Ieri ho avuto la fortuna di assistere ad un evento in cui ho conosciuto Nicola Zanella, conusulente e formatore, autore di un libro molto interessante: "LEONARDO PER MANAGER".
Leonardo da Vinci è stato un grande precursore anche nel campo del management: nella sua attività ha studiato il mercato, trovato clienti, negoziato compensi, pubblicizzato il proprio lavoro, gestito collaboratori. Per la prima volta, e in modo mirato sul mondo dell'impresa, viene analizzato il pensiero del sommo artista per trarne indicazioni preziose da utilizzare nella crescita personale e professionale di manager e imprenditori e nello sviluppo delle loro aziende. Suddiviso in capitoli brevi, il libro tocca tutte le aree di cui sideve occupare un manager "universale": dalle caratteristiche personali al profilo intellettuale, dall'atteggiamento mentale alla pianificazione della carriera, dalla gestione delle risorse umane al pensiero creativo, per concludere con le strategie aziendali.
Molto interessanti sono le captions posizionate alla fine di ogni capitolo nel quale viene descritto in concreto il comportamento di un vero "manager leonardesco".
Insomma se credete che Leonardo possa insegnarvi qualcosa credo che leggendo questo libro non rimarrete delusi.
Buona lettura
Michele Rinaldi
mercoledì 30 giugno 2010
martedì 29 giugno 2010
BRAND IDENTITY GRAND PRIX 2010
Il GrandPrix Brand Identity premia i migliori progetti d'identità di marca e di design strategico, sotto il profilo strutturale della comunicazione visiva. Allo stesso tempo, vuole contribuire alla scoperta e all'enfatizzazione di nuovi talenti creativi fornendo alle aziende uno strumento in più per scegliere la giusta agenzia.
La Giuria, composta da autorevoli personaggi del mondo della comunicazione visiva e da direttori marketing delle aziende investitrici, avrà il compito di assegnare i premi e di selezionare i finalisti della sezione "i premi delle forme".
Il GrandPrix sarà scelto tra tutti i premi di categoria.
Accanto ai premi per le categorie "classiche" verranno assegnati Premi Speciali dedicati al Vetro, alla Plastica e al Cartone, trasversali per tutte le categorie di packaging. La Giuria selezionerà tra tutti gli iscritti una short list di lavori che si distinguono per soluzioni tecniche, per ricercatezza grafica, originalità delle forme o per qualunque altro elemento giudicato distintivo per ciascuno dei tre materiali.
I lavori selezionati saranno esposti alla serata conclusiva per essere votati da tutto il pubblico partecipante.
Per maggiori info: http://grandprixpubblicitaitalia.it/gp2premi.php
La Giuria, composta da autorevoli personaggi del mondo della comunicazione visiva e da direttori marketing delle aziende investitrici, avrà il compito di assegnare i premi e di selezionare i finalisti della sezione "i premi delle forme".
Il GrandPrix sarà scelto tra tutti i premi di categoria.
Accanto ai premi per le categorie "classiche" verranno assegnati Premi Speciali dedicati al Vetro, alla Plastica e al Cartone, trasversali per tutte le categorie di packaging. La Giuria selezionerà tra tutti gli iscritti una short list di lavori che si distinguono per soluzioni tecniche, per ricercatezza grafica, originalità delle forme o per qualunque altro elemento giudicato distintivo per ciascuno dei tre materiali.
I lavori selezionati saranno esposti alla serata conclusiva per essere votati da tutto il pubblico partecipante.
Per maggiori info: http://grandprixpubblicitaitalia.it/gp2premi.php
lunedì 28 giugno 2010
UNCONVENTIONAL PER PESARO FILM FESTIVAL 2010
La 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, in collaborazione con “la COLONIA della comunicazione” dei Corsi di Laurea in Comunicazione e Pubblicità della Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dopo il successo degli anni scorsi organizza una nuova campagna di comunicazione non convenzionale.
La campagna, ideata da Flavio Castronovi, Davide Fraternali e Daniela Vitri con la direzione creativa di Marco Livi, gioca sulla metafora del medicinale. Il Festival del Cinema di Pesaro diventa una cura capace di proteggere dalla banalità culturale presente in diversi ambiti della vita quotidiana. Così un flacone di gocce marchiato Pesaro Film Festival diventa “un antidoto alla stitichezza mentale”, una confezione di crema snellente “elimina la banalità in eccesso” e un preservativo “protegge dalle malattie televisivamente trasmissibili”.
Leggi tutto QUI
venerdì 25 giugno 2010
COS'E' IL BUZZ?
Si chiama buzz. In inglese vuol dire ronzio. Nel marketing il suo significato non è così diverso. Indicato a volte anche come passaparola o word of mouth (wom), indica il diffondersi di suggerimenti o, più in generale, di contenuti all’interno di una rete sociale.
L’ambito specifico del marketing è quello non convenzionale, anche se in fondo mi chiedo quanto tempo debba passare ancora perchè diventi convenzionalmente di default.
Lo scopo del buzz marketing è quello di aumentare il volume e la qualità delle conversazioni riguardanti un prodotto o un servizio in modo da accrescere la repurazione di un brand. L’obiettivo viene raggiunto facendo discutere di sé, creare il ronzio, e per questo è fondamentale dare alle persone argomenti per parlare di sé e luoghi ove poterlo fare.
Creare il buzz è necessario per tutti coloro che operano nel mercato, siccome non esiste una bacchetta magica che fa in modo che clienti si rivolgano a noi e nuovi visitatori giungano alla ns pagina.
