Oggi vi propongo l'estratto di un'intervista che Toni Muzi Falconi ha realizzato con il leggendario Harold Burson, un ometto che nel 1945 iniziò a relazionarsi con i giornalisti su incarico dell'esercito statunitense dando avvio ad una carriera a dir poco straordinaria.  Fa sempre bene confrontarsi con quelli bravi... buona lettura!
Michele 
  
Quali opinioni hai maturato sull’impatto che le tecnologie 
digitali hanno avuto, stanno avendo e avranno sul lavoro del relatore 
pubblico?
Il digitale costituisce, e non da oggi, un grande sviluppo 
tecnologico, come avvenne con Gutenberg, il telegrafo, la radio, la 
televisione. Anche se il suo impatto è enorme perché ci consente di 
raggiungere più persone a un costo assai più basso e in tempi molto più 
veloci, la comunicazione non cambia. Per sua natura, il digitale è 
neutrale e il suo utilizzo produce conseguenze sia possibile determinare
 criteri e indicatori per giudicare i livelli autentici di credibilità 
delle infinite fonti della Rete.
Voglio però ottimisticamente sperare che, proprio per le sue illimitate 
possibilità di accesso e di espressione, la Rete obbligherà le 
organizzazioni ad allineare i comportamenti con la loro comunicazione e 
viceversa.(...)
In tutti i Paesi è in rapida crescita la tendenza a far 
dipendere il responsabile delle relazioni pubbliche direttamente dal 
ceo. Ti pare una buona idea?
Mai come ora le relazioni pubbliche hanno avuto tanto rilievo 
strategico per le organizzazioni. Mi chiedo soltanto se il responsabile 
non debba piuttosto dipendere dal board. Succede infatti che è sempre 
più frequente il caso del ceo che entra o esce dall’organizzazione 
insieme al responsabile delle relazioni pubbliche. In passato questo non
 avveniva perché la funzione era istituzionalizzata e assicurava  la 
continuità delle politiche aziendale. Non ne sono certo, ma tendo a 
preferire questa seconda strada. (...)
Come definiresti le relazioni pubbliche?
Le relazioni pubbliche contribuiscono a motivare persone o gruppi ad 
assumere determinati comportamenti e quindi possiamo legittimamente 
parlare di una scienza sociale (...)
Leggi l'intervista integrale su www.ferpi.it 
martedì 13 novembre 2012
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