Quando si parla di marketing e comunicazione Ferrero è da sempre tra i migliori esempi da seguire con attenzione. In questi giorni hanno lanciato la nuova campagna Estathè che ha una peculiarità molto interessante: prima è nato il concept creativo social "Vero come te" e poi è stato creato il commercial per invitare le persone a partecipare.
Se ascoltate bene, lo spot finisce con "Parlaci di te su... " e guardando cosa si trova cliccando su www.estathe.it vi accorgerete subito di essere davanti ad uno dei rari casi in cui tutto parte da un'idea di comunicazione per i social media e la tv viene utilizzata soltanto come strumento finalizzato a promuovere l'idea di community e la centralità delle persone nello storytelling di marca.
Michele
venerdì 31 maggio 2013
mercoledì 29 maggio 2013
L'ULTIMO AMBIENT MARKETING FIRMATO COCA-COLA
Come ogni volta, davanti a qualche iniziativa firmata Coca-Cola non si può che alzarsi impiedi ed applaudire l'idea, l'originialità e la valenza sociale che ultimamente stanno caratterizzando le campagne della famosa bibita di Atlanta. Questa volta, fedeli al nuovo posizionamento "Moments of happiness" l'azienda ha trasformato una normale vending machine in un luogo di incontro tra il popolo indiano e quello pakistano. Guardate il risultato incredibile di questa iniziativa.
Michele
Michele
lunedì 27 maggio 2013
UNA RICERCA SU DONNE E SMARTPHONE
Io credo che lo smartphone sia ormai diventato una sorta di lucida labbra o rossetto, ovvero quell'oggetto sempre presente nella borsa di una donna. Ecco perchè come confermano i dati di questa ricerca, se il vostro target appartiene al gentil sesso pensare ad una app dedicata potrebbe rivelarsi la scelta giusta per mettere il vostro brand nella borsetta delle responsabili d'acquisto.
Michele
Alfemminile.com, il sito web dedicato al mondo femminile che conta oltre 5.000.000 di Utenti Unici al mese e che rappresenta il Gruppo aufeminin in Italia, e il sito di ecommerce eBay, rendono noti i risultati della ricerca sull’uso che le donne fanno dei device mobili. La ricerca è stata effettuata su scala europea su un campione di 3000 persone.
La tecnologia mobile è ormai entrata nelle case della maggioranza delle donne, in Italia e in Europa: una tendenza che ha cambiato e sta continuando a modificare le abitudini quotidiane di molte donne, spesso rendendo la vita più semplice, soprattutto per chi ha poco tempo e si sposta spesso durante la giornata.
Ciò che emerge dalla ricerca è che per l’87% delle intervistate lo smartphone è un oggetto di uso quotidiano e che il 97% lo utilizza ovunque e in ogni occasione.
Il 73% delle donne intervistate possiede uno smartphone e tra queste l’11% ne possiede più di uno. (...)
Se il telefonino è il mezzo privilegiato per telefonare e mandare SMS, lo è anche per navigare, fare foto e video e consultare l’email con una media dell’80% delle intervistate che lo utilizza per questi scopi.(...)
Leggi tutto su Spot&Web
Michele
Alfemminile.com, il sito web dedicato al mondo femminile che conta oltre 5.000.000 di Utenti Unici al mese e che rappresenta il Gruppo aufeminin in Italia, e il sito di ecommerce eBay, rendono noti i risultati della ricerca sull’uso che le donne fanno dei device mobili. La ricerca è stata effettuata su scala europea su un campione di 3000 persone.
La tecnologia mobile è ormai entrata nelle case della maggioranza delle donne, in Italia e in Europa: una tendenza che ha cambiato e sta continuando a modificare le abitudini quotidiane di molte donne, spesso rendendo la vita più semplice, soprattutto per chi ha poco tempo e si sposta spesso durante la giornata.
Ciò che emerge dalla ricerca è che per l’87% delle intervistate lo smartphone è un oggetto di uso quotidiano e che il 97% lo utilizza ovunque e in ogni occasione.
Il 73% delle donne intervistate possiede uno smartphone e tra queste l’11% ne possiede più di uno. (...)
