Questo post è un ringraziamento pubblico ad Alessandro Santambrogio per aver scritto nero su bianco come le aziende non abbiano bisogno di fan tanto per fare numero ma di veri e propri ambasciatori del brand disposti anche a difenderlo se necessario. Il problema infatti non è tanto arrivare a 10.000 fan ma è coinvolgerli, farli interagire e tenerseli stretti.
Michele
Ma come possono i brand trasformare semplici fa in amici – ovvero in brand ambassador?
1) Ingaggiare i consumatori sui loro interessi: troppo spesso le aziende pensano che ai consumatori interessi quello che hanno da dire. Sbagliato! Quasi a nessuno interessa sapere che c’è una nuova pantofola col pelo. Ma a molti interessa sapere come tenere caldi i piedi. Quasi a nessuno interessa sapere che c’è un nuovo sugo per la pasta. Ma probabilmente a molti interessa avere un’ottima ricetta per cucinare una strepitosa cenetta a due. Trasferire il discorso dai prodotti ai valori e agli interessi fornisce un territorio molto più ampio e ottime opportunità di ingaggio. (...)
2) Fornire riconoscimento e status: ogni essere umano prova orgoglio nel vedersi riconoscere un ruolo preminente. Una volta attivate le discussioni, è molto probabile che emergano persone più attive, o più esperte di altre. Identificatele e coinvolgetele (...)
3) Offrire accesso esclusivo: Una volta identificati gli amici sarà possibile coinvolgerli in modo più profondo nella vita del brand. Già oggi, per esempio, Dainese coinvolge i motociclisti, attraverso i blog, nel test dei prototipi. Oppure è possibile fornire anticipazioni (...)
4) Incentivare e ricompensare la condivisione: la notorietà sul web si muove attraverso il passaparola, ovvero la condivisione. Ogni share sottopone il vostro messaggio a una nuova community di amici. Incoraggiare questo meccanismo significa aumentare la visibilità del brand. (...)
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giovedì 15 dicembre 2011
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Grazie Michele :-)
RispondiEliminaAlessandro Santambrogio