lunedì 31 gennaio 2011

9 STRATEGIE DI YOUTUBE MARKETING

Dal Guru di Video Marketing, Greg Jarboe, arrivano 9 nuove regole strategiche per fare Video Marketing. In realtà, più che di Video Marketing potremmo tranquillamente parlare di YouTube Marketing visto che il contenitore di video più noto al mondo solo negli Stati Uniti riceve l’80% di visitatori di tutto il settore Video composto da 77 player. Si pensi che il competitor (si fa per dire!) al secondo posto (Hulu) raccoglie appena il 4% dei visitatori.  Situazione ancora più “imbarazzante” in Canada, dove YouTube ottiene l’80% del traffico totale su 70 siti del settore e il competitor al secondo posto, MSN Video, ha un traffico pari al 3% del settore (fonte Experian Hitwise).
  1. YouTube Marketing è il nuovo Video Marketing
    Il nuovo Video Marketing passa attraverso YouTube Marketing visti i numeri e la leadership che il contenitore riesce ad ottenere in tutto il mondo.
  2. Pubblicare video non solo su YouTube
    Secondo alcune stime, i video visti dagli utenti Internet non sono solo quelli di YouTube ma una buona fetta di utenti arriva su YouTube partendo da un video pubblicato su un sito o blog (circa il 45%) e che è stato prelevato dallo stesso YouTube. Pertanto è importante pubblicare il video non solo nel canale di YouTube ma anche sui siti al fine di poter  ottenere un doppio successo. Si consiglia di utilizzare anche strumenti come Media RSS (MRSS) o TubeMogul OneLoad per distribuire i video anche in altri contesti come i social network.
  3. I contenuti dei video possono provenire da qualsiasi parte del mondo
    Il programma partner di YouTube attualmente conta oltre 15.000 partecipanti da tutto il mondo. Questo programma vede tra i protagonisti grandi società specializzate in produzione di media come MGM, Universal Music, etc.. Sono gli stessi utenti di YouTube ha creare la popolarità di alcuni video. I contenuti possono provenire da qualsiasi parte del mondo. Quale modo migliore per creare video che, grazie alla community di YouTube, possono diventare apprezzati e popolari in tutto il mondo?
  4. Non ci sono contenuti di alta qualità ma solo contenuti video popolari
    Gli spettatori sono propensi a guardare video popolari non necessariamente di qualità. E allora perché non approfittare per creare contenuti che alla base possono avere una buona dose di simpatia per colpire nella massa senza per questo ricorrere a produzioni video di alta qualità. Anche se YouTube è abbastanza selettiva sui contenuti dei partner, ci sono molti di questi che creano contenuti adatti a tutti la cui popolarità resta integra anche dopo mesi.
  5. I video pubblicitari possono diventare molto popolari
    Il 19 settembre del 2008, Suzie Reider, responsabile dell’advertising di YouTube,  ha tenuto una presentazione dal titolo “Marketing con il  Video”.  Nell’occasione ha portato un video spot di esempio, nello specifico “Amazing Ball girl catch” di Gatorade, che ha avuto oltre due milioni e ottocentomila spettatori con “3700 Mi piace” a fronte di appena “285 Non mi piace”. L’invito di Suzie Reider ad usare YouTube è oggi seguito da inserzionisti di tutto il mondo.

    Continua a leggere qui: thttp://www.fulltravel.it/blog/video-marketing-9-strategie-di-youtube-marketing/31-01-2011

venerdì 28 gennaio 2011

LE 07 TENDENDE DEL WEB MARKETING NEL 2011

Matteo Giovanelli, ha tradotto su Marketing Low Cost le  previsioni proposte da  ClickZ, una delle più seguite fonti di informazioni sul web marketing.

