell’intelligenza collettiva della rete? 

Credi che il web 2.0 in futuro possa diventare un mezzo privilegiato del marketing politico? E in questo senso come le strategie di marketing non convenzionale possono favorire questo processo?
Sicuramente si. Marketing politico è una parola che già ha in se quasi una negatività, un aspetto di persuasione, di promozione di un’idea. Ma se lo intendiamo invece come strumento di partecipazione , uno strumento per far arrivare le proprie idee al maggior numero di persone per raccogliere energie, mobilitare, creare gruppi di supporto sicuramente la campagna di Obama, allora lo può fare e lo farà sempre di più con la consapevolezza delle nuove regole del gioco. Oggi in realtà ci troviamo ad agevolare un processo di partecipazione. Una partecipazione che poi deve essere vera, reale, non deve essere semplicemente un nuovo strumento per far parlare di se.


martedì 22 settembre 2009

QUANTO FA MALE IL MARKETING DELLA SALUTE!

Oggi l'argomento è più serio del solito ma vi invito a leggere con attenzione ciò che viene scritto in questo articolo pubblicato qualche giorno fa su Tiscali Notizie 
Di seguito ne riporto un estratto.. 


di Gianfranco Domenighetti (www.lavoce.info)
Check-up, screening e test diagnostici di massa su persone asintomatiche finiscono spesso col sovrastimare l'incidenza di morbilità inconsistenti. Mentre alcune condizioni sono elevate a dignità di malattia per poter far ricadere i costi dei trattamenti sui sistemi sanitari. Il successo di queste strategie è favorito dalla complessità, incertezza e asimmetria informativa generalizzata che caratterizzano il mercato della sanità. Ma non si può più ignorare la necessità di ri-orientare i comportamenti e le risorse dai consumi inutili ai trattamenti efficaci.
... Il marketing industriale e mediatico ha indotto nel pubblico l'equazione “diagnosi precoce uguale guarigione assicurata”. In realtà check-up, screening e test diagnostici di massa su persone asintomatiche finiscono spesso col sovrastimare l'incidenza di morbilità “inconsistenti”, che non evolveranno mai nel corso della vita in vere e proprie patologie, o coll'anticipare la diagnosi di una malattia non modificabile in termini di sopravvivenza, compromettendo peraltro la serenità negli anni di vita residua.
... Nell'industria farmaceutica, ad esempio, gli investimenti in marketing sono due volte più elevati di quelli destinati alla ricerca; solo il 2,4 per cento dei farmaci immessi sul mercato dal 1981 al 2008 rappresentano un vero importante progresso terapeutico, mentre l'80 per cento non sono che copie dell'esistente, ad eccezione del prezzo che di regola è triplicato.
La costruzione sociale delle malattie sta per essere sostituita da quella industriale, il che avrà un impatto ancora maggiore sull'insicurezza individuale e sociale, sulla crescita della domanda e dei costi e, quindi, sulla sostenibilitàdei sistemi sanitari “universali” come oggi li conosciamo. I responsabili di tali sistemi non possono ignorare la necessità di ri-orientare i comportamenti e le risorse dai consumi inutili ai trattamenti efficaci, riducendo così anche parte di quelle diseguaglianze che gravano sui consumatori meno informati e più deboli.

