lunedì 27 giugno 2011

"MENO PUBBLICITA', PIU' CREATIVITA'" LA LEZIONE DI PATTY SMITH

Torno anche oggi sull'argomento Cannes Lions perchè Pasquale Diaferia ci riporta la morale di un evento molto interessante avvenuto durante il Festival e che ha visto tra i relatori la poetessa -cantautrice Patty Smith.  Buona lettura.
Michele 

Meno Pubblicità, più Creatività: queste poche parole, scolpite nel marmo, fanno da lapide al Festival di Cannes 2011. Le ha scritte la grande poetessa rock Patty Smith, invitata a parlare di musica e comunicazione da Tim Mellors, worldwide creative director di Grey con il vizio delle music legend attempate: in passato ci ha offerto miti come Roger Daltrey degli Who e Yoko Ono.
Anche quest’anno la mezz’oretta con la vecchia gloria ha lasciato segni importanti nel pubblico, qualche migliaio tra clienti e creativi, molti giovanissimi. E se è stata emozionante la mini show case dell’autrice di 'Because The Night', ancora più affascinate il suo passaggio nella sala stampa del Festival. La signora Smith, tutta concetto e zero look (due centimetri di crescita dei capelli per l’immediato titolo di “donna più trasandata del mondo”) ha ammaliato la audience ricordando la nostra responsabilità sociale: “Chi fa pubblicità deve capire che quello che dice è come se fossero milioni di bandiere piantate nella testa della gente. Serve pubblicità più creativa, più poetica, come tanti flash nella notte…” E la sua conclusione (“We don’t need so much advertising, be creative, please!”) è suonata come un invito alla Bill Bernbach a non dimenticare che tutti lavoriamo in un’industria culturale che forma la testa ed influenza l’etica ed i comportamenti della gente comune. Più delle scuole, più delle famiglie, più dei governi.
E se la precedente edizione l’avevamo definita “Il Festival della Restaurazione”, quest’anno abbiamo avuto la sensazione che per questa comunità di creativi sia arrivato il “Momento della Saggezza”. Nonostante tanto modernismo e contemporaneità, i contributi più emozionanti sono arrivati dai vecchi: la 65enne Patti Smith, il quasi ottantenne Edward De Bono, il settantenne Tony Hertz.
Della poetessa abbiamo già detto. Del sociologo della conoscenza De Bono dobbiamo solo segnalare che in migliaia hanno ascoltato rapiti da una presentazione senza alcun supporto spettacolare, con la stessa attenzione dello show sui nuovi talenti della Saatchi. Per dirvi quanto asciutta e sobria sia stata, basta dire che il vecchio studioso si è fatto trovare già seduto, perché non avrebbe potuto attraversare il palco, viste le sue condizioni fisiche. Non ha usato keynote, né PowerPoint, né sofisticati filmati o musiche seducenti a supporto. Semplicemente ha parlato e scritto, usando i pennarelli: singole parole e segni su un foglio di carta, riproiettati su grande schermo. Ha esordito prendendo in giro il delirio di cultura ecologista che sta dominando il mondo, chiedendo di abbandonare il Green Thinking a favore di un sano ritorno al Pensiero e Basta, senza alcuna etichetta. Ha poi invitato tutti alla responsabilità sociale nei confronti del lavoro di comunicatore. Ma soprattutto ha dimostrato che è la sostanza del pensiero, quella che conta. La forma, che pure è grande parte del mestiere dei pubblicitari, alla fine è banale decorazione.

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