Sulla bacheca Facebook di un amico, mente brillante ed estremamente creativa, ho letto uno sfogo a cuore aperto rispetto al valore di Steve Jobs e all'incoerenza di persone che si riempiono la bocca con le sue frasi senza magari conoscerne realmente la storia e il senso. Leggete questa lettera tutta d' un fiato e capirete cosa ha realmente significato Steve per molti di noi.
Grazie caro per aver scritto questi pensieri!
Michele
Scrivo a tutti coloro che, come me, ieri hanno vissuto una giornata decisamente amara, inconsueta, surreale. Parlo a tutti coloro che, aprendo la home page di Apple, hanno sentito un nodo stretto allo stomaco, un senso di commozione e tristezza, quasi avessero perso un amico.Penso a tutti coloro che, in quella fotografia in bianco e nero, sono tornati con la mente indietro nel tempo, riassaporand...o quelle trepidanti attese davanti ad uno streaming che, attimo dopo attimo, concedeva stupore ed emozione.Sono convinto che, per molti, queste parole possono sembrare sopra le righe, fuori luogo o esagerate; si tratta pur sempre di una persona mai vista ne conosciuta, lontana anni luce sia per posizione geografica che per classe sociale ed ambizione. Eppure, da ieri, ho la percezione che mi manchi qualcosa.Sono entrato nella famiglia Apple nel 1994 con il mio primo LC II e da quel momento non ne sono più uscito. Ho vissuto 17 anni in compagnia di quel misero 3% di utenti informatici che, grazie alla spinta di Steve, hanno deciso di "Pensare Differente", alla faccia dei coetanei che mi prendevano in giro perchè "...tu con quel Mac non ci puoi nemmeno giocare". Ho lottato, studiato, mi sono formato grazie all'ideale che Steve mi ha trasmesso, perchè le macchine erano solo un supporto, perchè quello che conta è l'autodeterminazione dell'individuo, perchè questa è Apple.Ho sentito troppa retorica e pressapochismo per non intervenire e sottolineare che non abbiamo perso solo il guru del personal computer, il luminare dell'informatica o l'inventore dello "smartphone che non puoi non avere"; ci ha lasciati un visionario che ha rivoluzionato il mondo con le intenzioni e la difesa dei propri ideali. In questo senso le parole del grande Woz sono sembrate la più limpida e lucida testimonianza: "...Sono sconvolto, basito, non riesco a pensare ad altro. E' come quando è morto Lennon o JFK o Martin Luther King".Non avrebbe alcun senso citare le famose parole di Stanford davanti ai neo laureati (come per altro è stato fatto impropriamente in tutti i tg) senza, molti anni prima, aver compreso, vissuto e condiviso con quel 3% di entusiasti amici di famiglia il desiderio di muoversi contro corrente, di spingersi oltre, di vivere con l'ambizione di conoscere, di considerare la comunicazione e l'estetica il caposaldo dell'epoca moderna.Per il resto del mondo l'amarezza è già finita, il ritmo della vita ha ripreso il sopravvento e nuovi oggetti Apple, sempre più cool e tecnologici, alimenteranno ambizioni e aspettative dei giovani di oggi e domani. A noi arcaici nostalgici della mela con l'arcobaleno rimane il rimpianto di aver perso un mentore, una guida che ci ha condotti alla maturazione come professionisti ma soprattutto come uomini. Oggi ho 31 anni e sono diventato un creativo grazie a Steve, alla sua passione, alla sua lungimiranza, al suo esempio. Non posso fare a meno di accennare un timido sorriso di fronte alla sua ultima e strepitosa performance comunicativa, mobilitando, per un giorno, media, autorità e persone comuni verso il cielo di Cupertino. Ce l'abbiamo fatta Steve. Almeno per un giorno il mondo ha conosciuto le autentiche anime di Apple.
PS: Da ieri la lucina in stand by del mio Macbook che accompagnava il mio respiro assonnato dopo nottate di lavoro davanti allo schermo, ha smesso di pulsare, di respirare, proprio come te Steve.
Luca
venerdì 7 ottobre 2011
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