Se il telefonino è il mezzo privilegiato per telefonare e mandare SMS, lo è anche per navigare, fare foto e video e consultare l’email con una media dell’80% delle intervistate che lo utilizza per questi scopi.(...)
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giovedì 23 maggio 2013
DOVE C'E' BARILLA C'E' CASA O IL FAST FOOD?
Se fino a ieri "casa" era la risposta spontanea e naturale a questa domanda in futuro saremo costretti a rispondere entrambe le cose. Ebbene si, in nome di più che giustificabili e comprensibili strategie aziendali (le previsioni di fatturato parlano da sole) lo storico marchio italiano camminerà a braccetto con il re del "fuori casa": Mr. Mc Donald's. Perchè ne parlo in questo blog? Perchè mi sto mettendo nei panni di chi (ufficio marketing e comunicazione.... ndr) dopo anni, anzi decenni, di lavoro e impegno nella costruizione di un preciso posizionamento di marca si ritroverà a ricostruire la brand equity e (spero di sbagliarmi) l'affetto dei consumatori. A loro va il mio più sincero in bocca al lupo!
Michele
Per i puristi del cibo made in Italy McDonald's e Barilla rappresentano il diavolo e l'acquasanta, eppure hanno appena deciso di lavorare assieme. Gli emiliani forniranno alla multinazionale del fast food la loro celebre pasta e così nel tempio della ristorazione veloce si potranno ordinare piatti preparati con le pennette Barilla. Per avere subito le dimensioni del business basta dire che da qui alla fine del 2013 le previsioni di vendita delle insalate di pasta toccano quota 2 milioni. E se tutto filerà liscio l'intenzione dell'inedita abbinata italo-americana è di estendere l'accordo al resto d'Europa, cominciando dai Paesi legati alla dieta mediterranea come Francia, Spagna e Portogallo. La strana alleanza tra uno dei marchi più prestigiosi del cibo italiano e l'icona della ristorazione yankee è un evento che va ben al di là dei pur importanti aspetti commerciali. Si tratta di due mondi che entrano in contatto: la qualità e la velocità, la tradizione e la modernità.
Dietro questa scelta che è destinata sicuramente a far discutere il made in Italy «aristocratico» si intravedono le rispettive strategie dei due gruppi, gli emiliani di Parma che vogliono crescere internazionalizzandosi sempre di più e gli americani di Chicago che vogliono italianizzarsi, aprirsi alla straordinaria cultura culinaria del Paese che li ospita. Spiega Roberto Masi, amministratore delegato di Mc Donald's Italia: «In passato siamo stati descritti come la quintessenza della standardizzazione internazionale, adesso vogliamo invece avvicinarci ai gusti, ai sapori e alle abitudini italiane. Lo facciamo in molti dei Paesi in cui siamo presenti ma in Italia ci crediamo di più perché abbiamo la fortuna di poter dialogare con l'eccellenza dell'industria agro-alimentare»(...)
Fonte corriere.it
Michele
Per i puristi del cibo made in Italy McDonald's e Barilla rappresentano il diavolo e l'acquasanta, eppure hanno appena deciso di lavorare assieme. Gli emiliani forniranno alla multinazionale del fast food la loro celebre pasta e così nel tempio della ristorazione veloce si potranno ordinare piatti preparati con le pennette Barilla. Per avere subito le dimensioni del business basta dire che da qui alla fine del 2013 le previsioni di vendita delle insalate di pasta toccano quota 2 milioni. E se tutto filerà liscio l'intenzione dell'inedita abbinata italo-americana è di estendere l'accordo al resto d'Europa, cominciando dai Paesi legati alla dieta mediterranea come Francia, Spagna e Portogallo. La strana alleanza tra uno dei marchi più prestigiosi del cibo italiano e l'icona della ristorazione yankee è un evento che va ben al di là dei pur importanti aspetti commerciali. Si tratta di due mondi che entrano in contatto: la qualità e la velocità, la tradizione e la modernità.