E naturalmente il processo di creazione del buzz non si esaurisce dalla – pur fondamentale – creazione di un blog (piuttosto che dalla pubblicazione di un video o dall’innescamento, detto anche seeding, di un passaparola). Nella categoria di questo articolo raccoglieremo d’ora in avanti le nostre riflessioni sull’argomento, sempre in considerazione dell’esperienza che Bancomail sta applicando sulla propria identità.
Quali sono gli strumenti necessari per una corretta strategia che coinvolge i social media?
- Blog
- Microblogging
- Facebook
- Video e Photo Sharing
- Social Bookmarking
- Slide
- Podcast
- Wiki
l marketing nei social media può spesso generare confusione. Ci sono molti network e molti canali da scegliere. Creare una presenza su tutti i canali è costoso in termini di tempo, ma scegliere cosa usare in modo casuale non è una buona strategia (a dire il vero, non è affatto una strategia!). Le aziende devono piuttosto comprendere quale mix di social media sia più adatto per la propria realtà. Noi suggeriamo di identificare con una fondata analisi preventiva gli strumenti per il proprio business a seconda della propria audience. A quel punto il business plan è una strategia passo per passo in cui le idee, nate spesso in fase di brainstoming, hanno un’importanza determinante.
Fonte: www.comunitazione.it
giovedì 24 giugno 2010
MARKETING ED ETICA SI INCONTRANO
Unilever è uno dei principali gruppi mondiali di beni di largo consumo presente in più di 100 Paesi nel mondo. Tra i suoi brand più famosi in Italia ci sono Knorr, Findus, Algida, Dove, Mentadent, Coccolino e Lipton.
La responsabilità sociale d'impresa (CSR), sempre più discussa al giorno d'oggi, è un elemento fondamentale da tenere in considerazione quando si tratta di marketing. L'esempio ce lo da, appunto, Unilever: la corporate social responsibility si manifesta, in questa grande multinazionale, anche attraverso la partecipazione al Programma Alimentare Mondiale (WFP), la più grande agenzia umanitaria che lotta contro la fame nel mondo.
Soprattutto grazie alle donazioni, ogni anno in media il WFP sfama più di 90 milioni di persone in 70 diversi Paesi e fornisce pasti scolastici a decine di milioni di bambini. Tra le principali iniziative di Fundraising c'è la Walk the World (WTW), un’iniziativa che ogni anno, dal 2003 coinvolge nelle piazze di tutto il mondo migliaia di persone pronte a camminare contro la fame. Camminare come i bambini - che devono percorrere chilometri per raggiungere ogni giorno la scuola, spesso a stomaco vuoto - e per i bambini.
Sebbene la WTW di quest'anno sia già terminata - lo scorso 6 giugno si è svolta anche Roma - grazie all'iniziativa di fundraising 2.0 promossa da Unilever è possibile continuare a donare, partecipando alla community o direttamente attraverso li sequente link: Donate Now. Nell'invitarvi a fare anche voi la vostra donazione, vi segnalo che al WFP bastano 20 centesimi per poter dare un pasto nutriente a scuola ai bambini delle zone più povere del mondo.
Che altro dire se non che, ancora una volta, il marketing e l'etica hanno dimostrato di essere non solo compatibili ma addirittura reciprocamente auspocabili!
Fonte: Marketingbocconi.com
La responsabilità sociale d'impresa (CSR), sempre più discussa al giorno d'oggi, è un elemento fondamentale da tenere in considerazione quando si tratta di marketing. L'esempio ce lo da, appunto, Unilever: la corporate social responsibility si manifesta, in questa grande multinazionale, anche attraverso la partecipazione al Programma Alimentare Mondiale (WFP), la più grande agenzia umanitaria che lotta contro la fame nel mondo.
Soprattutto grazie alle donazioni, ogni anno in media il WFP sfama più di 90 milioni di persone in 70 diversi Paesi e fornisce pasti scolastici a decine di milioni di bambini. Tra le principali iniziative di Fundraising c'è la Walk the World (WTW), un’iniziativa che ogni anno, dal 2003 coinvolge nelle piazze di tutto il mondo migliaia di persone pronte a camminare contro la fame. Camminare come i bambini - che devono percorrere chilometri per raggiungere ogni giorno la scuola, spesso a stomaco vuoto - e per i bambini.
Sebbene la WTW di quest'anno sia già terminata - lo scorso 6 giugno si è svolta anche Roma - grazie all'iniziativa di fundraising 2.0 promossa da Unilever è possibile continuare a donare, partecipando alla community o direttamente attraverso li sequente link: Donate Now. Nell'invitarvi a fare anche voi la vostra donazione, vi segnalo che al WFP bastano 20 centesimi per poter dare un pasto nutriente a scuola ai bambini delle zone più povere del mondo.
Che altro dire se non che, ancora una volta, il marketing e l'etica hanno dimostrato di essere non solo compatibili ma addirittura reciprocamente auspocabili!
