Oggi vi parlo di Twitter Stories un progetto veramente "social" e oserei dire commovente. Una sapiente raccolta di micro conversazioni che a suon di 140 caratteri possono anche cambiarti la vita.
Michele
Dopo Facebook, anche la piattaforma dei cinguetti si prepara al lancio di un proprio sito di Stories, su cui raccogliere le avventure più stravaganti, affascinanti e divertenti che sono state vissute attraverso il microblogging, in pillole da 140 caratteri. Si chiama Twitter Stories, la pagina web sulla quale convergono le storie più interessanti, strampalate o con più seguit l'importante è che siano state raccontate dagli utenti a forza di tweet. La società, guidata da Dick Costolo, ha in breve realizzato un sito sulle orme di Timeline, il progetto che a settembre scorso era stato presentato da Facebook. Le 'Storie di Twitter' ricalcano il modello della Timeline in un tentativo di ristrutturare il contenuto liberamente pubblicato dagli utenti così da offrire un racconto più vasto, esauriente e che non si limiti ai soli 140 caratteri disponibili in un twee. Raccogliendo tutti i piccoli pezzi, senza tempo o spazio ben definiti, vengono ricostruite delle storie intere e trovano senso, gli utenti si riconoscono in esse e, con 100 milioni di utenti, le storie possono diventare davvero interessanti. (...)
Datemi un tweet e vi salverò una libreria. E' una delle storie principali con cui Twitter presenta il progetto. Lui si chiama Aaron Durand e alla fine 2008 pubblica un brevissimo invit "Se sei a Portland mi fai un un favore??? Compra un libro presso la libreria Broadway Books. Non aspettare, comprane 3. E io ti comprerò un burrito la prossima volta che sono in città". La libreria in questione era quella della madre, Roberta Dyer, che stava fallendo.
Aaron ha mille dollari a disposizione sul suo conto corrente e, pur di non vedere l'attività della madre chiudere, decide di giocare l'ultima carta: mettere sul tavolo e a disposizione degli utenti di Twitter i suoi mille dollari per evitare l'inevitabile. Nel giro di poche ore l'annuncio è stato raccolto da decine di utenti. E in pochi giorni la libreria si è ritrovata a corto di libri per via delle vendite improvvisamente esplose.
(...)
Salvato da un Tweet. Cosa fareste se, alzandovi una mattina, vedeste allo specchio metà del vostro viso completamente paralizzato? Patrick Johnson, 26 anni, non ci ha pensato due volte è lo ha pubblicato immediatamente su Twitter: "Mi sento come se mi fosse venuto un colpo. Metà della mia faccia non si muove come dovrebbe". Pochi minuti più tardi gli avrebbe risposto Marj Battie, diagnosticando correttamente i sintomi della paralisi e salvandolo da danni permanenti.
Lo stesso che è successo al musicista e produttore Chris Strouth il quale, grazie a un tweet di pochi caratteri, "me**a, ho bisogno di un rene", sarebbe riuscito a trovare un donatore e sembra abbia potuto essere sottoposto con successo al trapianto, come testimonia lo stesso sito Twitter Stories. Due casi su un milioni, verrebbe da dire, che potrebbero non senza qualche ragione suscitare qualche perplessità, a cui Twitter non rinuncia di dare risalto, però, pur di testimoniare la potenza e la diffusione del Web, e ovviamente del proprio sito in particolare. (...)
Dal microblogging allo storytelling. Storie di ogni genere e gusto, dunque, che hanno in comune l'idea che con soli 140 caratteri può succedere di tutto. Ci sono brevi testimonianze, più o meno eclatanti o commoventi, annunci o dichiarazioni che preludono a una storia, a una vita, a un vissuto degno di essere raccontato al maggior numero di persone.
Un tesoro di emozioni e di relazioni in che Twitter ha deciso di capitalizzare. Una decisione che va ben al di là della bontà d'animo, reale o presunta tale, dell'azienda, e che segue invece una tendenza in atto da diverso tempo da parte dei social network. Quella, cioè, di raggruppare per tema o per via dell'interesse che potrebbe suscitare il contenuto pubblicato dai singoli utenti, allo scopo di creare un prodotto usufruibile dal grande pubblico. E c'è da giurarci, ottenere maggiore visibilità.
Ma d'altra parte questa è un'operazione tentata, fra gli altri, da molti aggregatori come ad esempio Storify10, una piattaforma nata ad esempio esclusivamente per accorpare tweet, articoli, annunci, foto, video su diversi social network, e ricostruire un racconto con i tanti, piccoli contributi disseminati sul Web. Non resta ora che capire se questa nuova tendenza faccia parte di una logica conseguenza del Web come lo conosciamo oggi o non sia invece, come sostengono alcuni, l'alba di un nuovo Web, questa volta 3.0.
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martedì 15 novembre 2011
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