venerdì 27 aprile 2012

COME TI AMMAZZO UN'IDEA

Mi sono troppo immedesimato in questo post. Specialmente quando si fanno dei brainstorming sarebbe bene lasciare il killer insitnct fuori dalla porta... frasi come "sicuramente esiste già" non ti portano da nessuna parte.
Michele


Oggi vi voglio parlare di un nemico agguerrito della creatività: le frasi killer.
Per sviluppare un’idea che abbiamo generato, magari utilizzando le nostre amate tecniche creative, molto probabilmente necessiteremo di un lavoro di gruppo, individui con cui collaborare e ai quali dovremo comunicare la nostra idea.
Supponendo che l’idea sia buona e ben comunicata (due fattori importanti per far sì che vada avanti), ad un certo punto è probabile che saremo costretti ad affrontare quelle che Chic Thompson ha definito le Frasi Killer.
Si racconta che, nel 1899, il direttore dell’Ufficio brevetti americano dichiarò: “Tutto ciò che può essere inventato, è già stato inventato”. E stava pure per chiudere l’ufficio. Altro che frase killer…
Le frasi killer, in realtà, nascondono la nostra naturale resistenza al cambiamento. Se, infatti, il cambiamento è uno dei nostri bisogni, anche la stabilità lo è sicuramente e una nuova idea, valida e veramente innovativa, mina lo status quo al quale ci siamo abituati. Va, insomma, a minacciare la nostra zona di comfort, quel guscio che ci protegge e che ci impedisce di metterci alla prova. (...)
Qualche frase killer tipica che riscontro nel Crealab, il laboratorio di creatività che conduco, nelle varie reazioni dei critici alle idee nuove:
  1. Sì, ma…
  2. Ci abbiamo già provato
  3. Questo è irrilevante
  4. Non abbiamo la forza-lavoro
  5. Non agitare le acque
  6. Non sprecare il tempo a pensare
  7. Buona idea, ma non per noi
  8. Non decollerà mai
  9. Non essere ridicolo
  10. La gente non vuole cambiamenti
  11. Non è in budget
     
     
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giovedì 26 aprile 2012

I QRCODE QUESTI SCONOSCIUTI...

Vi segnalo un post molto ben dettagliato sui pro e i contro dei QRCODE. Senza dubbio tra i suggerimenti forniti dall'autore mi preme sottolinerare il 3°: "fornite agli utenti una ragione precisa per leggere il vostro codice". E' già... qualsiasi sia il vostro mezzo di comunicazione se manca il contenuto in grado di interessare, attrarre e coinvolgere sarà molto difficile ottenere dei risultati. 
Michele

I QR Code stanno per compiere vent’anni, ma soltanto da poco sono stati scoperti dagli uffici marketing, che hanno iniziato a usarli sempre più frequentemente. Il motivo? Sono in sistema più facile ed economico per spingere un consumatore dotato di smartphone a visitare un sito web partendo da un altro media (un’affissione, uno spot televisivo, un telefono cellulare…). Nel 2011 l’uso dei QR Code ha subito un incremento a due cifre in molti paesi, Italia compresa e il trend non accenna a diminuire. Ma come vedremo fra poco, non basta pubblicare un codice per garantire il successo di una campagna promozionale. Anzi, a volte un quadratino bianco si trasforma in un boomerang. I 5 esempi qui sotto si riferiscono a campagne di marketing lanciate nel 2011 da brand molto noti, che con errori da principianti hanno fatto sorridere (invece di comprare) mezza Rete.

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venerdì 20 aprile 2012

ELOGIO DELL'ERRORE (LETTURA CONSIGLIATA)

Oggi vi segnalo un libro che mi hanno fatto scoprire pochi giorni fa e di cui vi riporto la recensione ufficiale scritta sul sito dell'editore. 
Il libro mi incuriosice molto perchè credo che nei reparti R&D e Marketing delle aziende, se si vuole realmente continuare ad inventare qualcosa di nuovo e di diverso sia necessario dotarsi di una cultura dell'errore che ci tolga dalla paura di sbagliare ed incentivi così nei manager italiani la filosofia del think out of the box.
Michele