Fonte: Marketingbocconi.com
mercoledì 23 giugno 2010
LO SPOT 2.0: YOUTUBE COME STRUMENTO PUBBLICITARIO
IL NUOVO LIBRO di Americo Bazzoffia – Edizioni Franco Angeli – Milano
L'ascesa prepotente di internet negli ultimi anni ha rivoluzionato il modo di fare pubblicità, cambiando il formato e i sistemi di diffusione del messaggio e creando così il bisogno di nuove figure professionali più complete e continuamente aggiornate sulle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Come afferma l’autore il prof. Americo Bazzoffia, docente di Tecniche della comunicazione pubblicitaria nella Facoltà di Scienze della Comunicazione alla “Sapienza” e Coordinatore didattico presso lo IED di Roma, “Questa nuova realtà è un potenziale pericolo per le aziende, ma può trasformarsi anche in un'incredibile opportunità”. Gli uomini di marketing della piccola come della grande impresa - non possono lasciarsi sfuggire questi nuovi grandi canali offerti dal web. Buzz e viral diventano le parole chiave del marketing e della pubblicità sul Web 2.0, alla ricerca di nuove forme di comunicazione per coinvolgere un consumatore sempre più sfuggente. È da qui che prende vita questo volume. In una prima parte, l'autore approfondisce la nascita e la diffusione del Web 2.0, analizzandone gli aspetti strutturali, gli strumenti e il ruolo svolto dai consumatori. Successivamente esamina i necessari nuovi approcci di marketing e di advertising che sfruttano gli strumenti e i meccanismi del Web 2.0 per promuovere servizi e prodotti. Non un vago testo teorico, ma uno libro che si è posto l'obbiettivo di capire come la pubblicità stia cambiano con il web 2.0 e come possa essere veicolata attraverso strumenti come YouTube. Perché? Perché capire è meglio che stupire. Un libro quindi che svela i segreti della pubblicità fatta con il web 2.0, e in particolare di quella veicolata da YouTube, e che dimostra - con dati inequivocabili - l’efficacia della comunicazione in rete. Infatti, nel testo sono presenti i risultati di un esperimento realizzato espressamente per il libro, attraverso il maggior sito di condivisione di video al mondo. Una guida chiara e completa a tutto ciò che significa il nuovo Web 2.0 e soprattutto agli approcci di marketing e di advertising che ne sfruttano gli strumenti e i meccanismi per promuovere servizi e prodotti. Un testo per pubblicitari, uomini di marketing, studenti e per coloro che desiderano fare business e profitti con le nuove tecnologie della comunicazione.
Il libro ospita un contributo di Marco Cherubini collaboratore didattico della cattedra di Tecniche della comunicazione pubblicitaria presso l'università di roma "Sapienza" e la prefazione di Lucio D’Ubaldo, Senatore della Repubblica Italiana.
Biografia dell’autore:
Americo Bazzoffia, grafico pubblicitario, primo allievo di Marco Mignani, attualmente è docente di Tecniche della comunicazione pubblicitaria presso l'Università di Roma "La Sapienza" e coordinatore didattico e docente del Corso di Web Multimediale e Nuovi media presso lo IED (Istitituto Europeo di Design). Dal 1999 è consulente in comunicazione strategica integrata per aziende ed istituzioni nazionali ed internazionali.
FONTE: www.comunitazione.it
L'ascesa prepotente di internet negli ultimi anni ha rivoluzionato il modo di fare pubblicità, cambiando il formato e i sistemi di diffusione del messaggio e creando così il bisogno di nuove figure professionali più complete e continuamente aggiornate sulle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Come afferma l’autore il prof. Americo Bazzoffia, docente di Tecniche della comunicazione pubblicitaria nella Facoltà di Scienze della Comunicazione alla “Sapienza” e Coordinatore didattico presso lo IED di Roma, “Questa nuova realtà è un potenziale pericolo per le aziende, ma può trasformarsi anche in un'incredibile opportunità”. Gli uomini di marketing della piccola come della grande impresa - non possono lasciarsi sfuggire questi nuovi grandi canali offerti dal web. Buzz e viral diventano le parole chiave del marketing e della pubblicità sul Web 2.0, alla ricerca di nuove forme di comunicazione per coinvolgere un consumatore sempre più sfuggente. È da qui che prende vita questo volume. In una prima parte, l'autore approfondisce la nascita e la diffusione del Web 2.0, analizzandone gli aspetti strutturali, gli strumenti e il ruolo svolto dai consumatori. Successivamente esamina i necessari nuovi approcci di marketing e di advertising che sfruttano gli strumenti e i meccanismi del Web 2.0 per promuovere servizi e prodotti. Non un vago testo teorico, ma uno libro che si è posto l'obbiettivo di capire come la pubblicità stia cambiano con il web 2.0 e come possa essere veicolata attraverso strumenti come YouTube. Perché? Perché capire è meglio che stupire. Un libro quindi che svela i segreti della pubblicità fatta con il web 2.0, e in particolare di quella veicolata da YouTube, e che dimostra - con dati inequivocabili - l’efficacia della comunicazione in rete. Infatti, nel testo sono presenti i risultati di un esperimento realizzato espressamente per il libro, attraverso il maggior sito di condivisione di video al mondo. Una guida chiara e completa a tutto ciò che significa il nuovo Web 2.0 e soprattutto agli approcci di marketing e di advertising che ne sfruttano gli strumenti e i meccanismi per promuovere servizi e prodotti. Un testo per pubblicitari, uomini di marketing, studenti e per coloro che desiderano fare business e profitti con le nuove tecnologie della comunicazione.
Il libro ospita un contributo di Marco Cherubini collaboratore didattico della cattedra di Tecniche della comunicazione pubblicitaria presso l'università di roma "Sapienza" e la prefazione di Lucio D’Ubaldo, Senatore della Repubblica Italiana.
Biografia dell’autore:
Americo Bazzoffia, grafico pubblicitario, primo allievo di Marco Mignani, attualmente è docente di Tecniche della comunicazione pubblicitaria presso l'Università di Roma "La Sapienza" e coordinatore didattico e docente del Corso di Web Multimediale e Nuovi media presso lo IED (Istitituto Europeo di Design). Dal 1999 è consulente in comunicazione strategica integrata per aziende ed istituzioni nazionali ed internazionali.