lunedì 21 settembre 2009

MARKETING TALK SHOW


Il Club del Marketing e della Comunicazione organizza un evento molto interessante per stimolare confronto e dialogo sullo scenario attuale del marketing e della comunicazione.
“Marketing Talk Show” un evento di new concept dal format inedito e coinvolgente, organizzato dal Club del Marketing e della Comunicazione con il contributo di IBM Italia.
Avrà luogo presso IBM Forum - Marketing Center , Circonvallazione Idroscalo, Segrate (MI) Martedì 29 settembre dalle ore 18,00
Un vero e proprio show ( sulla falsa riga del Maurizio Costanzo Show) con importanti ospiti, mktg e comunication manager aziendali, docenti, responsabili di agenzia, consulenti e professionisti della Mar-Com Community.
Un confronto basato sul dialogo, e non sul consueto monologo dei relatori, conversando di marketing, comunicazione, promozioni in store e on field, out door, pubblicità, media e new media, unconventional communication, action marketing (guerrilla, stealth, street, green, ambient…).
Per la prima volta non ci si atterrà ad un unico focus, imposto dagli organizzatori ma saranno i relatori stessi coinvolti adhoc a proporre i temi più “cool” del momento e che a loro sono a cuore. Un incrocio di idee, contatti e confronti tra chi fa marketing , comunicazione ed informazione.
Si parlerà infatti di Marketing e Comunicazione a 360 ° , verificando lo status quo del settore e lanciando nuovi paradigmi e tendenze del comparto, toccando diverse declinazioni della comunicazione e del marketing stesso.
L’evento si svolgerà con 3 conduttori: 1 sul palco e 2 in platea per dar modo anche agli spettatori di essere protagonisti e dire la loro opinione. Sarà un evento interattivo e bidirezionale, con 4 caratteristiche fortemente innovative:
1. Bi-direzionalità degli speech (two ways communication)
2. Notevole interattività (attenzione sempre all’erta e scarsa possibilità di assopimento degli astanti, come accade in molti eventi dove 4 parlano e molti ascoltano dormendo)
3. Alta notiziabilità dell’evento stesso
4. Multitematicità che garantisce maggiore interesse da parte di tutto il comparto mar-com, e non si limita ad un solo argomento di nicchia.

Un’altra grande idea innovativa ed evolutiva a copyright Club del Marketing e della Comunicazione.
Programma:
ore 18,00 - Welcome desk e visita guidata all’IBM Forum
ore 18,30 - Inizio Marketing Talk Show
ore 20,15 - Cocktail party buffet
ore 20,40 - Momenti di marketing relazionale

Condurranno:
Danilo Arlenghi - Pres. naz. Club del Marketing e della Comunicazione
Pasqaule Diaferia - Responsabile Special Team e giornalista del settore Mar-Com
Roberto Salvini - Pres. Canale Europa

Interverranno come relatori:
- Chiara Grosselli - Dir. Mktg e Comm. IBM Italia
- Alberto Sgheiz - Consulente Mktg e Comm. Retail
- Gianluca Lo Stimolo - Dir Mktg HRD Trainning group
- Lorenzo Marini - Pres. Lorenzo Marini & Associati
- Layla Pavone - Pres. IAB Italia
- Paolo Carnevale - Mktg Manager IBM Italia
- Michele Ficara - Pres. AssoDigitale
- Paolo Comini – Pres. AssoTemporary
- Roberto Manenti – Amm. Del. eMessage

Per Info
Marco Nestola
Segretario naz. Club
02 2610052
info@clubdelmarketingedellacomunicazione.com

sabato 19 settembre 2009

MANUALE DI INSUCCESSO DEL PROPRIO BUSINESS IN RETE

Riporto una pungente riflessione su come nella rete non è poi "tutto oro ciò che luccica!"
DAL BLOG DI Fabrizio Todisco 
Negli scaffali delle maggiori librerie sono centinaia i volumi impolverati che si presentano come autentici manuali per ottenere il paradiso.  Come fare soldi in rete in 10 minuti, trucchi e tecniche per essere primi sui motori di ricerca, fare soldi on line senza investire un euro, il tuo sito web vincente… etc etc…
Insomma sono tanti i guru del marketing sopratutto del marketing on-line che profetizzano filosofie vincenti ottenibili con piccoli sforzi.  Io credo che semplicemente non esistono trucchi tattiche e magie ma esiste solo un duro e meticoloso lavoro che, come del resto in tutte le cose, con il tempo porta i suoi risultati.
E poi dopo i manuali ci sono i clienti che sono sempre più preparati o meglio credono di esserlo e si affidano sempre di più alle loro teorie assurde frutto di chissà quali fonti superiori dandoci la possibilità di acquisire sempre più nuovi know-how!
Di seguito voglio riportare alcune brevi teorie (rilasciate da alcuni santoni del web che ho conosciuto nella mia vita) che vi porteranno di sicuro ad ottenere dei pessimi risultati in rete…
1  Investire in rete non costa nulla, bastano 25 euro + iva l’anno.
2 Oggi c’è internet basta avere un sito web per ottenere ottimi riscontri per la propria azienda.
3 Il mio sito web me lo faccio fare dal nipote smanettone di mia cugina è molto bravo con i computer.
4 Ho comprato un manuale con tutti i trucchi e le tattiche per essere nelle prime posizioni dei motori di ricerca.

