mercoledì 27 giugno 2012

I CANNES LIONS 2012 VISTI DALL'ART DIRECTOR CLUB ITALIANO

Il bilancio italiano dell'edizione 2012 di Cannes vanta 44 short list e 17 leoni tra cui 9 d'oro. Insomma un risultato commentato da più parti come il "migliore degli ultimi anni". Per questo motivo desidero riportarvi le riflessioni di chi di creatività se ne indente davvero:  l' ADCI (Art Director Club Italiano).
Michele 

44 shortlist e 17 Leoni rappresentano numeri importanti, ma qualcuno ha fatto giustamente notare che alla fine il maggiore numero di questi arrivano da “Integration Day”.
È vero, ma è altrettanto vero che se nel 2010 il bilancio era stato positivo quasi esclusivamente per Heineken (10 su 14 Leoni) quest’anno avevamo due progetti, di due agenzie diverse, che si sono fatti valere: non dimentichiamo infatti i 7 Leoni di “The Beauty of a second”.
Inoltre avevamo lavori che, a mio modesto parere, avrebbero meritato di più: mi ha stupito molto il fatto che “Angry Birds” non abbia portato a casa nemmeno un Leone e che “Reache the Sunrise” ne abbia preso solo uno. Così come altri progetti visti all’interno del gruppo Goodfellas avrebbero potuto conquistare almeno la shortlist.
Ma i Cannes Lions sono fatti così: le grandi idee conquistato sempre un buon numero di Leoni in diverse categorie (è successo lo stesso anche per i migliori progetti stranieri), mentre le buone idee combattono anche contro la fortuna e i giudizi di parte. (...)
l risultato senza dubbio più bello è comunque quello dei giovani. Non riesco a recuperare dati attendibili ma credo che come nazione ci siamo comportati meglio di qualsiasi altra: su 4 equipaggi mandati a Cannes dall’Adci, 3 sono arrivati sul podio. (...)
A prescindere dai risultati italiani, come è stato il livello medio dei lavori di quest’anno?
Parere assolutamente personale: un po’ inferiore rispetto alle ultime due edizioni.
Lo so che si dice sempre così, ma a mio parere l’innovazione pura ha avuto un rallentamento in sezioni come Promo, Direct, Media e PR. I Titanium sono stati un po’ sotto standard. Dopodiché è indubbio che alcune punte sono altissime ma la media avrebbe giustificato l’entrata in shortlist di altri lavori italiani. L’impressione è che nel complesso i lavori stiano diventando meno originali ma molto più pragmatici, che non è affatto un male. (...)


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