FONTE: www.comunitazione.it
lunedì 21 giugno 2010
ESEMPI DI SMS MARKETING
Una frase per inziare...
NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO
LaMODA sconta tutto al 50% - da sabato 12 giugno per tutta la settimana. Cosa aspetti!!!
Ciao, mostrando questo SMS alla cassa avrai diritto ad un sconto del 10%. Offerta valida fino al 21 luglio 2010.
Buon compleanno Marco,
presentando questo SMS nel nostro negozio avrai diritto ad uno sconto del 20%. L'offerta è valida solo per oggi.
CONCESSIONARIA AUTO
La nuova AUTO X… provala in tutte le concessionarie X. Sabato 12 e domenica 13 giugno. Ti aspettiamo. Presentando questo SMS avrai diritto ad un simpatico regalo.
SITO WEB ON LINE
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Cod. Sconto: 1234567
AGENZIA DI VIAGGIO
Prenota oggi le tue vacanze!!
Presentando questo SMS ...
Fonte: ilbloggatore
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Fonte: ilbloggatore
giovedì 17 giugno 2010
VECCHIO MARKETING E NUOVI MEDIA: STORIA DI UN MATRIMONIO FELICE
C’era una volta il Vecchio Marketing che trascinava a forza la propria vecchia pellaccia fatta di regole e modelli in grado di appiattire qualsiasi entusiasmo attorno al brand. Poi arrivò Internet, “roba da informatici”, si diceva, e il Vecchio Marketing si limitava a guardarlo da lontano con la supponenza di chi pensa di conoscere il mondo. Il nuovo arrivato però iniziò a crescere, evolvere, trasformarsi e a quel punto il Vecchio smise di ignorare il Nuovo ed iniziò a donargli un po’ della sua saggezza.
Fù così che qualcuno non parlò più di un “vecchio” e di un “nuovo” marketing ma iniziò a capire che integrando aspetti tradizionali ad idee e strumenti innovativi era cosa buona e giusta.
Ecco perché, le attività di comunicazione online, siano esse campagne di Social Media Marketing o strategie continuative di Digital Pr, non sono e non devono restare un ectoplasma isolato dall´ intero universo marketing di un´azienda. Ogni attivita´ online va pensata e studiata per stimolare e/o enfatizzare le altre attivita´ "offline" più tradizionali. Un’azienda deve avvicinarsi ai “nuovi media” ponendosi le stesse identiche domande che precedono una qualsivoglia attività o progetto di marketing e comunicazione:
- quale è il mio obiettivo? - a chi mi rivolgo? - come posso migliorare il mio brand? - cosa il mio brand può offrire al target? - sono in grado di mantenere le promesse e soddisfare la domanda?
E’ molto importante porre sempre davanti alla mera operatività (scrivere post, aggiornare profili, scatenare virus, reclutare amici/fan ecc…) una visione strategica della comunicazione ed una presa di coscienza reale del posizionamento di marca, affinché si possano creare sinergie efficaci tra progetti pensati e veicolati mediante i media classici e le innumerevoli opportunità offerte dalla Rete. Grazie a questo, sarà possibile guardare i Social Media da due diverse angolazioni: meravigliose casse di risonanza per le nostre iniziative più tradizionali e, allo stesso tempo, territori vergini su cui condividere le nostre idee per realizzare un progetto, prodotto o servizio con la complicità di chi poi dovrà usufruirne.
Ecco perché, le attività di comunicazione online, siano esse campagne di Social Media Marketing o strategie continuative di Digital Pr, non sono e non devono restare un ectoplasma isolato dall´ intero universo marketing di un´azienda. Ogni attivita´ online va pensata e studiata per stimolare e/o enfatizzare le altre attivita´ "offline" più tradizionali. Un’azienda deve avvicinarsi ai “nuovi media” ponendosi le stesse identiche domande che precedono una qualsivoglia attività o progetto di marketing e comunicazione:
- quale è il mio obiettivo? - a chi mi rivolgo? - come posso migliorare il mio brand? - cosa il mio brand può offrire al target? - sono in grado di mantenere le promesse e soddisfare la domanda?
E’ molto importante porre sempre davanti alla mera operatività (scrivere post, aggiornare profili, scatenare virus, reclutare amici/fan ecc…) una visione strategica della comunicazione ed una presa di coscienza reale del posizionamento di marca, affinché si possano creare sinergie efficaci tra progetti pensati e veicolati mediante i media classici e le innumerevoli opportunità offerte dalla Rete. Grazie a questo, sarà possibile guardare i Social Media da due diverse angolazioni: meravigliose casse di risonanza per le nostre iniziative più tradizionali e, allo stesso tempo, territori vergini su cui condividere le nostre idee per realizzare un progetto, prodotto o servizio con la complicità di chi poi dovrà usufruirne.
Michele Rinaldi
mercoledì 16 giugno 2010
LE 7S PER CREARE ALLEANZE DI MARKETING
Quando bisogna creare un’ alleanza di marketing, che abbiamo già presentato abbondantemente in un altro post, bisogna effettuare un’analisi approfondita delle parti in campo.
Bisogna studiare quali sono le caratteristiche delle aziende e quali sono le peculiarità, dove ci sono margini per creare un’alleanza strategica, quali risorse possono essere messe in campo per realizzarla e infine quali sono o potrebbero essere gli obiettivi dell’allenza in questione.
Per fare queste analisi la McKinsey ha ideato lo Schema delle 7 S ( che è possibile vedere in figura) che aiuta l’esperto di marketing in queste valutazioni.
