venerdì 31 agosto 2012

NUOVO CONCORSO DI IDEE PER PUBBLICITA' PROGRESSO

Oggi vi segnalo questa iniziativa interessante sia per il suo scopo sociale sia per la capacità e la voglia di stimolare il talento dei giovani italiani.  Tenetela d'occhio!
Michele

Al via la sesta edizione di "On the move", concorso di idee lanciato dalla fondazione Pubblicità Progresso. L'iniziativa, realizzata con il sostegno della fondazione Cariplo in collaborazione con l'ufficio d'informazione a Milano del Parlamento Europeo, si rivolge, come già nelle precedenti edizioni, agli studenti di università, accademie, scuole di specializzazione, master e giovani laureati da non più di un anno. Il bando è rivolto a ragazzi under 30, che non abbiano maturato esperienze superiori a un anno nell'ambito della pubblicità o del giornalismo. Ai partecipanti si chiede di immaginare di essere un giornalista o un pubblicitario nel 2021, anno in cui la fondazione Pubblicità Progresso festeggerà 50 anni. Come sarà cambiata la società? Quali nuove soluzioni avranno migliorato la vita delle persone e del pianeta? Al bando si può rispondere con articoli, interviste, video interviste, inchieste e rubriche nel caso ci si metta nei panni di un giornalista e con spot, pagine pubblicitarie e banner qualora, invece, si immagini di essere un pubblicitario. Gli elaborati possono essere frutto di un lavoro individuale o di gruppo, fino a un massimo di tre persone. La partecipazione è gratuita e per rispondere al concorso c'è tempo fino al 12 ottobre 2012. Gli elaborati saranno quindi valutati da un'apposita giuria, guidata da Alberto Contri, presidente della fondazione Pubblicità Progresso. In palio ci sono un viaggio a Strasburgo a visitare il Parlamento Europeo e la pubblicazione delle opere migliori sul numero speciale di novembre di della testata digitale BuoneNotizie.it.

mercoledì 29 agosto 2012

FERNANDITO E IL SAPIENTE UTILIZZO DI SOCIAL E UNCONVENTIONAL

Distillerie Branca ha deciso di lanciare un nuovo prodotto in Italia, Fernandito, cocktail tanto popolare in Argentina (dove è nato nel 1995) da essere definito il "cuba libre argentino". Il lancio del prodotto è stato per Branca l'occasione per attuare una strategia di marketing e comunicazione molto innovativa, totalmente non conventional che fa leva sui social network, il web e il guerrilla marketing. Obiettivo più o meno dichiarato: ringiovanire il brand, ad oggi ancora molto legato all'immagine Fernet. Vi riporto una sintesi del progetto a dimostrazione del fatto che quando si hanno le idee chiare e un pò di coraggio è possibile raggiungere i propri obiettivi di posizionamento pur utilizzando tecniche e strumenti differenti.
Michele

Fernandito, il drink con la Mezcla inside, è il cocktail lanciato da Distillerie Branca in Italia con una strategia tutta digitale. Perché il web è quel mondo dove è possibile vivere nuove esperienze, dove le tendenze si incontrano  per fondersi assieme, proprio come la Mezcla.
Da Aprile a Maggio la campagna di comunicazione di Fernandito ha adottato una strategia “teaser”: attraverso un profilo Facebook e Twitter e un sito dedicato (www.fernandito.it), Fernandito ha parlato ai suoi fan della Mezcla, quella forza creativa che unisce elementi tra loro diversi, il cui risultato è migliore delle singole parti. Inoltre la campagna ha promosso  una nuova lingua, il Fernando, un  irriverente mix di Italiano, Inglese e Spagnolo, senza svelare che Fernandito fosse in realtà un cocktail, a base di Fernet-Branca. I profili dei social network hanno riscosso subito molto successo, in particolar modo il Fernando Translator, la app di Facebook che permette di tradurre le frasi dall’italiano al Fernando. Ad integrazione della strategia digitale, nei mesi scorsi, si sono svolte attività di guerrilla marketing, per promuovere il Fernando, la Mezcla e Fernandito, in modo originale e coinvolgente. In Aprile a Milano, Torino, Bologna, Firenze e Roma, è andato in scena Mezcla Stickers: i passanti hanno avuto occasione di imparare il Fernando, grazie a delle cartoline stickers con le quali era possibile comporre frasi in Fernando. Milano, Firenze e Roma hanno invece conosciuto i Mezcla Lovers: quattro coppie di ragazzi, vestiti e truccati secondo le ultime tendenze del mix and match, hanno animato le vie e le piazze delle città, trasmettendo tutta l’energia della Mezcla. Da ultimo, in concomitanza con la Milano Design Week, Fernandito è stato offerto, per la prima volta, in degustazione a tutti coloro che passavano da via Tortona, grazie ad una attività divertente che ha riscosso molto successo.