Dietro questa scelta che è destinata sicuramente a far discutere il made in Italy «aristocratico» si intravedono le rispettive strategie dei due gruppi, gli emiliani di Parma che vogliono crescere internazionalizzandosi sempre di più e gli americani di Chicago che vogliono italianizzarsi, aprirsi alla straordinaria cultura culinaria del Paese che li ospita. Spiega Roberto Masi, amministratore delegato di Mc Donald's Italia: «In passato siamo stati descritti come la quintessenza della standardizzazione internazionale, adesso vogliamo invece avvicinarci ai gusti, ai sapori e alle abitudini italiane. Lo facciamo in molti dei Paesi in cui siamo presenti ma in Italia ci crediamo di più perché abbiamo la fortuna di poter dialogare con l'eccellenza dell'industria agro-alimentare»(...)
Fonte corriere.it
lunedì 20 maggio 2013
IL CORAGGIOSO STORYTELLING #FALLOALMATTINO DI DESIGUAL
In questi giorni nel piattume del solito advetising televisivo la mia attenzione da comunicatore e da consumatore è stata attirata dalla coraggiosa campagna #falloalmattino lanciata da Desigual.
La campagna è molto coerente con il posizionamento del brand: "Crediamo in una donna autentica, audace e ispiratrice. Le nostre donne se ne infischiano dei pregiudizi e si mostrano per quello che sono".
ed ha un risvolto social che pone il target e la sua "intimità" al centro dello storytelling:
"Che tu sia un tipo da mattina, pomeriggio o sera... Dacci la tua opinione sullo spot! #falloalmattino "
A questo punto mi chiedo: saranno davvero riusciti ad attirare il consenso del pubblico femminile? Quante donne si riconoscono davvero nelle tipologie proposte? Quante sono disposte ad ammetterlo pubblicamente?
Michele
La campagna è molto coerente con il posizionamento del brand: "Crediamo in una donna autentica, audace e ispiratrice. Le nostre donne se ne infischiano dei pregiudizi e si mostrano per quello che sono".
ed ha un risvolto social che pone il target e la sua "intimità" al centro dello storytelling:
"Che tu sia un tipo da mattina, pomeriggio o sera... Dacci la tua opinione sullo spot! #falloalmattino "
A questo punto mi chiedo: saranno davvero riusciti ad attirare il consenso del pubblico femminile? Quante donne si riconoscono davvero nelle tipologie proposte? Quante sono disposte ad ammetterlo pubblicamente?
Michele
venerdì 17 maggio 2013
AL MARKETING SERVE UN CAMBIO DI PASSO
La crisi dei consumi sta portanto molti manager a riflettere su quali strumenti siano ancora oggi utili al proprio piano di marketing e in che modo utilizzarli per uscire da una situazione in cui sembra che anche punti fermi come "promozioni" e "concorsi" stiano perdendo la loro efficacia. Questo è quello che sostiene Carlo Meo, autore del libro Vintage Marketing e che mi sento di condividere al 100%.
Michele
Durante gli ultimi saldi estivi un'insegna della grande distribuzione ha indetto un concorso a premi per promuovere le vendite in saldo: insomma, un promuovere la promozione, investimento che va contro ogni logica, oltre che ridurre ancora di più i margini. Se i saldi hanno bisogno di promozione (un'apparente contraddizione in termini), vuol dire che il retail è arrivato proprio alla frutta.(...)
Questo esempio ha però una portata più generale: gli strumenti convenzionali di marketing non generano più gli effetti sperati per le aziende. (...)
Oggi le persone hanno paura di comprare indipendentemente dalla percentuale di sconto, promozione, evento o quant'altro. Perfino il mondo delle ricerche di mercato serviva per giustificare l'esistente invece che capire l'evolversi dei modelli di consumo, cosa di cui oggi c'è grande bisogno: l'intero budget di marketing dava troppa enfasi alla quantità degli investimenti piuttosto che alla loro qualità, valorizzando gli strumenti rispetto a una strategia generale.