1. Nel 2011 dovrebbe consolidarsi, da parte delle aziende, l’utilizzo dei social media; se il 2009 e il 2010 sono stati gli anni della scoperta delle potenzialità e dei primi esperimenti, il 2011 dovrebbe essere l’anno in cui le aziende mettono in pista strategie più articolate e meno sperimentali.
Questa tendenza è dimostrata anche dall’andamento degli investimenti annuali mondiali sui social media, che, secondo eMarketer, sono passati dai 2,53 miliardi di dollari del 2009, ai 3,30 miliardi di dollari del 2010, e nel 2011 si prevede tocchino i 4,26 miliardi di dollari. I siti che dovrebbero trainare questa crescita sono Facebook, Twitter e Groupon.
2.   il mobile marketing. L'uso crescente degli smartphone e dei blackberry,  anche  per lo scambio di email, e lo sviluppo di applicazioni social pensate soprattutto per il mobile come FourSquare, faranno si che le aziende scelgano sempre di più il mobile marketing. In una sua recente ricerca, Forrester prevede che il 75% degli operatori di marketing includeranno il mobile nei loro piani di marketing mix.
3.  l’aumento dell’offerta di contenuto a pagamento,  trainato del boom di vendite di nuovi strumenti quali l’iPad e i lettori di eBook, come il Kindle di Amazon; strumenti che permettono agli utenti di scaricare comodamente contenuti di qualità a pagamento anche spendendo molto poco, come brani di musica, software, applicazioni, giochi, video e film.
4.  Marketing in tempo reale;  bisogna rispondere subito ad eventuali situazioni critiche; la gente parla su Twitter, sy Facebook e i problemi si diffondono immediatamente; sarà di particolare importanza la velocità con cui le aziende sapranno trasformare eventi e imprevisti, anche inizialmente sfavorevoli, in opportunità   soprattutto grazie alla comunicazione diretta con i clienti resa possibile dai social network.
5. A dispetto della crisi, ClickZ prevede poi che l’e-commerce continui a crescere, soprattutto grazie al boom degli acquisti sociali o di gruppo favoriti da siti come Groupon.
6. Il 2011 sarà poi l’anno in cui si consoliderà la tendenza ad implementare strategie di marketing integrate, cioè che coinvolgono tutti i media a disposizione, (tradizionali e nuovi)
7.   per il 2011 si prevede che l’attenzione in termini di misurazioni e analisi venga posta sui social media, per essere in grado di controllare il ritorno economico, anche indiretto, generato dalle proprie iniziative su questi tipi di siti; per esempio, includendo inviti all'azione nei propri messaggi (scarica l'ebook gratuito, iscriviti alla newsletter) per aiutare la misurazione dei risultati.
Queste le 7 tendenze che caratterizzeranno il mondo del marketing digitale nel 2011 per ClickZ; appuntamento a fine anno per la verifica dei fatti.