Cosa facciamo quando ci troviamo di fronte a problemi complessi? Di solito attendiamo che un leader - sia esso un politico, uno scienziato, un manager - ci illumini con la sua grande visione, contiamo sul dettagliato piano d'azione messo a punto dagli esperti o ci affidiamo alle infallibili intuizioni di un guru. In questo libro rivoluzionario Tim Harford dimostra che, nella maggior parte dei casi, nessuna di queste strade conduce a una soluzione.
Il mondo in cui viviamo è tanto complicato e imprevedibile da rendere inutili, quando non nocive, le formule preconfezionate imposte dall'alto o l'expertise dei luminari. Occorre cambiare radicalmente approccio e ricordare come la natura stessa ha risposto a tutte le sfide: con l'evoluzione e l'adattamento. Intessendo abilmente psicologia, biologia, antropologia, fisica ed economia con brillanti resoconti di lezioni "dal basso", Harford costruisce un appassionato elogio dell'errore, mostrandoci come i fallimenti nel campo della lotta al terrorismo, dei cambiamenti climatici, della povertà e delle crisi finanziarie possano ispirare modelli e soluzioni vincenti.
Ci vuole il coraggio, suggerisce l'autore, di uscire dal tracciato e introdurre innovazione e creatività negli affari e nella vita, improvvisare (adattandosi) anziché pianificare dall'alto, agire d'intuito a scapito delle regole. Ci vuole l'impudenza di sbagliare, consapevoli che il metodo per tentativi ed errori tanto vituperato dai cosiddetti esperti è l'unica chiave per addomesticare un mondo complesso e mutevole.

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mercoledì 18 aprile 2012

ODE ALLA CREATIVITA': LA COPERTINA DEL WHITE ALBUM

Ieri sera ho assistito ad un bellissimo show sui vinili da collezione e devo dire che tra le meravigliose copertine presentate e spiegate come fossero vere opere d'arte mi ha colpito la storia del White Album dei Beatles. 
Reduci dal successo di Sgt Pepper, i baronetti si interrogavano su quale copertina del disco avrebbe maggiormente attratto e soddisfatto i fan in attesa.
Con la mediazione di Robert Fraser, al proposito fu interpellato l'artista Richard Hamilton
Dopo essere sparito dalla circolazione per alcuni mesi si presentò davanti ai ragazzi di Liverpool con un'idea coraggiosa e diametralmente opposta al fantasioso collage di Sgt Pepper. Una copertina interamente bianca, soltanto con il titolo The Beatles in rilievo. 





Cioè avete capito.. questo signore riceve l'incarico dalla band più importante e famosa del tempo, fa perdere le sue tracce per qualche mese e poi  si ripresenta da loro con una "non-copertina".  Avrei voluto vedere la faccia di John...
Siamo nel 1968. Francamente davanti a cotanta genialità e coraggio mi vengono i brividi!


Michele 





lunedì 16 aprile 2012

APPUNTI SPARSI SUL CONVEGNO IMW 2012

Venerdi ho partecipato ad un convegno molto interessante (www.imwbrescia.com).
Vi riporto di seguito alcuni appunti sparsi dei concetti che più mi hanno colpito e fatto riflettere.

- sempre più utenti sono connessi tra loro grazie alle nuove tecnologie e questo comporta un cambiamento nei business trend del futuro: globale, collaborativo, velocità.

- il valore di una organizzazine sarà seempre di più insito nella sua capacità di fare networking costruendo reti di imprese

- il vero asset del web non è la tecnologia ma la possibilità di far interagire in tempo reale milioni di persone

- I soldi senza la cultura del rischio ed il coraggio imprenditoriale non creano opportunità 

- Segreti di una startup: 1) sognare 2) capire se c'è un mercato 3) focus 

-  "senza un under 30 in ogni team non vai da nessuna parte" (Vittorio Viarengo)

- ciò che accomuna i successi degli italiani nel mondo è la filosofia che guida le loro scelte: "think out of the box" (Roberto Bonzio)

- per un italiano il fatto che le regole sono più che altro una traccia può essere un vantaggio 

- "Per avviare una startup servono gli smart money: soldi + competenze " (Jacopo Morelli) 

- Se non si accetta il rischio di sbagliare non si può fare niente di nuovo. E' la forza della Silicon Valley 

- i giovani devono andar via per curiosità e non per disperazione. Andar via dall'Italia e poi tornare

-Vediamo la realtà attraverso modelli mentali. Per innovare dobbiamo sognare e imparare a superarli. 

Michele 

giovedì 12 aprile 2012

LA RICERCA NIELSEN SUL PASSAPAROLA

Qualcuno, dalla parte delle aziende,  mi spiega perchè nonostante questi dati siano sempre più consistenti molti brand  guardano ancora con diffidenza il mondo social?
Michele
 
I consumatori di tutto il mondo si fidano del passaparola e delle raccomandazioni da parte di amici e parenti. Secondo uno studio Nielsen, il 92% dei consumatori in tutto il mondo dichiara di fidarsi dei media earned, più di tutte le altre forme di pubblicità, con un incremento del 18% dal  2007.
commenti dei consumatori online sono la seconda forma più affidabile di pubblicità: dei consumatori globali intervistati online il 70% dichiara, infatti, di fidarsi di questa modalità di comunicazione, con un aumento del 15% in quattro anni. L’indagine Global Trust in Advertising di Nielsen, condotta intervistando oltre 28 mila utenti internet in 56 Paesi, dimostra che, anche se quasi la metà (47%) dei consumatori di tutto il mondo dichiara di credere agli annunci a pagamento in televisione, su riviste e giornali, la fiducia è diminuita rispettivamente del 24%, 20% e 25% dal 2009.  (...)
La ricerca Nielsen dimostra che il 58% dei consumatori globali online si fida degli “owned media”, come per esempio i messaggi sui siti web aziendali, e il 50% considera credibile il contenuto delle
e-mail che ha acconsentito a ricevere. Il 40% degli intervistati a livello mondiale ritiene efficace il product placement nei programmi televisivi, mentre il 42% si affida agli annunci radiofonici e il 41% ai messaggi pubblicitari proiettati nelle sale cinematografiche prima dei film.(...)

