Il web 2.0 ha radicalmente cambiato i rapporti tra giornalisti e relatori pubblici. E’ quanto emerge dalla Media Survey 2010 di PR Week che per la prima volta ha coinvolto anche 1385 uomini della comunicazione.
Lo studio, che ha coinvolto 1300 giornalisti americani di quotidiani (34%) riviste (32%), giornali online ( 13%) televisione (5%), radio (8%) e blog (6%) e per la prima volta anche 1385 professionisti delle relazioni pubbliche, è volto a comprendere come sono cambiate le relazioni fra giornalismo e RP in uno scenario in cui i social media hanno radicalmente rivoluzionato la comunicazione.
I social media e il rapporto giornalismo/Rp
Il 39% dei giornalisti ‘tradizionali’ ha fra i propri compiti professionali quello di scrivere su un blog; al 37% è stato chiesto di divulgare i propri contributi via Twitter.
Il 46% dei giornalisti ammette inoltre di utilizzare talvolta i blog per motivi di ricerca; il 33% utilizza i social network, con una crescita del 9% rispetto allo scorso anno.
“Nell’era digitale siamo alla ricerca del modo più veloce ed efficiente di entrare in connessione con altre persone del settore”, dice Eric Berger, blogger di Houston Chronicle. “La copertura mediatica spesso deriva dalla costruzione di un rapporto col giornalista e sta diventando sempre più frequente nel nostro settore costruire relazioni attraverso i social media, dice Amy Prenner, fondatrice del Prenner Group di Los Angeles. Secondo la survey, il 62% dei PR professionisti segue a sua volta singoli giornalisti e media sui social network.
La prevalenza dei blog
Complessivamente, al 59% i giornalisti sono anche autori di blog, sia a livello professionale che personale, e il 31% è autore di blog per la propria testata d’appartenenza, con una lieve crescita rispetto al 28% del 2009. “Vediamo i giornalisti della stampa entrare nel mondo dei blog per la richiesta da parte del pubblico” dice Berger. “I lettori vogliono poter accedere ai contenuti in diversi modi e i blog forniscono la possibilità di dare un’impronta personale a un determinato articolo. E più informale. Ma i lettori vogliono leggere ancora anche news tradizionali, quindi vedremo molti reporter scrivere su entrambi”.
FONTE: www.ferpi.it - LEGGI TUTTO QUI
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