mercoledì 26 gennaio 2011

martedì 25 gennaio 2011

GLI INVESTIMENTI IN PUBBLICITA' NEL 2010

Il commento di Nielsen MR
A novembre tornano a crescere gli investimenti pubblicitari sui periodici (+3,9%)
Il mercato
Nel mese di novembre 2010 gli investimenti in pubblicità commerciale nazionale hanno registrato una variazione superiore al +5%. Considerando anche la pubblicità locale e le altre tipologie, nel periodo gennaio - novembre gli investimenti pubblicitari hanno sfiorato i 7,9 miliardi di euro con una crescita complessiva del +3,9%. Questi dati sono in linea con i segnali positivi emersi già alla fine del primo semestre dell’anno e che avevano portato ad un miglioramento delle stime di chiusura del 2010. Sulla scia di questi risultati anche il 2011 comincerà con un andamento positivo che dovrebbe però attenuarsi nel corso dell’anno. Analizzando i dati di novembre la notizia più interessante è la crescita dell’advertising sulla stampa periodica: l’aumento rispetto al singolo mese di novembre del 2009 è stato del +2,6%; mai nel corso dell’anno i periodici avevano fatto registrare un dato mensile così positivo. Nonostante questo colpo di coda di fine anno la stampa, tra i media principali, è l’unico in calo rispetto al 2009, mentre si confermano particolarmente positivi i risultati per tv, internet, radio, direct mail e cinema. Fino a novembre le aziende del largo consumo sono quelle che hanno aumentato l’advertising maggiormente rispetto al 2009. Le aziende automobilistiche dopo un inizio all’insegna del risparmio hanno progressivamente aumentato la spesa pubblicitaria nel corso del 2010, mentre sono rimasti sostanzialmente stabili gli investimenti delle aziende di telecomunicazioni e finanza/assicurazioni.
I mezzi
La televisione, considerando sia i canali trasmessi via etere che quelli satellitari (marchi Sky e Fox), chiude i primi undici mesi con un buon +6,2% rispetto al risultato del 2009. Sempre nel periodo gennaio – novembre, internet si conferma il mezzo con la crescita più sostenuta (+19,0%), ma sono altrettanto eclatanti gli aumenti per l’advertising su direct mail (+9,9%), radio (+9,0%) e cinema (+8,8%). Per quanto riguarda la stampa, nonostante i buoni risultati degli ultimi mesi, i periodici sono ancora in calo rispetto al 2009 (-5,7%) e i quotidiani crescono in termini di commerciale nazionale (+0,8%) ma perdono se si considerano tutte le tipologie (-1,8%). Netto il calo degli investimenti in free press, dovuto però principalmente ai problemi di alcune testate nel corso dell’anno.
I settori
Fino a novembre sono state le aziende del settore alimentari quelle che hanno investito di più in comunicazione, con una spesa complessiva di oltre un miliardo di euro e una crescita del +5,5% rispetto al 2009. Tra i settori principali in aumento la spesa anche per automobili (+4,3%) e abbigliamento (+3,3%). In linea con il 2009 gli investimenti delle aziende del settore telecomunicazioni (-0,1%). Da sottolineare, sempre tra i settori più rilevanti in termini di peso dell’advertising, la crescita nel corso del 2010 degli investimenti provenienti dai player dei settori bevande/alcolici (+8,8%) e distribuzione (+13,3%).
Le aziende
Trova conferma negli ultimi dati anche il trend positivo nel numero di aziende inserzioniste riscontrato già nei primi mesi del 2010: rispetto al 2009, fino a novembre, gli spender pubblicitari sono stati 19.229, con un aumento del +1,0%. Le aziende che acquistano spazi su internet sono aumentate del +22,4%, quelle che hanno scelto l’affissione del +19,7%.  In crescita le aziende che utilizzano tv (+8,6%) e radio (+2,4%). Molto interessante il dato relativo al numero di aziende che hanno investito solo ed esclusivamente su internet nel corso dell’anno (+45,8%).

FONTE: Primaonline

venerdì 21 gennaio 2011

CONCEZIONE CREATIVA

Girando su Facebook ho trovato questo interessante gift natalizio pensato dall'agenzia Dorocatrame.
A qualcuno potrà forse sembrare "di cattivo gusto" io invece la trovo un'idea originale.
La mia filosofia è "take the risk to be creative" e quindi ben vengano queste idee...
Michele



mercoledì 19 gennaio 2011

Why are jingles so powerful?

ANCHE QUESTO SPUNTO DI RIFLESSIONE ARRIVA DA UN GRUPPO DI DISCUSSIONE INTERNAZIONALE TROVATO SU LINKEDIN.
VI POSTO LA MIGLIOR RISPOSTA, SECONDO LA MIA PERSONALE OPINIONE.

Recall of advertising messages in dependent upon media weight. The stronger the creative, the stronger the commercial, thus media weight works that much harder in imprinting the core messages of the ads. Kids watch a ton of TV, so it's not surprising that they remember stuff from the first moment the boob tube is flipped on. Kids have a huge aptitude for learning at the early formative stages and they absorb everything around them like a sponge. Memorizing and subconscious embedding is obviously essential to learning, and it has been thus so since humans lived in fear of sabre tooth tigers. At whatever age, the mind doesn't discriminate between what is "useful" to learn from a survival or societal perspective and what is just unconsciously imprinted by the dark side of Madison Avenue (confession: I was/am one). One CEO of a major agency once told me that his agency was capable of making everyone of us think, buy or do stuff without us knowing why or even caring. Consumer markets have become markets of desires, not needs. Anyway, it is not surprising that kids remember jingles.

A music rug under a commercial will reinforce the feelings that the ad are attempting to telegraph. Mostly they are unmemorable unless some rock band or song that has been wildly popular is employed. Recently the geniouses at UPS's agency have surgically altered the sclerotic spaghetti classic "Amore"" and turned it into "Logistics". Sometimes a band gets known through its TV music debut(CreditScore.com).

