L'utilizzo del corpo femminile abbinato alle allusioni sessuali è e sarà sempre tema di dibattito dentro e fuori il mondo pubblicitario. Io però non posso che essere daccordo con quanto affermato in coda a questo articolo: "Come dice Woody Allen, se tutti possedessimo un po’ più di sense of humor, il nostro mondo non andrebbe così male."
Michele
In Italia difficilmente sarebbe successo. Nella “repubblica delle banane” in cui si discende dai Canti Fescennini, come soleva dire Fernanda Pivano, l’allusione sessuale non è qualcosa da nascondere, da censurare. Negli USA e in altre nazioni di lingua anglosassone le cose vanno diversamente. Così capita che alcuni spot pubblicitari vengano censurati in alcune nazioni, perché ritenuti troppo spinti o offensivi. Playboy però ha stilato una classifica per i video più osé, alcuni dei quali però sono anche molto simpatici.
In uno di questi, c’è Pamela Anderson, testimonial per “Crazy domains”, azienda che si occupa di registrazione domini: l’eroina di “Baywatch” è una capoufficio, che all’improvviso compare con una segretaria altrettanto piacente, in bikini dorato (un chiaro riferimento a certe fantasie derivate da “Guerre stellari”), nell’atto di farsi delle tenerezze spinte sotto una pioggia di latte, all’interno del sogno di un sottoposto. È uno spot molto allusivo, ma in fondo abbastanza divertente: basta guardare in faccia l’uomo, per capire che può vedere quelle donne solo nelle sue fantasie. Le donne australiane però se ne sono sentite offese e lo spot è stato ritirato.
Così come accadde per lo spot di Victoria’s Secret di Natale, in cui compaiono delle scatenate Alessandra Ambrosio, Marisa Miller e Miranda Kerr. Scatenate e capaci di scatenare le fantasie. Anche questo spot, in fondo, non ha ragioni sufficienti per la censura: comprare biancheria intima piacevole si fa per sé, ma non ha molto senso tenerla in un cassetto senza mostrarla a nessuno. Stessa sorte per una sensuale Eva Mendes nella pubblicità di un profumo di Calvin Klein: la campagna alla fine è stata ritoccata, ma in fondo non si vedeva nulla, e la modella riusciva a essere sexy senza mostrare il suo corpo in toto, forse la forma più alta di sensualità.
Playboy conclude la classifica con due video abbastanza simpatici, uno della lingerie “Lane Bryant“, giudicato troppo volgare per il primetime della ABC: il video non è male perché per una volta mostra come una taglia forte, se vestita bene (o vestita appena come in questo caso) può essere anche più bella delle modelle troppo magre che di solito vediamo in passerella. Infine, c’è il divertentissimo spot di una catena di ristoranti: una ragazza non riesce a vedere le patatine nel suo piatto, perché la vista le è impedita dai grandi seni. Per cui chiede aiuto alla cameriera, che poi tenta di sedurre. Il video è stato bandito, purtroppo: invece è volutamente ironico e grottesco e, a pensarci bene, non è assolutamente offensivo. Come dice Woody Allen, se tutti possedessimo un po’ più di sense of humor, il nostro mondo non andrebbe così male.
Fonte: Diredonna.it
martedì 24 maggio 2011
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