Una bella notizia per iniziare la settimana... sigh!
Michele
Calo complessivo dello 0,7%: sono queste le previsioni sugli investimenti pubblicitari in Italia nel 2001, emerse ieri a Milano durante l’incontro di AssoComunicazione sul rapporto ‘Comunicare domani’. “Sono 20 anni che il fatturato complessivo delle agenzie diminuisce - ha introdotto Peter Grosser, vice presidente dell’associazione delle imprese di comunicazione -. Negli ultimi 10 anni la riduzione costante degli investimenti ha coinciso con una riduzione della qualità”. Le congiunture economiche globali, la moltiplicazione dell’offerta di fronte a una domanda calante: potrebbero essere questi i motivi dell’andamento. Ma Grosser è perentorio: “La causa è da ricercare tra le agenzie che hanno portato avanti una politica disastrosa con rincorse al ribasso dei prezzi, che non hanno nulla a che vedere con una sana concorrenza. E’ una questione di dignità del lavoro e di perdita di reputazione per fini utilitaristici poco lungimiranti. Questa situazione non è utile a nessuno, ancor meno alle aziende. Una buona comunicazione può contribuire al successo di un brand e auspico un confronto aperto con Upa perché il fee non è la cosa più rilevante. AssoComunicazione deve fare ancora molto per promuovere di più la qualità, combattere comportamenti poco virtuosi degli associati e investire sui talenti”. Resta il fatto che lo scenario macroeconomico mondiale è caratterizzato da una crescita faticosa. Secondo Adam Smith, GroupM Futures Director, che ha illustrato i trend degli investimenti e dei consumi nel mondo e in Europa, comprensivi del contributo alla crescita dei differenti mezzi “la crescita globale dell’adv nel 2011 raggiungerà +4,8% con un introito di 4 miliardi di dollari, ma solo un anno fa si pensava a un risultato migliore. Poi sono arrivati lo tsunami in Giappone (Paese in cui il mercato dell’adv ‘pesa’ per un miliardo di dollari), l’instabilità politica del Nord Africa e Medio Oriente, la crisi nei Paesi dell’Eurozona ‘periferica’ e l’aumento dei costi dei beni di consumo e del petrolio”. Consoliamoci, il 2012 andrà meglio. “Le stime sono di una crescita del 6,8% grazie a una fortunata coincidenza di eventi tra cui elezioni presidenziali in Usa, i Campionati Europei di calcio e le Olimpiadi” ha spiegato Smith. Ma ciò che ormai un dato di fatto è che si sono aperti nuovi scenari come la ‘galoppata’ della Cina per la quale sono previsti 9 miliardi di spesa pubblicitaria e la crescita rapida dell’Indonesia la cui spesa per l’adv sale del 30% ogni anno. Gli scenari cambiano e l’Italia sembra non accorgersene, o quasi. “Il numero di aziende che comunicano in Italia è basso - ha spiegato nel suo intervento MarcoMuraglia, presidente Consulta Media AssoComunicazione - e l’attuale quadro politico ‘perturbato’ non giova”. A far luce su quello che sta cambiando nel nostro Paese sono i dati sul mercato digitale forniti da Muraglia. “La grande crescita degli users inserisce di diritto il web tra i grandi mezzi; i dati di aprile 2011 segnalano la presenza di 26,6 milioni di persone (+12,4%). Il consolidamento del fenomeno social apre nuove opportunità di comunicazione. Mentre nel primo quadrimestre 2011 la tipologia smartphone ha registrato 13 milioni di utenti”. Stando alle stime il 2011 dovrebbe essere l’anno in cui il web sfonderà il tetto del 10% di quote del mercato pubblicitario. “Nella comunicazione ‘il futuro è già accaduto’ e questa è una nuova era del marketing communication dove piattaforme multiple e partecipazione attiva fanno la parte del leone. Le aziende devono pensare di comunicare 365 giorni l’anno”, ha concluso Muraglia che ha lasciato il palco al grido di ‘Provare, provare, provare’.
Valeria Zonca su Pubblicitaitalia.it
lunedì 4 luglio 2011
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