Back in the horse and buggy days, the musical jingle pretty much dominated he 30 or 60 seconds of a commerical, either radio or TV. Most were sort of the Andrews Sisters variety with a couple of guys. I can recall many jingles that were pounded into my head in the 1950's and 1960's thanks to the agency media departments. (To my dying day I will remember a radio jingle for Heaven Scent, a perfume aimed at teenage girls and advertised on AM pop radio. It sort of helped that my father was SVP of a huge agency, so I watched all kinds of stuff in the wings in their formative stages. The creative team would get an assignment and immediately assemble a copywriter, an art director, and a musician.

In reality, the jingle today is mostly in the form of "stings" that punch up the company brand, the product brand name, or the benefits the features. The stings are just a few seconds long and are usually accompanied by the graphic logo at the end of the spot or can be at the head or threaded throughout the spot. Combining and synchoronizing audio and visual of the key idea really gooses message recall and that has turned from theory into law thanks to truck loads of data and research.

By the way, P.S. very powerful commericals have been created that have no music, or no music and no voice-over. This is your mind, this is your mind on drugs.

Sometimes I feel like a nut and sometimes I don't, but throughout my checkered advertising career I've been unwaivering in considering music and (let's not forget) effects as important as copy or artwork.

It doubles my pleasure and doubles my fun.  


Michael Gury 
Global Communications, Marketing, PR, Branding Expert
Greater New York City Area

martedì 18 gennaio 2011

COSA SPINGE LE PERSONE A CLICCARE "MI PIACE" SU FACEBOOK

HO TROVATO IN LINKEDIN.  ALL'INTERNO DEL GRUPPO "SOCIAL MEDIA MARKETING", UN'INTERESSANTE RICERCA. BUONA LETTTURA!

Perchè le persone seguono la fan page di un brand su Facebook? Cosa spinge gli utenti a diventare fan, per dirla alla “vecchia” maniera, o per dirla in maniera più corretta a cliccare sul “Mi Piace” di una pagina Facebook di un’azienda? Sia essa un’azienda che produce beni di largo consumo, un retailer, uno store online, un prodotto fisico, una testata giornalistica o un blog?
Ce lo dice una recente ricerca condotta da Co-Tweet e ExactTarget. Questi sono i 10 motivi principali per cui gli utenti sottoposti alla ricerca seguono una fan page su Facebook, diventandone fan cliccando sul fatidico “Mi piace”.
1. 40% vuole ricevere sconti e promozioni
2. 37% wuole mostrare supporto al brand
3. 36% spera (vuole) ottenere campioni gratuiti o coupons
4. 34% vuole essere informato delle attività dell’azienda
5. 33% vuole essere aggiornato sui prodotti futuri
6. 30% vuole essere aggiornato sulle vendite future
7. 27% vuole essere diverta e intrattenuta dal rapporto con l’azienda
8. 25% vuole avere accesso a contenuti esclusivi
9. 22% riferisce che la fan page dell’azienda  gli è stata suggerita da qualcun altro
10. 21% vuole solo sapere più cose su quell’azienda
E’ evidente che, qualsiasi sia la realtà tra quelle che ricorrono alla creazione di una fan page su Facebook, e qualsiasi sia il tipo di azienda/prodotto che la crea, sapere quali sono i motivi che spingono una persona a seguirla, aiuta nella costruzione di una strategia sui social media che sia alla base di uno sviluppo di successo della fan page stessa.
Siete d’accordo con quanto affermato dalla ricerca?
Quali sono i motivi che vi spingono a seguire una fan page su Facebook?

