Se son rose fioriranno, è proprio il caso di dirlo. Dopo i tentativi falliti del passato, l'Italia che fa comunicazione prova ancora una volta a fare fronte comune guardando fuori dai 'giardinetti' delle singole associazioni. Ieri, a Milano, Diego Masi, presidente di AssoComunicazione, Lorenzo Strona, presidente di Unicom, e Beppe Facchetti, presidente di Assorel, hanno tenuto a battesimo il comitato per la costituzione della 'Federazione Italiana della Comunicazione'. Legate ormai dalla comune appartenenza a Confindustria, le tre associazioni hanno ufficialmente avviato un progetto federativo che nelle intenzioni dei promotori dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2012. “Abbiamo pensato di istituire una sorta di assemblea costituente - ha detto Masi – perché non abbiamo ancora chiaro in mente il modello a cui vogliamo approdare”. All'interno del comitato, oltre allo stesso Masi, presidente, e ai due vice Strona e Facchetti, saranno rappresentate in modo paritetico le tre associazioni, per un totale di dodici membri. Faranno parte della squadra: Rossella Sobrero, Peter Grosser ed Eugenio Bona per AssoComunicazione, Filomena Rosato, Andrea Cornelli e Diego Biasi per Assorel, e Donatella Consolandi, Alessandro Colesanti e Alessandro Ubertis per Unicom. “La Federazione - ha continuato Masi – può essere realizzata in tre modi diversi. Un modello è quello integrativo che al termine del percorso dovrebbe portare alla confluenza delle singole associazioni nella nuova realtà. Le altre opzioni prevedono un modello federativo stretto, capace di coinvolgere altre associazioni dell'area dell'intermediazione, oppure un modello federativo allargato, aperto anche a realtà più distanti”. Niente sembra al momento definito, anche se già si colgono sensibilità diverse fra i promotori. “Non vogliamo entrare con delle pregiudiziali - ha commentato Facchetti -. Saranno tanti i nodi da sciogliere, ma siamo consapevoli che sono i tempi a spingerci verso la federazione”. Unico a sbilanciarsi è stato Lorenzo Strona: “Personalmente sono favorevole all'ipotesi integrativa - ha sottolineato -. Rappresentiamo, con le tre associazioni, circa 370 aziende, riusciremmo ad avere più peso parlando con una voce unica. Mi chiedo se abbia senso mantenere tre strutture separate, con i relativi costi. L'integrazione poi non comporta l'impossibilità di federarsi con altri soggetti”. Intanto Diego Masi ha indicato le possibili aree di intervento della Federazione Italiana della Comunicazione focalizzandosi su tre punti: lavoro (manca un contratto nazionale di categoria), rapporto con le pubbliche amministrazioni e ruolo all'interno di Confindustria. “Dobbiamo essere capaci di sensibilizzare sia il settore pubblico sia le aziende associate in Confindustria sull'importanza della comunicazione. Nelle nostre azioni prevarrà il principio di sussidiarietà: la Federazione cercherà di fare quello che le associazioni non riescono a fare da sole”, ha precisato il presidente di AssoComunicazione.
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venerdì 20 maggio 2011
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