Vedo oggi negli occhi dei direttori marketing la disperazione di non sapere più cosa fare davanti all'inefficacia degli strumenti, così si mette anche in discussione un modus operandi che ha legittimato il loro ruolo in azienda: cambiare è difficile ma indispensabile per la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro. (...) Non si tratta dunque di adeguare gli strumenti a un nuovo mercato, ma di rivedere i linguaggi e le regole d'ingaggio rispetto a un nuovo consumatore
Leggi tutto su MarkUp
Michele
Durante gli ultimi saldi estivi un'insegna della grande distribuzione ha indetto un concorso a premi per promuovere le vendite in saldo: insomma, un promuovere la promozione, investimento che va contro ogni logica, oltre che ridurre ancora di più i margini. Se i saldi hanno bisogno di promozione (un'apparente contraddizione in termini), vuol dire che il retail è arrivato proprio alla frutta.(...)
Questo esempio ha però una portata più generale: gli strumenti convenzionali di marketing non generano più gli effetti sperati per le aziende. (...)
Oggi le persone hanno paura di comprare indipendentemente dalla percentuale di sconto, promozione, evento o quant'altro. Perfino il mondo delle ricerche di mercato serviva per giustificare l'esistente invece che capire l'evolversi dei modelli di consumo, cosa di cui oggi c'è grande bisogno: l'intero budget di marketing dava troppa enfasi alla quantità degli investimenti piuttosto che alla loro qualità, valorizzando gli strumenti rispetto a una strategia generale.
Vedo oggi negli occhi dei direttori marketing la disperazione di non sapere più cosa fare davanti all'inefficacia degli strumenti, così si mette anche in discussione un modus operandi che ha legittimato il loro ruolo in azienda: cambiare è difficile ma indispensabile per la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro. (...) Non si tratta dunque di adeguare gli strumenti a un nuovo mercato, ma di rivedere i linguaggi e le regole d'ingaggio rispetto a un nuovo consumatore
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martedì 14 maggio 2013
IL PANNOLINO CHE TWEETTA
Sbirciando in rete ho trovato una nuova diavoleria inventata da Huggies per tutti i genitori tecnologicamente avanzati. Trattasi del Huggies TweetPee ovvero un sensore a forma di uccellino che attraverso il collegamento con un'appostia APP avverte il genitore che "è ora di cambiare il pannolino". Che dite di questo prodotto.. funzionerà?
Michele
Fonte Adverblog
Michele
Fonte Adverblog
venerdì 10 maggio 2013
RIFLESSIONI DI UN PUBBLICITARIO GENTILUOMO
Oggi vi riporto un estrato di un articolo molto interessante scritto da Pasquale Barbella copywriter, saggista, scrittore dall'invidiabile carriera nel mondo della comunicazione commerciale d'impresa e non solo. L'articolo scritto a supporto del libro «L’austerità creativa nella comunicazione di oggi» inizia con un assunto emblematico: "il male della pubblicità è che qualsiasi idiota può farla".
Curiosi? Buona lettura!
Michele
Non esiste una categoria compatta di pubblicitari (l’Art Directors Club Italiano ne raccoglie solo una parte, impegnata a condividere una serie di orientamenti professionali e deontologici); né credo che i pubblicitari, buoni o cattivi che siano, debbano essere considerati più responsabili dei loro committenti di quanto e come le aziende comunicano. Il male della pubblicità è che qualsiasi idiota può farla, se ha denaro sufficiente a occupare spazio sui media. Ciò genera spesso delle mostruosità.(...)
La qualità media della comunicazione commerciale (qualità professionale e qualità etica) può migliorare a una sola condizione: che le aziende imparino, se ne hanno la voglia e l’opportunità, a considerare la propria comunicazione come un’attività editoriale.
Nel momento in cui un produttore di merendine, di automobili o di mutande accede ai media, deve sapere che si è provvisoriamente trasformato in influenzatore di opinioni e assumere consapevolezze e responsabilità proprie degli organi di stampa, del giornalismo, dell’intrattenimento. Le università dovrebbero rifondare su questo semplice assunto i loro programmi di formazione manageriale.
In una civiltà sempre più caratterizzata dall’espansione dei media (vecchi e nuovi), il marketing tradizionale non basta più; deve acquisire competenze e sensibilità nuove, più attente al significato e all’effetto dei suoi messaggi.