lunedì 17 gennaio 2011

IL COPYWRITER E' UN MESTIERE DIFFICILE

Da quando ci sono le agenzie pubblicitarie, i creativi non operano più utilizzando la dimensione intuitiva del processo artistico, ma il loro lavoro è controllato, la sua efficacia è misurata e la sua creazione organizzata. Con l’introduzione del marketing, cioè la tecnica che studia il mercato per ricercare e realizzare la compravendita delle merci, si iniziò ad utilizzare un linguaggio specifico, che si distaccava da quello artistico, privilegiando uno stile spoglio e diretto nella comunicazione del messaggio pubblicitario, in modo da permettere all’osservatore, la massima chiarezza e leggibilità del
prodotto.
I pubblicitari, il copywriter in particolare, sono costretti a lavorare in un "contesto sociale" dove la produzione e il consumo sono liberi e il mercato è condizionato da una sovrabbondanza di offerta di prodotti e devono prestare maggiore attenzione all’immagine della marca. Bisogna essere in grado di creare una forte personalità alla marca da pubblicizzare, in modo da instaurare un legame oggettivo
tra il marchio e consumatore, contribuendo cosi, allo sviluppo del legame che viene a crearsi con il prodotto stesso. L’Azienda che amministra e decide gli investimenti pubblicitari commissiona,
censura, approva e paga. Difficilmente il direttore marketing di un’azienda produttrice di beni di consumo, vorrà pensare al denaro investito come a un finanziamento di valori artistici: business is business. Le aziende vogliono risultati di vendita e profitti: le ragioni di mercato prevalgono su quelle estetiche.
Può il copywriter esprimere alla meglio il suo talento creativo e agire libero come un pittore che dipinge nel suo studio? Non può. Anche un artista lavora su commissione e i pittori del Rinascimento lo sapevano bene. Il copywriter deve mediare, manipolare, accettare i compromessi. Il suo mestiere è di creare un ponte tra le ragioni del mercato e dell’azienda con l’universo della gente e dei consumatori. E’ scontato che il mestiere del copywriter non nasce da un corso di formazione di due settimane o da un affrettato corso universitario, ma si forma attraverso la lettura e la scrittura. Leggere molto e scrivere bene sono qualità che non si possono improvvisare e che vanno coltivate attraverso l’esercizio assiduo. Il copywriter , come lo scrittore, ha l’obbligo di padroneggiare le tecniche di scrittura. Ci fu un momento nel mondo pubblicitario di Madison Avenue, la mecca dei pubblicitari di New York, in cui andava di moda prendere qualcuno dalla strada e fargli scrivere gli slogan pubblicitari in slang. La nascita del mercato internazionale e dell’economia globale, ha contribuito all’aumento spropositato dei consumi facendo crescere il bisogno e la necessità di riconoscibilità dei prodotti. In questi ultimi anni la marca ha assunto un’importanza in tutti i settori del commercio. Essa costituisce una delle risorse più preziose di cui l’impresa possa disporre: fondamentale nelle politiche di marketing, la marca è un elemento di straordinaria validità. “Proviamo al mondo che il buon gusto, la buona arte, la buona scrittura possono creare una buona vendita”. La dichiarazione d’intenti (del 1949) della leggendaria agenzia di pubblicità americana Doyle Dane Bernbach può oggi sembrare utopistica, ma può ancora ispirare un copywriter.
È famoso il detto di Thomas Edison a proposito del talento creativo: «one percent inspiration, 99 percent perspiration». Le basi tecniche del copywriter sono utili e indispensabili, ma non possono sostituire l’esperienza, la sensibilità e l’attenzione ai valori umani. Insomma fare il copywriter è un mestiere (e un’arte) difficile.

http://www.pubblicitacopywriting.com/

giovedì 13 gennaio 2011

5 BUONI MOTIVI PER COMUNICARE IN RETE

Oggi vi propongo la conclusione di alcune riflessioni maturate durante la preparazione e lo studio di alcuni progetti di comunicazione web 2.0.
La morale della favola è che  un corretto approccio alla Rete ed un´attività organizzata consentono di far propri 5 vantaggi che il mondo dei social media mette a disposizione del Brand.

Governare le conversazioni online
E´ fondamentale conoscere ciò che le persone dicono del mio brand per poter monitorare costantemente la mia reputazione online intervenendo, se necessario, nei modi e nei tempi giusti.

Coinvolgere il consumatore
C´è un vecchio aforisma che recita così: "dimmelo e lo dimenticherò, mostramelo e forse ricorderò, coinvolgimi e ti capirò". In queste poche parole è racchiuso il valore di una nuova relazione tra brand e cliente.