Come si può facilmente vedere nella figura in alto a sinistra, questo schema è formato da 7 variabili divisibili in due categorie: A) L’Hardware del successo ( Strategia, struttura, sistemi gestionali) B) Il Software del successo (stile direzionale, staff, skill, sistemi di valori condivisi).
Vediamo nel dettaglio le variabili che costutuiscono lo Schema delle 7 S:
HARDWARE DEL SUCCESSO
Strategia. La startegia è la veriabile che, erroneamente, la maggioranza degli imprendito crede sufficiente condividere per creare un’allenza di marketing vincente. La Strategia è spesso, invece, conseguenza delle altre variabili dello schema.
Struttura. La struttura va analizzata confrontando le strutture delle imprese che vogliono unirsi nell’alleanza e capire come sfruttarle al meglio senza correre il rischio di “calpestarsi i piedi” per le decisioni sul campo e per la parte operativa.
Sistemi gestionali. Buona norma è che i sistemi gestionali delle aziende devono essere confrontabili e che devono poter comunicare. Molto spesso, però, si preferisce creare un sistema gestionale ad hoc per l’alleanza strategica in corso.
SOFTWARE DEL SUCCESSO
Stile direzionale. Questa variabile implica che i dipendendi condividano lo stesso modo di pensare e lo stesso stile di comportamento. Quando si crea un’alleanza è fondamentale che i due gruppi abbiano stili direzionali simili.
Staff. Questa variabile va valutata tenendo conto gli obiettivi dell’alleanza. Infatti è necessario che le parti in campo abbiano il personale adatto a realizzare i compiti peculiari al raggiungimento degli obiettivi comuni.
Skill. Questa variabile indica le capacità e il know-how delle singole imprese e la loro capacità di trovare anche il know-how ancora non disponibile.
Sistemi di valori condivisi. Quesat variabile, che io personalmente reputo la più importante, va studiata accuratamente. Quando due o più imprese si uniscono in un’alleanza strategica, è fondamentale che condividano i valori sia comportamentali, sia sociali, sia di intenti. Spesso molti imprenditori hanno l’illusione che è sufficiente condividere obiettivi economici per avere successo. Ma non è così molte alleanza falliscono perchè le direzioni delle imprese hanno un sistema di valori diverso.
Questo schema, ormai utilizzato da molti esperti di marketing facilita molto il compito quando bisogna fare l’analisi preventiva della costituzione di un’alleanza strategica.
FONTE: PUNTOBLOG
Bisogna studiare quali sono le caratteristiche delle aziende e quali sono le peculiarità, dove ci sono margini per creare un’alleanza strategica, quali risorse possono essere messe in campo per realizzarla e infine quali sono o potrebbero essere gli obiettivi dell’allenza in questione.
Per fare queste analisi la McKinsey ha ideato lo Schema delle 7 S ( che è possibile vedere in figura) che aiuta l’esperto di marketing in queste valutazioni.
Come si può facilmente vedere nella figura in alto a sinistra, questo schema è formato da 7 variabili divisibili in due categorie: A) L’Hardware del successo ( Strategia, struttura, sistemi gestionali) B) Il Software del successo (stile direzionale, staff, skill, sistemi di valori condivisi).
Vediamo nel dettaglio le variabili che costutuiscono lo Schema delle 7 S:
HARDWARE DEL SUCCESSO
Strategia. La startegia è la veriabile che, erroneamente, la maggioranza degli imprendito crede sufficiente condividere per creare un’allenza di marketing vincente. La Strategia è spesso, invece, conseguenza delle altre variabili dello schema.
Struttura. La struttura va analizzata confrontando le strutture delle imprese che vogliono unirsi nell’alleanza e capire come sfruttarle al meglio senza correre il rischio di “calpestarsi i piedi” per le decisioni sul campo e per la parte operativa.
Sistemi gestionali. Buona norma è che i sistemi gestionali delle aziende devono essere confrontabili e che devono poter comunicare. Molto spesso, però, si preferisce creare un sistema gestionale ad hoc per l’alleanza strategica in corso.
SOFTWARE DEL SUCCESSO
Stile direzionale. Questa variabile implica che i dipendendi condividano lo stesso modo di pensare e lo stesso stile di comportamento. Quando si crea un’alleanza è fondamentale che i due gruppi abbiano stili direzionali simili.
Staff. Questa variabile va valutata tenendo conto gli obiettivi dell’alleanza. Infatti è necessario che le parti in campo abbiano il personale adatto a realizzare i compiti peculiari al raggiungimento degli obiettivi comuni.
Skill. Questa variabile indica le capacità e il know-how delle singole imprese e la loro capacità di trovare anche il know-how ancora non disponibile.
Sistemi di valori condivisi. Quesat variabile, che io personalmente reputo la più importante, va studiata accuratamente. Quando due o più imprese si uniscono in un’alleanza strategica, è fondamentale che condividano i valori sia comportamentali, sia sociali, sia di intenti. Spesso molti imprenditori hanno l’illusione che è sufficiente condividere obiettivi economici per avere successo. Ma non è così molte alleanza falliscono perchè le direzioni delle imprese hanno un sistema di valori diverso.
Questo schema, ormai utilizzato da molti esperti di marketing facilita molto il compito quando bisogna fare l’analisi preventiva della costituzione di un’alleanza strategica.
FONTE: PUNTOBLOG
martedì 15 giugno 2010
NUOVA INTERESSANTE CAMPAGNA DIGITAL PER I COIN STORE
Ricevo e vi inoltro questa interessante iniziativa.
Diventa protagonista della campagna Coin della tua città, è il turno di Novara, Ravenna e Terni.
Vuoi essere il testimonial dei nuovi negozi Coin che apriranno in autunno?
