mercoledì 4 aprile 2012

IL GIORNALISMO SOPRAVVIVERA' AI SOCIAL?

Oggi vi propongo questa riflessione partendo dall'estratto di un post scritto su Linkiesta  da Linda Finardi.

Ha ancora senso la figura del giornalista quale intermediario e “diffusore” di notizie ora che sempre più i “social” – e in modo particolare twitter – permettono un’informazione in tempo reale da tutti a tutti?
Se nel passato il giornalista deteneva un minimo di potere nel costruire e confezionare l’informazione e quindi un minimo di potere di veicolare significati e cultura, perché faceva da tramite tra politica e opinione pubblica, oggi tale ruolo sembra venire meno di fronte all’accesso e all’uso facile e di massa ai social network.
Twitter, diventato luogo e strumento dell’informazione in tempo reale, mette ulteriormente in discussione la tradizionale forma gerarchica dei mezzi di comunicazione e quindi il loro relativo potere di influenzare e orientare la società. E’ l’epoca questa dell’autocomunicazione di massa (Manuel Castells, Comunicazione e potere) una situazione dove tutti comunicano con tutti in modo multi e pluri direzionale. E che fine fanno i giornalisti in questa situazione? 

Continua a leggere l'articolo originale qui...


I nuovi flussi dell'informazione e la velocità con cui una notizia passa dalla fonte al destinatario è un fenomeno che da tempo viene studiato nelle facoltà di sociologia e comunicazione ma la domanda che vi pongo è la seguente: riusciranno i giornalisti a trasformare i social da apparenti minaccie in validi alleati per la propria professione? 
Io dico di si.

Michele

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