Anticipare eventuali criticità
Monitorando la rete è possibile rilevare lamentale o insoddisfazioni legate al nostro brand sia in termini di prodotto che di servizio o custumer care. In rete ogni "informazione" può essere amplificata quindi meglio muoversi in anticipo.

Sviluppare nuovi mercati
In Rete si possono scoprire nuove ed importanti leve di marketing e territori di comunicazione che se utilizzate sapientemente ci permettono di rafforzare il brand e conquistare nuove fette di mercato.

Amplificare l´effetto dei media ciassici
Utilizzare la Rete a supporto della classica campagna pubblicitaria è sicuramente il modo migliore per amplificarne gli effetti

Se ne avete scoperti altri.. let me know, please!
Michele

martedì 11 gennaio 2011

EVENTO "IL MARKETING CHE NON C'E'"

ATEMA organizza lo Speaker’s Corner “Il Marketing che non c’è. Il mercato visto con gli occhi del cliente. Le conseguenze positive per la funzione commerciale“. L’appuntamento è per martedì 25 gennaio 2011 dalle 18 alle 20.30 a Milano, all’Una Hotel Century di via Fabio Filzi 25/B.
 Il Marketing costituisce oggi, per la grande maggioranza delle imprese, uno dei fattori essenziali di sopravvivenza e sviluppo, e dunque un Temporary Manager non può permettersi di non “masticarne”. Ma alla voce “Marketing” si riferiscono oggi cento definizioni (tra cui alcune non convenzionali, quali guerrilla marketing, viral marketing e simili). Dunque… EVVIVA IL MARKETING, ma… QUALE?
  Durante la serata, Gianfranco Lanfredini affronterà il tema partendo dai riferimenti che ha fatto suoi dopo una lunga carriera nel settore:
- oggi, specie in mercati ad elevata competitività, è necessario guardare il mercato con “gli occhi del cliente”, non solo con i nostri;
- le più recenti ricerche sul comportamento dei consumatori dicono che “il cliente acquista ciò che lui percepisce come un valore per sè”;
  Da qui ha derivato l’innovativo approccio scientifico denominato “I Tre Valori Percepiti espressi nella Mappa dei Clienti“, che sono:

- Utilità/Prodotto Con Plus;
- Funzionalità/Soluzione;
- Ego-Emotività/Starter Emotivo
 
L’utilizzo di questo approccio è fonte di nuovi e importanti successi per ogni rete commerciale, specie in mercati ad elevata competitività, proprio perché consente di proporre al cliente il “Valore Percepito” da lui preferito, scelto tra i tre previsti dalla innovativa metodologia.

Gianfranco Lanfredini, una laurea in Economia e Commercio all’Università La Cattolica di Milano, vanta significative esperienze professionali prima come Buyer nella GDO e poi come Direzione Commerciale in PMI lombarde. Dal 1988 è Consulente specialista per l’area commerciale ed è considerato dai “Commerciali” uno tra i più interessanti ed esperti formatori per le loro attività ed è promotore dell’innovativo approccio di Marketing operativo denominato “I Tre valori percepiti espressi nella Mappa dei Clienti“. Questa metodologia è stata trasferita nel saggio dal titolo: “Il Responsabile Commerciale in azienda. Un ruolo sempre più a rischio?” – edizioni Hoepli 2009 – di cui è l’autore.

Per info e iscrizioni: www.atema.net

mercoledì 5 gennaio 2011

FACEBOOK VS TWITTER. CHI HA VINTO NEL 2010?

E' tempo di bilanci. Questo vale per tutti, per noi come per i colossi dei social networks americani, vale a dire Facebook e Twitter. A questo proposito l’agenzia di marketing Digital Surgeons ha pubblicato una interessante infografica sull’utilizzo di Facebook e Twitter nel corso dell’ultimo anno, con risultati molto interessanti.