Affissioni, campagna stampa, web e vetrine avranno come immagine il logo Coin composto dai volti di chi prenderà parte all’iniziativa!
Ecco i prossimi appuntamenti:
NOVARA: 15 giugno in Corso Cavour 4 dalle 10.30 alle 19.00!
TERNI: 22 giugno, Corso Tacito, dalle ore 10:00 alle 19:00!
RAVENNA: 23 giugno in via Diaz, dalle ore 10:00 alle 19:00!
Ti aspettiamo!
lunedì 14 giugno 2010
CORSO EXECUTIVE IN MULTICHANNEL OPEN COMMUNICATION
Ricevo da Danile di Ninjamarketing e vi riporto questa interssante iniziativa.
In occasione del Corso Executive in Multichannel Open Communication, il primo percorso formativo co-creato sui temi della comunicazione multicanale, ideato da MIP Politecnico di Milano e Polidesign, sarà lanciato un contest rivolto ai professionisti di marketing e comunicazione.
Attraverso un processo di selezione, verranno raccolte le migliori case history riguardanti la multicanalità e la comunicazione integrata di marca. Gli autori delle proposte scelte avranno l’opportunità di entrare in un advisory board affermato e di contribuire quindi alla creazione del corso, diventando protagonisti e docenti del corso.
L'iniziativa vuole coinvolgere e stimolare molte persone interessate al marketing e alla comunicazione offorendo loro sicuramente una bella opportunità.
Il Corso Executive in Multichannel Open Communication si rivolge agli operatori di marketing e di comunicazione di aziende e agenzie che vogliano sviluppare una conoscenza approfondita delle tematiche relative alla proliferazione e integrazione dei media e dei canali nella relazione con il cliente.
Al termine del percorso i partecipanti saranno in grado di:
- identificare il giusto mix di canali e messaggi lungo le diverse fasi del processo d’acquisto;
- definire gli strumenti e i canali più idonei al raggiungimento degli obiettivi caratteristici di
marketing (awareness, rinforzo dell’identità di marca,
- cross-sell e up-sell, fidelizzazione, profilazione, ecc.); realizzare una campagna di marketing
e comunicazione multicanale;
- gestire efficacemente i processi e le metriche di marketing multicanale.
- definire gli strumenti e i canali più idonei al raggiungimento degli obiettivi caratteristici di
marketing (awareness, rinforzo dell’identità di marca,
- cross-sell e up-sell, fidelizzazione, profilazione, ecc.); realizzare una campagna di marketing
e comunicazione multicanale;
- gestire efficacemente i processi e le metriche di marketing multicanale.
giovedì 10 giugno 2010
L'AMORE AL TEMPO DEI SOCIAL MEDIA
Riporto un post molto interessante scritto da Vittorio sul blog Estrogeni.
Buona lettura!
"Permettete? Un pensiero liquido.
Dopo anni a crogiolarmi tra letture più o meno impegnate, attraversando le vie strette e buie di Gotham City o cavalcando le onde del Mar dei Caraibi con il fascinoso Dirk Pitt, o mangiando parole dai libri di Jamie Oliver, prima o poi doveva arrivare il giorno in cui avrei messo da parte fumetti e ricettari, per lanciarmi su qualcosa di più borrelliano.
Ieri sera, ho iniziato a leggere Amore Liquido di Bauman. Speravo mi conciliasse il sonno e invece mi ha tenuto sveglio pensando a questo post.
Secondo Bauman, nell’odierna società liquido-moderna, le persone anziché parlare di partner, parlano di reti. Sostituendo alla parola rapporto, quella di connessione. Definendo la dinamica più interessante delle reti nella capacità delle persone di attraversare momenti di contatto intervallati da periodi di libera navigazione. Situazione, questa, proliferata grazie all’esplosione degli ambienti virtuali, in cui si instaurano relazioni virtuali, che sembrano fatte apposta per una società liquida.
Ciò che caratterizza queste relazioni è la loro genetica volatilità, in entrata e in uscita. Questa peculiarità soddisfa il bisogno delle persone di rincorrere facilmente (entrata) storie continuamente più romantiche e appassionanti, in cui lanciarsi in una gara a chi lancia promesse di essere sempre più appaganti e soddisfacenti. D’altra parte, hanno la possibilità di ripristinare la modalità “navigazione libera” grazie al tasto delete.
La difficoltà di instaurare relazioni serie e durature tra esseri della stessa specie è quindi, ragionevolmente, diventato estremamente complicato. Soprattutto perché queste sono fatte anche dalla sopportazione fisica dell’altro, dell’accettazione che stia invadendo uno spazio. Non mi stupirebbe vedere un giorno tavole imbandite di tutto a cena. Persino di pc connessi in rete con Facebook impostato come homepage, con cui scambiarsi le notizie del giorno in tempo reale. Non mi stupirei neanche se prima o poi diventasse una business idea per qualche ristochat.
Tutto questo per dire che, in un settore come quello pubblicitario che tende a spostare o concentrare, la maggior parte degli investimenti in rete si va incontro alla stessa problematica relazionale. Le persone godono e dimenticano i brand e i rispettivi contenuti, con estrema rapidità. L’effetto peggiore, per chi produce, è quello di non riuscire a costruire una propria clientela fidelizzata, mettendosi a capo della propria tribù.
