Vi riporto una domanda/riflessione proposta da Giorgio Soffiato su MarketingArena.
Personalmente credo che per poter uscire dagli schemi (essenza del marketing non convenzionale) sia necessario conoscere gli schemi (marketing tradizionale) e dunque ritengo che alla base di una campagna non-convenzionale di successo ci sia comunque una strategia che attinge a pieno cervello dalle dinamiche del marketing classico. Se così non fosse ci troveremmo davanti soltanto ad un bel esercizio creativo e niente più.
Michele
Considero il fatto di poter insegnare un privilegio raro, non solo per la possibilità di incontrare persone (magari andare al campetto in pantaloni corti potrebbe essere più divertente), soprattutto perché una giornata (in questo caso due) di confronto con persone intelligenti chiama “a nudo” sul palco della competenza, e quindi nonostante non sia la prima volta, e nemmeno la seconda, l’esperienza d’aula è sempre interessante. Marketing non convenzionale e web 2.0, temi forti. L’articolo del giorno ho deciso, questa volta, di scriverlo. Attingere a mani basse dai vari minimarketing, tagliablog etc.. non può sempre darci da mangiare, ogni tanto bisogna pensare.
Parto con una domanda: esiste ancora il marketing convenzionale? O meglio, è mai esistito? Fossi figo (diceva Elio), dovrei risultare didascalico all’ossessione e passare la mia giornata a scandire concetti come:
Probabilmente il marketing non convenzionale non è altro che un messaggio originale portato con rispetto del destinatario in contesti non sempre usuali ma non per forza di interruzione, uno “show” ogni tanto che va però integrato in una più robusta ma creativa strategia. Se capiremo questo, potrò tornare a casa tranquillo..
Personalmente credo che per poter uscire dagli schemi (essenza del marketing non convenzionale) sia necessario conoscere gli schemi (marketing tradizionale) e dunque ritengo che alla base di una campagna non-convenzionale di successo ci sia comunque una strategia che attinge a pieno cervello dalle dinamiche del marketing classico. Se così non fosse ci troveremmo davanti soltanto ad un bel esercizio creativo e niente più.
Michele
Considero il fatto di poter insegnare un privilegio raro, non solo per la possibilità di incontrare persone (magari andare al campetto in pantaloni corti potrebbe essere più divertente), soprattutto perché una giornata (in questo caso due) di confronto con persone intelligenti chiama “a nudo” sul palco della competenza, e quindi nonostante non sia la prima volta, e nemmeno la seconda, l’esperienza d’aula è sempre interessante. Marketing non convenzionale e web 2.0, temi forti. L’articolo del giorno ho deciso, questa volta, di scriverlo. Attingere a mani basse dai vari minimarketing, tagliablog etc.. non può sempre darci da mangiare, ogni tanto bisogna pensare.
Parto con una domanda: esiste ancora il marketing convenzionale? O meglio, è mai esistito? Fossi figo (diceva Elio), dovrei risultare didascalico all’ossessione e passare la mia giornata a scandire concetti come:
- viral marketing
- ambush marketing
- green marketing
- web 2.0 (uff!)
- marketing mediterraneo
- marketing blu
- marketing 9.0 strategia incrociata 28
- etc..
Probabilmente il marketing non convenzionale non è altro che un messaggio originale portato con rispetto del destinatario in contesti non sempre usuali ma non per forza di interruzione, uno “show” ogni tanto che va però integrato in una più robusta ma creativa strategia. Se capiremo questo, potrò tornare a casa tranquillo..
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