RIPORTO UN VECCHIO POST PUBBLICATO SU VEROX BRAIN BLOG IN QUANTO MI SEMBRA ANCORA ESTREMAMENTE ATTUALE.
In questi giorni Edmondo Berselli su l’Espresso si esprime con toni definitivi sulle pubblicità che passano in tv: “Quegli spot vendono noia”. In effetti è difficile dargli torto. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un abbassamento della creatività pubblicitaria italiana, gli schemi comunicativi sono sempre gli stessi e le gag da 30 secondi non divertono più il pubblico. Al contrario, in Europa ed oltre oceano le agenzie pubblicitarie si stanno facendo sempre più agguerrite, alla continua ricerca di idee rivoluzionarie ed intrattenimento che tengono il target attaccato al teleschermo.
Ecco che cosa ne pensa Berselli:
“La pubblicità in tv è una delle cose più semplici del mondo, con tipologie fisse. Che si tratti di detersivi o degli spot dei nuovi media
La pubblicità in tv è una delle cose più semplici del mondo. Rispetta alcune tipologie semifisse. Alla fine è riconducibile a pochi modelli. Eccone alcuni. Pubblicità dei detersivi. Naturalmente i pubblicitari sanno benissimo che tutti i detersivi sono uguali, e quindi per convincere le casalinghe bisogna andare sul sicuro. Ci vuole sempre il tipo, adesso Fabio De Luigi, che si presenta e offre due fustini in cambio di uno. La novela va avanti da decenni, e le casalinghe della pubblicità ci cascano sempre. Anziché dire: ma certo, idiota, mi dia i due fustini, si aggrappano al feticcio del fosforo che lava più bianco del bianco. La pubblicità dei detersivi è orrenda, ma probabilmente i pubblicitari pensano che le casalinghe non meritano molto di più, e continuano con la bufala dei due fustini. Pubblicità delle auto. Regola principale di questo genere è che le automobili non si devono vedere mai. In compenso negli spot le macchine fanno cose impensabili e impossibili: scalano pareti di sesto grado superiore, spianano le dune, si trasformano in automi spaventosi. Il messaggio subliminale è il seguente: le auto fanno schifo, e quindi noi pubblicitari siamo costretti a raccontare balle. Pubblicità dei nuovi media, adsl, telefonini eccetera. L’importante di questi spot è che non si capisca niente. I protagonisti devono parlare in modo incomprensibile, riferirsi a fenomeni misteriosi, promettere tariffe miracolose. Anche la pronuncia delle parole deve essere biascicata, veloce, allusiva - vedi Fiorello. Converrebbe rivolgersi subito all’autorità antitrust per denunciare qualcosa, ma forse non ci capiscono niente nemmeno loro. La Luna consiglia: non appena arriva la pubblicità, fare un pisolo”.
giovedì 1 aprile 2010
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