 

 

lunedì 27 agosto 2012

BRANDING E LA SINDROME DI PIRANDELLO

Rieccomi di ritorno dalle vacanze! Come primo post vi propongo un' avvincente chiave di lettura del celebre romanzo Uno, Nessuno, Centomila in ottica branding, pubblicata da Fabrizio Senici all'interno del gruppo di discussione Branding Intelligence su Linkedin. Buona lettura!
Michele 

Pirandello l'ho letto molti anni fa, e fra tutti i romanzi, me ne ricordo uno che, per la geniale semplicità del concetto di base, mi ha sempre accompagnato nel mio lavoro di consulente in comunicazione.
Il romanzo in questione e' "Uno, nessuno, centomila", pubblicato negli anni venti e che, come molti romanzi e commedie di Pirandello, raccontava dal lato della psiche umana il normale svolgersi di fatti quotidiani di personaggi che potrebbero definirsi della " porta accanto".
 In sintesi la morale del romanzo ci spiega come noi siamo unici (UNO), perché e' chiaro che esprimiamo valori e comportamenti prodotti da un unico cervello e corpo.
Purtroppo o per fortuna viviamo immersi in una rete di rapporti e convenzioni sociali che fanno si che questa nostra unicità sia per così dire "interpretata" dalle molte persone con Cai veniamo in contatto. Basta una parola, un vestito, un atteggiamento, perché ciò sia accollato uno status sociale, una fede politica o una appartenenza che non sono nostri.
Ecco che allora la nostra unicità si frantuma in un gioco di specchi in molteplici unicità, ipoteticamente una per ogni persona con cui intratteniamo una relazione (CENTOMILA).
Ma, e qui sta la genialità di Pirandello, se siamo unici e veniamo visti in centomila forme diverse, il rischio e' che noi non siamo più NESSUNO.
Bello semplice e lineare, ma cosa c'entra questo con l'orientamento al brand?
Faccio un passo indietro e ricordo, a me stesso per primo, che la COERENZA e' la keyword che meglio definisce la somma delle azioni che una Azienda deve compiere per costruire e mantenere una propria IDENTITÀ DI MARCA.
Non basta enunciare valori, scriverli in una brand strategy, rappresentarli con un brand design azzeccato ecc. Ci vuole coerenza tra linguaggio e comunicazione, tra comunicazione scritta e verbale, tra comportamenti dei singoli e comportamenti aziendali.
Se questo discorso e' già abbastanza affermato nel mercato BtoC, provate a fare mente locale su quante e quali aziende che operano nel mercato BtoB, pensano alla loro immagine aziendale come fatto estetico e non rappresentativo di una coerenza di linguaggio tra valori enunciati e valori espressi.
Troppo difficile?
E' qui che sta la differenza tra un'azienda PRODUCT ORIENTED, che ha successo quando il mercato tira, quando vince la battaglia quotidiana sul prezzo, quando la valuta nazionale e' svalutata (vedi fautori del ritorno alla Lira),  e una azienda BRAND ORIENTED che si vede proiettata in una competizione internazionale e che e' destinata a costruire nel tempo un successo commerciale che attraverserà mode e crisi perché avrà sempre ben chiara la rotta tracciata e da seguire.
Fabrizio Senici

venerdì 3 agosto 2012

BUONE VACANZE!

Da oggi il blog si ferma per circa due settimane. Il sole è caldo, il mare chiama e dunque il mio povero cervello necessità di un pò di riposo sul comodino. Vi lascio con un interessante esempio di proximity marketing abbinato a Twitter.  Buone vacanze a tutti!!!!

Tratto da: Bloguerrilla
In Sud Africa basta un tweet per ricevere una lattina di tè da un distributore, è l’idea della BOS Ice Tea, che per promuovere il suo brand ha pensat a questo innovativo modo per dissetarsi.
Una volta posizionati di fronte alla vending machine, basta inviare un tweet con #BOSTWEET4T e un sistema riconoscerà la vostra presenza ringraziandovi con una lattina di tè, mentre su un display lampeggerà il vostro nome account da cui è partito il tweet stesso.

mercoledì 1 agosto 2012

WEB STORYTELLING (lettura consigliata)

Oggi vi propongo una libro molto piacevole per il vostro lifetime sotto l'ombrellone. Si parla di "storytelling" ovvero quella tecnica comunicativa che deve spingere una marca a raccontare se stessa utilizzando uno stile narrativo e creando storie in grado di conquistare l'interesse dei propri consumatori. Molte case history di successo nei social media sono proprio legate alla capacità di un brand di utilizzare questo stile di comunicazione  per costruire storie di marca e duqnue meglio approfondirlo con una lettura ad hoc. 
Michele
 


 Lo sviluppo travolgente del web e dei social media sta sconvolgendo molte certezze acquisite in tema di fenomeni mediali e logiche di marketing. La velocità di cambiamento è tale da lasciare indietro non solo molti manager aziendali ma anche molti analisti. In questo quadro, mentre gran parte dell'attenzione è rivolta alla novità che i social media rappresentano dal punto di vista tecnico, tende a essere trascurata un'area tematica non meno rilevante al fine di creare comunicazioni online di successo: quella dei contenuti.
Il libro interviene precisamente su questo terreno, concentrandosi su una dimensione della comunicazione di marca che è il filo rosso dell'argomentazione: lo storytelling, o meglio, tenuto conto del contesto, il web storytelling. In altre parole, l'arte e la pratica di sviluppare contenuti per la comunicazione di marca sulla rete che abbiano profondità simbolica, valore narrativo e capacità di appellarsi all'immaginario del pubblico.
L'assunto di base è che nel nuovo mondo dei social media, caratterizzato da libertà di scelta, dialogo e partecipazione, le storie conservino tutto il loro potere e lo storytelling di marca abbia nuove opportunità di ispirare i consumatori. Le aziende tuttavia devono reinterpretare profondamente il loro ruolo. L'epoca in cui storie di marca precostituite e di carattere invasivo potevano spingere in modo soddisfacente le vendite si sta esaurendo. Gli utenti del web sono sempre meno interessati a racconti unidirezionali e vogliono essere coinvolti in forme nuove di "condivisione narrativa".


Fonte: FrancoAngeli