Continua a leggere sul 27esimaora.corriere.it
Curiosi? Buona lettura!
Michele
Non esiste una categoria compatta di pubblicitari (l’Art Directors Club Italiano ne raccoglie solo una parte, impegnata a condividere una serie di orientamenti professionali e deontologici); né credo che i pubblicitari, buoni o cattivi che siano, debbano essere considerati più responsabili dei loro committenti di quanto e come le aziende comunicano. Il male della pubblicità è che qualsiasi idiota può farla, se ha denaro sufficiente a occupare spazio sui media. Ciò genera spesso delle mostruosità.(...)
La qualità media della comunicazione commerciale (qualità professionale e qualità etica) può migliorare a una sola condizione: che le aziende imparino, se ne hanno la voglia e l’opportunità, a considerare la propria comunicazione come un’attività editoriale.
Nel momento in cui un produttore di merendine, di automobili o di mutande accede ai media, deve sapere che si è provvisoriamente trasformato in influenzatore di opinioni e assumere consapevolezze e responsabilità proprie degli organi di stampa, del giornalismo, dell’intrattenimento. Le università dovrebbero rifondare su questo semplice assunto i loro programmi di formazione manageriale.
In una civiltà sempre più caratterizzata dall’espansione dei media (vecchi e nuovi), il marketing tradizionale non basta più; deve acquisire competenze e sensibilità nuove, più attente al significato e all’effetto dei suoi messaggi.
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mercoledì 8 maggio 2013
PIACEVOLEZZA E SALUTISMO ORIENTANO I MERCATI
Dall' inserimento del marketing come disciplina economico-aziendale a pieno titolo le aziende produttrici osservano con attenzione le tendenze, le abitudini e gli stili di consumo delle persone.
Mark Up ci propone quelli che trasversalmente ai settori possono rappresentare i driver che guidano la comparsa dei nuovi prodotti che troviamo oggi sugli scaffali del supermercato.
Michele
Gli stili di vita e di consumo sono gli artefici della trasformazione e dell'innovazione dei prodotti presenti sul mercato. Le esigenze dei consumatori sono, infatti, la cartina di tornasole di come i prodotti si evolvono assecondando quelle che sono le richieste di una domanda esigente e pressante. Considerando quelle che sono le novità lanciate sul mercato, si possono osservare alcune tendenze di consumo che si riassumono in quattro parole chiave: salutismo, piacevolezza, servizio e licensing.(...)
Salutismo
Il concetto di salute è, tra gli orientamenti del mercato, quello più in crescita e trasversale a qualsiasi categoria. Sull'onda del periodo d'instabilità economica, i consumatori sono alla ricerca di prodotti che abbracciano immagini di naturalità e funzionalità non tralasciando la scoperta di tutto ciò che può essere asse portante del piacere (...)
Piacevolezza
All'area salutistica si accosta la richiesta di piacevolezza con una conseguente proliferazione di prodotti gastronomici ricercati nella presentazione e composti con nuovi mix di sapori. Si tratta del nuovo lusso: alimenti ben presentati che racchiudono l'eccellenza del gusto a un prezzo accessibile (...)
Continua a leggere l'articolo originale di Mark Up
Mark Up ci propone quelli che trasversalmente ai settori possono rappresentare i driver che guidano la comparsa dei nuovi prodotti che troviamo oggi sugli scaffali del supermercato.
Michele
Gli stili di vita e di consumo sono gli artefici della trasformazione e dell'innovazione dei prodotti presenti sul mercato. Le esigenze dei consumatori sono, infatti, la cartina di tornasole di come i prodotti si evolvono assecondando quelle che sono le richieste di una domanda esigente e pressante. Considerando quelle che sono le novità lanciate sul mercato, si possono osservare alcune tendenze di consumo che si riassumono in quattro parole chiave: salutismo, piacevolezza, servizio e licensing.(...)
Salutismo
Il concetto di salute è, tra gli orientamenti del mercato, quello più in crescita e trasversale a qualsiasi categoria. Sull'onda del periodo d'instabilità economica, i consumatori sono alla ricerca di prodotti che abbracciano immagini di naturalità e funzionalità non tralasciando la scoperta di tutto ciò che può essere asse portante del piacere (...)