Il social media marketing è stato (e continua ad esserlo) un’ancora di salvezza per aziende e prodotti in cerca di visibilità. Ma quanti “Mi Piace” si convertono effettivamente in affezione verso un brand? Attenzione. Non parlo di primo acquisto, parlo del secondo, terzo e così via. Non si può ragionevolmente ritenere una nicchia il numero acquisito di fan. Ma si può ritenerlo una breccia fatta in quella domanda, da cui partire per costruire un mercato. Il SMM pertanto va letteralmente cavalcato grazie alla capacità, che gli è propria, di connettere persone entrando agevolmente nella loro routine, ma deve anche essere soppesata la sua forza uguale e contraria. Ovvero, di uscirne con altrettanta facilità con poche possibilità di rientro.
Azzardo un’ipotesi. E se invece di spingere verso la relazione tra brand e consumatore, si puntasse a rafforzare la relazione orizzontale tra consumatori dello stesso brand?
Ma questo è un altro post."
Buona lettura!
"Permettete? Un pensiero liquido.
Dopo anni a crogiolarmi tra letture più o meno impegnate, attraversando le vie strette e buie di Gotham City o cavalcando le onde del Mar dei Caraibi con il fascinoso Dirk Pitt, o mangiando parole dai libri di Jamie Oliver, prima o poi doveva arrivare il giorno in cui avrei messo da parte fumetti e ricettari, per lanciarmi su qualcosa di più borrelliano.
Ieri sera, ho iniziato a leggere Amore Liquido di Bauman. Speravo mi conciliasse il sonno e invece mi ha tenuto sveglio pensando a questo post.
Secondo Bauman, nell’odierna società liquido-moderna, le persone anziché parlare di partner, parlano di reti. Sostituendo alla parola rapporto, quella di connessione. Definendo la dinamica più interessante delle reti nella capacità delle persone di attraversare momenti di contatto intervallati da periodi di libera navigazione. Situazione, questa, proliferata grazie all’esplosione degli ambienti virtuali, in cui si instaurano relazioni virtuali, che sembrano fatte apposta per una società liquida.
Ciò che caratterizza queste relazioni è la loro genetica volatilità, in entrata e in uscita. Questa peculiarità soddisfa il bisogno delle persone di rincorrere facilmente (entrata) storie continuamente più romantiche e appassionanti, in cui lanciarsi in una gara a chi lancia promesse di essere sempre più appaganti e soddisfacenti. D’altra parte, hanno la possibilità di ripristinare la modalità “navigazione libera” grazie al tasto delete.
La difficoltà di instaurare relazioni serie e durature tra esseri della stessa specie è quindi, ragionevolmente, diventato estremamente complicato. Soprattutto perché queste sono fatte anche dalla sopportazione fisica dell’altro, dell’accettazione che stia invadendo uno spazio. Non mi stupirebbe vedere un giorno tavole imbandite di tutto a cena. Persino di pc connessi in rete con Facebook impostato come homepage, con cui scambiarsi le notizie del giorno in tempo reale. Non mi stupirei neanche se prima o poi diventasse una business idea per qualche ristochat.
Tutto questo per dire che, in un settore come quello pubblicitario che tende a spostare o concentrare, la maggior parte degli investimenti in rete si va incontro alla stessa problematica relazionale. Le persone godono e dimenticano i brand e i rispettivi contenuti, con estrema rapidità. L’effetto peggiore, per chi produce, è quello di non riuscire a costruire una propria clientela fidelizzata, mettendosi a capo della propria tribù.
Il social media marketing è stato (e continua ad esserlo) un’ancora di salvezza per aziende e prodotti in cerca di visibilità. Ma quanti “Mi Piace” si convertono effettivamente in affezione verso un brand? Attenzione. Non parlo di primo acquisto, parlo del secondo, terzo e così via. Non si può ragionevolmente ritenere una nicchia il numero acquisito di fan. Ma si può ritenerlo una breccia fatta in quella domanda, da cui partire per costruire un mercato. Il SMM pertanto va letteralmente cavalcato grazie alla capacità, che gli è propria, di connettere persone entrando agevolmente nella loro routine, ma deve anche essere soppesata la sua forza uguale e contraria. Ovvero, di uscirne con altrettanta facilità con poche possibilità di rientro.
Azzardo un’ipotesi. E se invece di spingere verso la relazione tra brand e consumatore, si puntasse a rafforzare la relazione orizzontale tra consumatori dello stesso brand?
Ma questo è un altro post."
lunedì 7 giugno 2010
VIDEO VIRALI: CASE HISTORIES DI SUCCESSO
Riporto un interessante showrell di video virali pubblicato su Technotizie.
"Ecco una raccolta di innumerevoli pubblicità VIDEO che sono state create soprattutto per essere proposte sul web (anche se qualcuna può essere apparsa sugli old media): penso che chi si occupa di marketing sui possa trovare parecchi case studies di interesse .
Per approfondire, avere dettagli e commenti sulle singole pubblicità e vederne anche altre, consiglio di visitare Mastercom Blog, dato che ho preso spunto proprio da tale sito per proporre la raccolta : si tratta di un blog che affronta temi come viral marketing, social media strategy, twitter advertising, viral video advertising, ecc … se sono argomenti che mastichi e ancora non lo conosci, dagli un’occhiata ."
Ed ora spazio ai Video … CLICCA QUI
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venerdì 4 giugno 2010
LA DIFFERENZA TRA MARKETING E VENDITE
Quando si parla con un imprenditore vecchio stampo, che spesso si definizce “la punta di diamante” dell’azienda perchè è il milgiore venditore, pensa che la vendita e il marketing siano più o meno la stessa cosa. Questa inesattezza purtroppo è ancora nell’immaginario comune.