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martedì 10 aprile 2012

SE UN POSTER VOLESSE BACIARTI?

Sembra assurdo lo so, ma evidentemente  prima o poi chinque potrà realizzare il sogno di baciare le attrici e modelle più belle del mondo.... 
Michele

Il digitale e l’evoluzione tecnologica trasformano il mondo dell’advertising in molti modi. La rete, il mobile, i social media si configurano sempre più spesso come canali privilegiato di pubblicità e sviluppo di relazioni con i clienti, ma le trasformazione indotte sono più vaste.
Il display advertising outdoor sta attraversando a sua volta una fase di profonda trasformazione indotta dalla tecnologia. I cartelloni mutano in qualcosa di maggiormente interattivo, personalizzato e complesso.
Cartelloni e poster interattivi vengono sperimentati da anni soprattutto con l’obiettivo di personalizzare il messaggio presentato, ad esempio tramite software facciali che riconoscendo il sesso del passante mostrano diversi ads.



Un team dell’università di Keio sta sviluppando, però, un progetto curioso che permette un’ interazione con la pubblicità del tutto diversa. Una serie di sensori inseriti nel cartellone permetteranno di adeguare la pubblicità al movimento dei passanti, ma la vera novità sta nella curiosa modalità di interazione che i ricercatori hanno immaginato. I passanti potranno baciare la star presente sul cartellone, che reagirà al contatto.
Il team vorrebbe integrare il suo sistema anche in un’app mobile e ritiene che le applicazioni commerciali possano essere ampie. “Abbiamo costruito il sistema perché pensiamo, che se un poster potesse muoversi per seguire i movimenti delle persone, sarebbe interattivo e divertente.”



venerdì 6 aprile 2012

L'ELEFANTE E IL TELEFONINO

Ancora una volta mi ritrovo ad elogiare Samsung per il coraggio e la creatività che permea tutte le sue attività di comunicazione. L'ultima trovata riguarda un elefante vero alle prese con il nuovo Galaxy.
Il video è veramente divertente! Complimenti.




Se pensate che sia falso, guardate il backstage:
http://youtu.be/TBfxwbVjCbU 

Michele

mercoledì 4 aprile 2012

IL GIORNALISMO SOPRAVVIVERA' AI SOCIAL?

Oggi vi propongo questa riflessione partendo dall'estratto di un post scritto su Linkiesta  da Linda Finardi.

Ha ancora senso la figura del giornalista quale intermediario e “diffusore” di notizie ora che sempre più i “social” – e in modo particolare twitter – permettono un’informazione in tempo reale da tutti a tutti?
Se nel passato il giornalista deteneva un minimo di potere nel costruire e confezionare l’informazione e quindi un minimo di potere di veicolare significati e cultura, perché faceva da tramite tra politica e opinione pubblica, oggi tale ruolo sembra venire meno di fronte all’accesso e all’uso facile e di massa ai social network.
Twitter, diventato luogo e strumento dell’informazione in tempo reale, mette ulteriormente in discussione la tradizionale forma gerarchica dei mezzi di comunicazione e quindi il loro relativo potere di influenzare e orientare la società. E’ l’epoca questa dell’autocomunicazione di massa (Manuel Castells, Comunicazione e potere) una situazione dove tutti comunicano con tutti in modo multi e pluri direzionale. E che fine fanno i giornalisti in questa situazione? 

Continua a leggere l'articolo originale qui...


I nuovi flussi dell'informazione e la velocità con cui una notizia passa dalla fonte al destinatario è un fenomeno che da tempo viene studiato nelle facoltà di sociologia e comunicazione ma la domanda che vi pongo è la seguente: riusciranno i giornalisti a trasformare i social da apparenti minaccie in validi alleati per la propria professione? 
Io dico di si.

Michele

martedì 3 aprile 2012

IL MARKETING INTELLIGENTE DELLA BIRRA PERONI

Ho notato in Tv il nuovo spot della birra Peroni e ne sono rimasto entusiasta. I motivi della mia euforia derivano dalla scelta veramente smart di differenziare il posizionamento puntando forte sul concept "domenica in famiglia", espressione dell'italianità del brand e momento di consumo diverso dalla solita movida a cui gli spot delle birre ci hanno abituato. Queste due mosse consentono a Peroni di restare ben lontana dalla feroce concorrenza Beck's - Heineken presidiando un territorio di comunicazione tutto suo.  Complimenti.
Michele