Oggi vi riporto questa interessante analisi dell'ultima campagna adv del marchio High di Stefanel.
Non aggiungo ulteriori osservazioni in quanto mi trovo perfettamente in accordo con Valeria Sirabella, autrice dell'articolo pubblicato su Mondodonna ed esprimo i miei più sentiti complimenti ai creativi che hanno studiato la campagna (in fondo le idee made in italy non sono sempre da buttare).
Michele
Sfogliando una rivista mi sono ritrovata a stupirmi davanti alla pubblicità di un marchio di abbigliamento femminile: la vedete qui sopra (il marchio è High, dell'azienda Stefanel).
Trovo che sia davvero innovativa. L'immagine stride fortemente con l'immaginario pubblicitario in cui si inserisce, e ribalta un motivo tradizionale delle pubblicità di moda: l'immagine romantica e bucolica di una lei perfettamente a proprio agio in abiti e scarpe tanto seducenti quanto visibilmente scomodi.
Per dissacrare questo motivo tradizionale, questa pubblicità non si limita a fare la scelta troppo semplice di usare un'immagine opposta, che potrebbe essere ad esempio, che ne so, quella di una ragazza in abiti comodi che ostenta senso di libertà, in stile Nuvenia Pocket.
Prende invece il personaggio tipo di una pubblicità tradizionale, con tutto il suo habitat di prati e fiori, e lo trasferisce in un nuovo mondo in cui può essere se stesso, dimostrare come si sente: ecco che la fanciulla stanca morta si lascia andare, sbadiglia sonoramente e si massaggia i piedi doloranti per via dei tacchi.
Non viene proposto un modello nuovo ma ci si limita, più efficacemente, a dimostrare che quello vecchio è morto. Mi sembra un'idea eccellente.
Elle.it proprio in questi giorni pubblica un decalogo che invita le aziende ad adottare modelli pubblicitari meno offensivi per le donne. Le idee contenute nel decalogo sono senz'altro giuste, anche se l'atteggiamento impositivo e scolastico insito nel concetto di decalogo è senz'altro meno efficace di un'idea creativa come quella sopra, che passa direttamente all'azione e va dritta a segno.
lunedì 9 maggio 2011
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