Piacevolezza
All'area salutistica si accosta la richiesta di piacevolezza con una conseguente proliferazione di prodotti gastronomici ricercati nella presentazione e composti con nuovi mix di sapori. Si tratta del nuovo lusso: alimenti ben presentati che racchiudono l'eccellenza del gusto a un prezzo accessibile (...)
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lunedì 6 maggio 2013
STASERA TORNA CAROSELLO
Eni, Ferrero, Wind e Conad sono questi i primi 4 protagonisti del ritorno sul piccolo schermo del format pubblicitario Carosello riprosto dalla Rai in Prime Time come formula non proprio a buon mercato (1 mil di € il costo per 21 passagi su Rai 1) per riavvicinare investitori e consumatori attraverso lo storico format rivisitato in chiave multimediale. Sono molto curioso di vedere come andrà a a finire questo esperimento. Intanto vi giro alcune anticipazioni.
Michele
Un ritorno in grande stile. A distanza di oltre 35 anni Carosello si ripropone al pubblico a partire da lunedì 6 maggio su Rai1 alle 21.10, e a seguire su Radio Rai, nelle sale cinematografiche e sul web. Per la prima edizione del nuovo Carosello saranno proposti il famoso cane a sei zampe di Eni, immagini di vita quotidiana secondo Wind, la freschezza raccontata da Conad ed un significativo ritorno di Jo Condor per la Ferrero. L'idea è quella di sviluppare in uno spazio di 210 secondi tre mini-fiction da 70 secondi. (...)
"Carosello reloaded - afferma Lorenza Lei, amministratore delegato di Sipra - vuole rappresentare per il mercato pubblicitario una nuova e più evoluta forma di comunicazione nell'era del digitale multischermo, multipiattaforma: il Branded Entertainment, una intersezione tra advertising e entertainment, tra pubblicità e contenuto editoriale". L'obiettivo, infatti, è di rilanciare la pubblicità come forma d'arte, come più alta espressione artistica in grado di intrattenere, emozionare e coinvolgere il consumatore (...)
Continua a leggere qui
Michele
Un ritorno in grande stile. A distanza di oltre 35 anni Carosello si ripropone al pubblico a partire da lunedì 6 maggio su Rai1 alle 21.10, e a seguire su Radio Rai, nelle sale cinematografiche e sul web. Per la prima edizione del nuovo Carosello saranno proposti il famoso cane a sei zampe di Eni, immagini di vita quotidiana secondo Wind, la freschezza raccontata da Conad ed un significativo ritorno di Jo Condor per la Ferrero. L'idea è quella di sviluppare in uno spazio di 210 secondi tre mini-fiction da 70 secondi. (...)
"Carosello reloaded - afferma Lorenza Lei, amministratore delegato di Sipra - vuole rappresentare per il mercato pubblicitario una nuova e più evoluta forma di comunicazione nell'era del digitale multischermo, multipiattaforma: il Branded Entertainment, una intersezione tra advertising e entertainment, tra pubblicità e contenuto editoriale". L'obiettivo, infatti, è di rilanciare la pubblicità come forma d'arte, come più alta espressione artistica in grado di intrattenere, emozionare e coinvolgere il consumatore (...)
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giovedì 2 maggio 2013
L'HASHTAG KILLER DI "WATER IS LIFE"
Torno ad occuparmi di marketing per il sociale e lo faccio mostrandovi la campagna dell'ente no profit "Water si life" che lavora da anni per portare ovunque fosse necessario nel mondo, la giusta quantità di acqua potabile. L'organizzazione ha infatti lanciato poco tempo fa una campagna integrata di comunicazione per spingere le persone a donare i propri soldi al fine di risolvere uno delle più grandi piaghe del mondo. La campagna si è basata su alcuni video caratterizzati da un'amara ironia e veicolati attraverso la creazione di un Hashtag Killer (molto efficace questa definizione) " #firstworldproblems"
Michele
Fonte adverblog
Michele
Fonte adverblog
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