Da diverso tempo si parla di "Personal Branding" come condizione indispensabile per poter diventare uno stimato professionista nel proprio ambito lavorativo. Questa tendenza all'utilizzo dei social media per esprimere la propria personalità e le proprie competenze si sta allargando sempre di più fino a coinvolgere quella che notoriamente è la più alta carica aziendale: il CEO. Oggi dovremmo quindi aspettarci che tutti più grandi manager siano in prima linea nell'uso dei social media ma questa affermazione è più facile da dirsi e più difficile da farsi. Non esiste infatti una bacchetta magica da acquistare sul mercato in grado di conferire un social "allure" invidiabile e di rapida costruzione. Tuttavia esistono delle modalità di comunicazione grazie alle quali alcuni top manager internazionali hanno ottenuto grandi risultati.
La testata Mark Up ad esempio cita "Richard Branson, fondatore di Virgin Group. Branson è
uno degli influencer più seguiti in rete, complice il suo saper essere
personaggio. In poche parole: è brand di sé stesso e del gruppo che
rappresenta."
Oppure ci porta l'esempio di: " Muhtar Kent, chairman of board di The Coca-Cola Company, che da LinkedIn
raccoglie collegamenti e divulga informazioni con beneficio suo e della
multinazionale di Atlanta".
Per restare in Italia invece vi ripropongo il caso Kerakoll in cui il CEO Gian Luca Sghedoni è diventato protagonista di una bellissima campagna di recruitment atta alla ricerca e valorizzazione di giovani manager di talento.
Ma cosa hanno in comune questi tre esempi? Secondo me due aspetti fondamentali: l'approccio strategico allo strumento social ed una presenza continuativa ed estremamente trasparente.
Michele
martedì 20 maggio 2014
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