5 Un mio amico è un esperto di web marketing mi ha detto che in pochi mesi mi fa diventare primo su google.
6 Per guadagnare con facebook  basta creare un profilo e iniziare ad aggiungere amici
7 Creare un sito web è semplicissimo e non costa nulla non ti far fregare da chi ti chiede soldi
8 Il mio nuovo sito web deve essere dinamico tutto in movimento con musica e animazioni
Segui queste semplici teorie e vedrai da subito importanti riscontri… risultati negativi garantiti!!!

giovedì 17 settembre 2009

THE MOST VALUABLE BRANDS

Vi segnalo un'interessante indagine riportata nel forum Consumer Insights Interest Group 


This is pretty interesting, from Wall Street 24/7 and reflects the economy. Look at the increases and decreases ...

Those brands which post value improvements show much more modest increases than they would be in a stable economy.


The 100:

Coke $64.7 billion plus 3%

IBM $62.5 billion plus 6%

Microsoft $54.3 billion minus 8%

GE $47.8 billion minus 10%

McDonald’s $33.5 billion plus 8%

Nokia $33.o billion minus 8%

Intel $30.3 billion minus 3%

Toyota $30.0 billion minus 12%

Disney $29.3 billion flat

Google $27.4 billion plus 7%

Hewlett-Packard $25.1 billion plus 7%

Gillette $24.3 billion plus 7%

Cisco $22.4 billion plus 5%

Marlboro $20.8 billion minus 3%

Mercedes $20.5 billion minus 20%

Louis Vuitton $19.7 billion minus 9%

BMW $19.6 billion minus 16%

Samsung $18.4 billion plus 4%

American Express $18.0 billion minus 18%

Apple $16.4 billion plus 20%

Honda $15.8 billion minus 17%

Oracle $15.0 billion plus 9%

Nescafe $14.9 billion plus 14%

Pepsi $13.8 billion plus 4%

H&M $13.8 billion flat

SAP $12.7 billion plus 3%

Budweiser $12.3 billion plus 8%

mercoledì 16 settembre 2009

TEACH ME FESTIVAL

Vi segnalo una manifestazione interessante. 
Teach Me è un festival della comunicazione visiva che offre workshop e conferenze completamente gratuiti.
Giunto alla sesta edizione, si svolge quest'anno dal 23 al 25 settembre a Venezia.
Teach Me, ideato dell'Università IUAV di Venezia e supportato dalla Fondazione Claudio Buziol, è organizzato dagli studenti.



Sito web: http://teachme6.org/ 

lunedì 14 settembre 2009

"VIDEOCRACY" ED IL RUOLO DELLA PUBBLICITA'


SERVE UN CAMBIAMENTO!

Ieri sera ho assistito alla proiezione del film-documentario “Videocracy” di Erik Gandini . Il film mette “nero su bianco” il sistema di potere televisivo di cui l’ Italia oggi offre l’esempio più emblematico. In questo contesto mi piacerebbe però uscire dall’arcinoto discorso potere politico- potere mediatico per soffermarmi su alcuni aspetti legati al mondo marketing e comunicazione.
L’avvento della tv commerciale ha portato alla creazione di un “consumo-mediatico” in cui la Televisione ed il suo nebuloso mix di informazione ed intrattenimento la fa da padrone. I fruitori del mezzo e le emittenti si alternano nel ruolo di causa-effetto di un palese abbassamento del  livello socio-culturale di contenuti e messaggi, scaricandosi le colpe vicendevolmente.
In questo contesto vi è però un terzo attore che possiede l’ago della bilancia: la pubblicità.
Le aziende ed i loro brand non possono limitarsi ad un ruolo di sussidio economico della televisione  ma sono chiamate ad una scelta: cedere al conformismo o costruirsi personalità di marca slegate da stereotipi condivisi  ed idoli imposti.
E’ evidente che salire sul carro è sempre più semplice che trainarlo, ma siamo sicuri che sia la scelta migliore? Contribuire al “killeraggio” culturale del paese è una scelta che pagherà sul lungo periodo? Proporre spot banali è davvero così performante?
Io credo che creare attorno ai  brand discorsi di marca basati su valori e modelli di consumo positivi possa stimolare nei consumatori una ricerca ed una capacità di analisi delle informazioni ricevute maggiormente profonda e qualitativa. Mi chiedo: e se fosse il contenuto della pubblicità a condizionare i palinsesti e non viceversa?
Preso atto poi che l’ 80% degli italiani sceglie la tv come mezzo di informazione, ecco che questa sorta di “dittatura mediatica” potrebbe in realtà rivelarsi una preziosa opportunità per cambiare le cose. La pubblicità non deve fermarsi ai “consigli per gli acquisti” ma muoversi in prima persona per spingere e promuovere un vero rinnovamento qualitativo dell’offerta televisiva. Utopia? 

