Ho trovato questa notizia tramite Google Alert e mi ha colpito in quanto non pensavo proprio che il primo esmpio di pubblictà online fosse così datato. Tuttavia oggi più di allora ritengo che il probelma non stia tanto nella forma del banner pubblicato ma nel contenuto a cui questo ads rimanda.. contenuto che troppo spesso è noioso, inutile e terribilmente fine a se stesso.
Michele
Il primo risale a 17 anni fa esatti. Lo aveva realizzato l’operatore telefonico statunitense AT&T. Era rettangolare (460x60 pixel) e conteneva la scritta “Have you ever clicked you mouse right here? You Will” (“Hai mai cliccato con il mouse qui? Lo farai”). Il primo sito a ospitarlo è stata la versione online a stelle e strisce del magazine delle nuove tecnologie Wired.
Da allora non c’è sito al mondo che non ospiti (o che non mira a ospitare) un banner promozionale. A ricordare la vicenda è la versione italiana di Wired. Viene spiegata la rivoluzione concettuale e commerciale di quelle piccole strisce presenti nelle pagine web. Attualmente ne esistono di tutte le forme e dimensioni, colorati, a scomparsa, animati, associati a foto e filmati.
Con la crescita delle velocità delle connessioni, i pubblicitari si sono sbizzarriti e hanno iniziato a creare banner sempre più elaborati e dalle estensioni maggiori. La capacità di catturare l’attenzione dell’utente è migliorata a tal punto che, in base alle stime di eMarketer riprese dal magazine, in questo momento il mercato dei banner pubblicitari vale oltre 24 miliardi di dollari.
Con il tempo è stato aggiunto il contatore delle visite. Un passaggio scontato ora, ma innovativo allora. Come spiega Wired: per la prima volta si poteva conoscere il numero esatto di persone che leggevano i claim pubblicitari e anche quelli che cliccavano sul brand. Lo stravolgimento - ragiona - non avrebbe riguardato, però, solo il mondo ad, ma tutta l’ editoria online.
Fonte: webmasterpoint.org
venerdì 28 ottobre 2011
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