mercoledì 26 maggio 2010

40 ANNI DI FERPI

di Gianluca Comin

Esattamente 40 anni fa, nel maggio del 1970, nasceva Ferpi dalla fusione di Fierp e Firp, le prime due organizzazioni della nostra professione.

Erano anni di profonde trasformazioni, di cambiamenti, di messa in discussione dei vecchi paradigmi. La diffusione della televisione e dei periodici, che in pochi anni divennero i protagonisti della nuova comunicazione, richiedeva professionalità in grado di gestire l’immagine e di veicolare i messaggi delle imprese e dei loro prodotti al grande pubblico.

Le relazioni pubbliche erano approdate nel nostro Paese nell’immediato dopoguerra e Alvise Barison, che diventerà anche il primo Presidente di Ferpi, ne era stato il precursore. A lui con Lino Cardarelli, Alceo Moretti, Guglielmo Trillo, Giacomina Lapenna, un giovanissimo Attilio Consonni e Gherarda Guastalla Lucchini va il nostro affettuoso saluto. Un ricordo affettuoso anche a Guido de Rossi del Lion Nero, Aldo Chiappe e altri nostri padri che non ci sono più.

I bisogni dei consumatori venivano soddisfatti da un unico medium, da un’unica piattaforma: la televisione, accusata, appena qualche anno dopo, con il processo alla pubblicità prodotto dall’eco del libro I persuasori occulti di Vance Packard.

In quegli anni alcune grandi organizzazioni cominciavano ad istituire le Direzioni Comunicazione: penso all’Olivetti, alla Pirelli, alla Ferrero, alla Esso, alla Rai. Ma la spesa in comunicazione e pubblicità era lo 0,6 del Pil nazionale rispetto all’1,5 della Francia e all’1,9 dell’Inghilterra (Upa su dati Istat, 1976).

La comunicazione delle aziende passava dai quotidiani, dai tantissimi settimanali e periodici, dalle grandi sponsorizzazioni culturali ma era ridotta a mera attività strumentale pensata come servizio a valle di momenti decisionali interni dell’impresa o di altre organizzazioni.

E proprio in quegli anni nacquero iniziative editoriali ancora oggi di primo piano: è il caso di Prima Comunicazione nel 1973, periodico d’informazione interamente dedicato all’editoria, al giornalismo, alla comunicazione d’impresa e dell’Istituto di Formazione in Relazioni Pubbliche che Milano inaugura qualche anno dopo.

Negli anni ’70 dunque le Relazioni pubbliche cominciano ad affermarsi nello scenario italiano, ma sono gli anni ’80 che le consacrano come funzione indispensabile per le imprese.

Dalle attività di relazioni con i media, quella che ancora oggi chiamiamo ufficio stampa, iniziano a farsi largo anche altre attività che ne diventeranno funzioni specialistiche: le relazioni istituzionali, la lobbying con i grandi poteri (governo, banche, associazioni industriali, organismi internazionali, cerimoniale, etc.), le relazioni industriali, le relazioni internazionali.

Un corrispondente dell’epoca di un noto quotidiano – curioso di Rp – oggi tra i più autorevoli rappresentanti della Federazione a livello internazionale nonché Presidente Ferpi dal 2000 al 2003 (Toni Muzi Falconi) – racconta così i comunicologhi dell’epoca:

sono più di un migliaio nel nostro Paese i professionisti delle Rp, in realtà non più di una cinquantina possono essere considerati dei veri e propri esperti in relazioni pubbliche. E i più giovani, vengono relegati in posizioni di secondo piano e ridotti a consulenti aziendali.

Quarant’anni dopo i Relatori pubblici nel nostro Paese sono più di 100.000 e siamo completamente sommersi dalla conoscenza.

Tutti accediamo all’informazione o all’intrattenimento su una pluralità di piatteforme e di mezzi: Tv, Internet, Stampa, Digitale Terrestre, Social Network.

Se diamo uno sguardo ai numeri ci accorgiamo come il web abbia spopolato: siamo oltre 24 milioni a navigare in rete. Scriviamo sui blog, abbiamo un profilo su Fb, votiamo, giudichiamo, sosteniamo politici, prodotti e imprese.

Comunicazione oggi è sinonimo di reputazione, strategia, ricerca del consenso.

Nessun commento:

Posta un commento