venerdì 11 settembre 2009

MARKETING MOM

Riporto di seguito un interessante articolo comparso su La Repubblica Delle Donne  nel quale emerge come il "conformismo" di certe tendenze nelle abitudini comportamentali e nei consumi non riguardano soltanto il segmento "young"della popolazione ma colpiscono anche le più insospettabili "mamme". Ovviamente letto da un punto di vista "marketing" questo non può che stimolare le aziende interessate a questo target ad analizzarne ulteriormente il profilo.


Nuovi conformismi: cliché e modelli di comportamento condivisi danno sicurezza.
Anche nell’essere genitori. Costi quel che costi. Un esempio? I compleanni faraonici. Succede in Usa, ma sempre più anche da noi
Madre adeguata uguale madre adattata. E pazienza se l’adattamento prende i contorni dell’omologazione. Anzi. In una prospettiva in cui, come scrive il filosofo Umberto Galimberti, il “conformismo è condizione di esistenza” e “la differenza, la specificità e la peculiarità individuale, oltre a non essere remunerative, destano persino qualche sospetto”, una mamma si guarda bene dal prendere (e dall’insegnare) strade secondarie. Il risultato è una maternità impacchettata in tappe e rituali sempre più rigidi e protocollati, e da cui sono escluse iniziative personali, pratiche sfuggenti, abitudini poco comuni. La classe media urbanizzata americana è quella in cui i sintomi dell’appiattimento precoce al cliché sono più evidenti. A partire dalla remise en forme: nessuna neo-mamma si affiderebbe ad attività improvvisate (una passeggiata in campagna?). Molto meglio sballottare il neonato su e giù per i parchi della città con il passeggino (sembra una cosa da pazzi, invece ha persino un nome: strollerfitness). Tutto è preferibile, purché socialmente condiviso. Mamme neohippy newyorkesi fanno il bagno nude con il piccolo, mentre la tata, in divisa, prepara gli accappatoi. E no, non capiterà mai di sentire un bambino chiedere, all’uscita dalla scuola materna: “Oggi può venire Gabriele da noi?”, e via a casa, con una sosta a comprare due pezzi di focaccia e il succo di frutta. A New York i bambini, per vedersi, devono fissare un appuntamento, e mica è facile trovare posto nelle loro agende. Ma le differenze tra Italia e Stati Uniti si stanno assottigliando. Una prova sono i compleanni. Il gigantismo va garantito. Per organizzazione, e soprattutto costi, preparare una festa per un bambino di quattro anni e un party per la maggiore età è quasi la stessa cosa. Ci sono l’affitto del locale, le bevande, i cappellini, i regalini, il mago, l’animatore, la torta di Spider Man per 50 persone. Il passa-parola, in questi casi, funziona sempre: «Ma tu conosci un bravo mago?», ed ecco che a tutti i compleanni spunta Zuzù, e anche se Zuzù si inventa sempre qualcosa di nuovo, i bambini, ormai, i suoi trucchi li sanno a memoria. Difficile che una madre si azzardi a proporre qualcosa di diverso. Che, nello sforzo di offrire al figlio quello che hanno avuto gli altri, le venga in mente di chiedergli: «Tu come la vorresti, la tua festa?» (per scoprire, magari, che a lui del mago e dei 50 invitati non gliene frega niente).
Perché ci viene naturale consegnarci a modelli pre-costituiti? «Perché sono tranquillizzanti. Hanno l’attrattiva di avere già funzionato, e sono rare le mamme così sicure di sé da proporre un modello autonomo», osserva Giorgio Rezzonico, docente di Psicologia clinica e presidente dell’associazione Panda, a sostegno della maternità.
di Caterina Duzzi