 Ovviamente i dati si riferiscono al solo utilizzo dei networks su suolo americano, ma se la ricerca fosse stata condotta in Italia, probabilmente i risultati non sarebbero poi così diversi.
I dati illustrati sopra fanno emergere alcune peculiarità relative agli iscritti di Facebook e Twitter.
Facebook ha un 40% di utenti tra i 13 e i 25 anni, contro il 17% di Twitter. Ma nella fascia d’età più matura (dai 35 ai 54 anni), il microblog fa la parte del leone, e conquista il 44% di utenti.

Su Facebook il 40% degli utenti si logga almeno una volta al giorno, mentre per Twitter il dato scende al 27%. Però c’è da tenere conto che Twitter è utilizzato spesso tramite apps esterne che bypassano la fase di log in. Questo spiegherebbe come mai su Twitter il 52% degli utenti aggiorna quotidianamente lo status mentre su Facebook lo fa solo il 12%.
Ma ecco il dato più significativo per chi è interessato al social marketing: su Twitter solo il 25% degli iscritti segue un account brandizzato, contro il 40% di Facebook. Peccato solo che ai numeri non corrispondano gli effettivi dati di vendita: su Facebook solo il 51% di coloro che seguono un brand su Facebook passerà all’acquisto, mentre su Twitter i potenziali clienti arrivano al 67%.

Fonte: www.iochatto.com

lunedì 3 gennaio 2011

WHIRPOOL CERCA I MANAGER SU FACEBOOK

“I Love Whirlpool”: Whirlpool, azienda leader mondiale negli elettrodomestici, sceglie Facebook per il recruitment 2011 dei laureati destinati a posizioni manageriali. La pagina sul social network si affianca agli altri canali più tradizionali nella ricerca dei candidati, ma indica una chiara strategia da parte di Whirlpool; la multinazionale statunitense, da sempre in prima linea nell’innovazione, si apre agli strumenti del presente per incontrare i propri manager del futuro.
“Il dinamismo di Facebook ben si sposa con lo spirito di un’azienda come Whirlpool che, da cento anni a questa parte, è all’avanguardia -dichiara Pierre Ley, Media relations manager di Whirlpool Europe-. Ed è, il dinamismo, una delle caratteristiche che i nostri manager devono possedere per affrontare le sfide sempre più impegnative che propone il mercato globale. Siamo convinti che la pagina “I love Whirlpool” sul più grande social network del mondo contribuirà ad avvicinare molti giovani talenti alla nostra azienda, una realtà costruita su valori solidi e che sa, insieme, parlare il linguaggio della contemporaneità”.
Sulla pagina “I love Whirlpool” sono pubblicati una serie di video che presentano le possibilità offerte dai programmi di reclutamento ” di Whirlpool, degli album fotografici su eventi e location, promemoria e, naturalmente, i profili di laureati che raccontano il proprio vissuto nel Fast Treck Management Program (FTMP). C’è anche una mini serie web-tv su come sopravvivere con stile in una grande metropoli grazie al microonde Max.
Per il 2011 saranno tra 100 e 200 i superlaureati (Master sia di area business sia di area ingegneria, ma anche designer, sociologi, psicologi) che seguiranno il FTMP, un percorso di formazione di nove mesi itinerante, che porterà i futuri manager a conoscere le realtà Whirlpool presenti in tutta Europa e che, stando alle statistiche, si concluderà per circa il 60% di loro con un impiego nel Centro operativo europeo Whirlpool di Comerio, in provincia di Varese, o nei centri strategici globali di ingegneria, design e sviluppo prodotto di Cassinetta, sempre in provincia di Varese. A Comerio lavorano circa 500 persone, la lingua “ufficiale” è l’inglese, ma la varietà di nazionalità presenti fa salire a 18 le aree linguistiche rappresentate.
“e persone, il fattore umano sono la più grande risorsa di Whirlpool -aggiunge Adriano Mureddu, vice president Human Resources per l’area Europa. Medio Oriente e Africa- e l’attenzione al fattore umano non può trascurare l’evoluzione dei mezzi usati nella comunicazione interpersonale. Per questo Facebook rappresenta oggi un luogo ideale per incontrare giovani con attitudine alla leadership che vogliano entrare in un’azienda presente in tutto il mondo che nel 2011 compirà 100 anni e che da sempre guarda al futuro”.

Fonte: http://www.marketingjournal.it/