Ovviamente non è così. La vendita è una parte della strategia di marketing. Sicuramente è la parte conclusiva, quella che finalizza tutta l’azione di marketing. Senza una buona preparazione delle altre fasi del marketing, come ad esempio la scelta del prodotto in base alle esigenza del cliente o la scelta del packaging o la scelta del prezzo, la vendita non può ottenere grandi risultati nel lungo periodo.
Per fare una metafora calcistica, oggi molto di moda con i mondiali alle porte, la vendita è come un attaccante, senza una buona squadra alle spalle non può finalizzare le azioni. Tutta la squadra forma la strategia del marketing e l’attaccanta è uno dei giocatori che ha come compito di finalizzare in porta i palloni che gli passano i compagni.
Si può avere successo solo se tutti gli elementi del marketing mix sono stati gestiti in maniera opportuna. In altre parole, quanta più attenzione si pone nel trovare quello che il cliente vuole, per sviluppare i prodotti che soddifino i suoi desideri, nel fissare i prezzi ad un livello compatibile con i benefici offerti percepiti, nel predisporre una distribuzione efficiente e comunicare opportunamente con il mercato che ci interessa, tanta maggiore probabilità abbiamo di concludere positivamente le vendite.
Insomma conlcudendo, la base del successo di un business sta nel creare un piano marketing di successo, e di avere una forza vendita che riesce a finalizzare quello che precedentemente è stato costruito dal marketing.
FONTE: Puntoblog.it
Ovviamente non è così. La vendita è una parte della strategia di marketing. Sicuramente è la parte conclusiva, quella che finalizza tutta l’azione di marketing. Senza una buona preparazione delle altre fasi del marketing, come ad esempio la scelta del prodotto in base alle esigenza del cliente o la scelta del packaging o la scelta del prezzo, la vendita non può ottenere grandi risultati nel lungo periodo.
Per fare una metafora calcistica, oggi molto di moda con i mondiali alle porte, la vendita è come un attaccante, senza una buona squadra alle spalle non può finalizzare le azioni. Tutta la squadra forma la strategia del marketing e l’attaccanta è uno dei giocatori che ha come compito di finalizzare in porta i palloni che gli passano i compagni.
Si può avere successo solo se tutti gli elementi del marketing mix sono stati gestiti in maniera opportuna. In altre parole, quanta più attenzione si pone nel trovare quello che il cliente vuole, per sviluppare i prodotti che soddifino i suoi desideri, nel fissare i prezzi ad un livello compatibile con i benefici offerti percepiti, nel predisporre una distribuzione efficiente e comunicare opportunamente con il mercato che ci interessa, tanta maggiore probabilità abbiamo di concludere positivamente le vendite.
Insomma conlcudendo, la base del successo di un business sta nel creare un piano marketing di successo, e di avere una forza vendita che riesce a finalizzare quello che precedentemente è stato costruito dal marketing.
FONTE: Puntoblog.it
martedì 1 giugno 2010
IL PICCOLO GRANDE LIBRO DEL MARKETING
Il tuo marketing plan in un giorno
Dov’ è la vostra organizzazione? Dove state andando? Come pensate di arrivarci? Un grande marketing plan sa rispondere a tutte queste domande: ce lo avete? Molte aziende pensano di sì, ma spesso hanno solo un’idea,un budget, un obiettivo di vendita o una scusa.
Questa piccola grande guida, brillante e autorevole, mostra passo per passo come creare un nuovo piano marketing efficace in tempi brevissimi. Non si tratta di copiare qualcun altro o di riciclare il proprio piano degli anni passati, ma di mobilitare i cervelli presenti in azienda nel marketing e nelle vendite, ma anche nella finanza, nel legale e nel senior management, e metterli in condizione di “liberare” ciò che già sanno.
Combinando le loro conoscenze anche gli elementi critici diventano chiari, e aziende di tutte le dimensioni potranno costruire facilmente un grande piano marketing… in meno di un giorno!
Autori
Paul Kurnit, consulente aziendale, ha creato piani marketing per molte aziende, tra cui Hasbro, Procter & Gamble, American Express e Kraft.
Steve Lance, coautore del Little Blue Book of Advertising, è un veterano di marketing e pubblicità, settori in cui opera da più di 30 anni come copywriter e direttore creativo. Insieme hanno fondato PS Insights, una società di consulenza specializzata in team building e crescita dinamica.
Fonte: Bemarketer
Dov’ è la vostra organizzazione? Dove state andando? Come pensate di arrivarci? Un grande marketing plan sa rispondere a tutte queste domande: ce lo avete? Molte aziende pensano di sì, ma spesso hanno solo un’idea,un budget, un obiettivo di vendita o una scusa.
Questa piccola grande guida, brillante e autorevole, mostra passo per passo come creare un nuovo piano marketing efficace in tempi brevissimi. Non si tratta di copiare qualcun altro o di riciclare il proprio piano degli anni passati, ma di mobilitare i cervelli presenti in azienda nel marketing e nelle vendite, ma anche nella finanza, nel legale e nel senior management, e metterli in condizione di “liberare” ciò che già sanno.
Combinando le loro conoscenze anche gli elementi critici diventano chiari, e aziende di tutte le dimensioni potranno costruire facilmente un grande piano marketing… in meno di un giorno!
Autori
Paul Kurnit, consulente aziendale, ha creato piani marketing per molte aziende, tra cui Hasbro, Procter & Gamble, American Express e Kraft.
Steve Lance, coautore del Little Blue Book of Advertising, è un veterano di marketing e pubblicità, settori in cui opera da più di 30 anni come copywriter e direttore creativo. Insieme hanno fondato PS Insights, una società di consulenza specializzata in team building e crescita dinamica.
Fonte: Bemarketer
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