mercoledì 6 luglio 2011

ARRIVA IL FRIGO CHE PARLA...

 Non so quanto questo articolo sia pertinente con i contenuti del mio blog, tuttavia i quattro studenti romani hanno tirato fuori un'idea interessante ed originale, cosa che purtroppo accade di rado nelle nostre aziende troppo impegnate a produrre. Ecco perchè, solo per oggi,  ho deciso di istituire anche io la categoria speciale "Ma che bella idea!" nella quale citare il sogno di questi ragazzi. 
Michele

Eva Perasso su Corriere.it 
Arriva un messaggio sul cellulare: attenzione, il latte è finito. E a ruota, il consiglio: con il formaggio e il cavolfiore rimasto in frigo, puoi cucinare ottime verdure al gratin. Gli alimenti all'interno del frigorifero di casa diventano intelligenti, e in grado di parlare con noi attraverso un'applicazione da scaricare sul cellulare. Non serve nessun elettrodomestico costoso di ultima generazione, basta invece un box contenente l'hardware, da posizionare a non più di un metro dal refrigeratore, e speciali etichette da applicare sui cibi a raffreddare. E automaticamente, il branzino parlerà con la sua padrona e avvertirà anche che vuole esser mangiato perché la sua scadenza è prossima.

  IL PROGETTO - Ancora è solo un'idea, ma tutta italiana, di 4 studenti di Tor Vergata, Roma, che da poco tempo hanno aperto una loro piccola start-up ingegneristica. Sono i vincitori, con la tecnologia What's in my kitchen degli Application Awards, il concorso mondiale indetto da Ericsson cui hanno partecipato 158 team di 50 Paesi diversi. Il tema, caro all'azienda di telecomunicazioni, è quello della connessione da macchina a macchina e della networked society: la rete delle cose connesse tra loro e a loro volta in grado di dialogare con le persone. Secondo i dati di Ericsson nel 2020 ci saranno 50 milioni di dispositivi connessi in tutto il mondo e tra questi, probabilmente, anche il nostro frigo di casa.
IL FRIGO INTELLIGENTE – Come spiega Daniele Albanese, uno dei 4 inventori che fanno capo a JustBit, la società vincitrice del concorso mondiale, «al momento occorre applicare degli adesivi con chip Rfid sugli alimenti in frigo. Grazie al collegamento via onde radio con il box esterno, le etichette si attivano e forniscono informazioni che poi vengono inviate via internet». Per risparmiare sui costi, nell'idea degli inventori c'è la scelta di dare il box (uno scatolotto poco ingombrante) in comodato d'uso: «In cambio gli utenti potrebbero fornire - in forma anonima - i dati sui loro consumi, che potrebbero essere utili per esempio al ministero della Salute per monitorare le abitudini alimentari degli italiani», continua Albanese. Al momento è necessario applicare manualmente le etichette sui prodotti nel congelatore, ma se la rivoluzione degli Rfid arriverà anche a tutti i supermercati e negozi italiani (Walmart negli Usa stima che nel giro di un anno il 50% dei prodotti avranno questo chip incluso nella confezione), saranno le vivande a dialogare direttamente con il nostro cellulare.
UN AIUTO IN CUCINA - Allo stato attuale comunque, ogni volta che avviene un cambiamento all'interno del frigo (per esempio, il latte rimane all'esterno per più di 10 minuti e si presuppone dunque che sia finito), il sistema lancia una notifica sul cellulare affinché chi non è in casa possa provvedere a rimpiazzare il cibo mancante. E ancora, ogni giorno arriverà sul telefonino il suggerimento di una ricetta che utilizzi il più possibile gli alimenti già presenti nel frigo: con quel cavolfiore in scadenza e le fette di formaggio, potrebbe consigliare un ottimo piatto di verdure al forno. Oltre alla comodità, “What's in my kitchen” fa sì che si evitino sprechi di cibo, contribuendo a ridurre l'impatto ambientale dei nostri consumi.
LE CITTA' MIGLIORI – Il progetto di Daniele e colleghi è un esempio dei passi fatti verso la società connessa, da cui trarre benefici economici, sociali e ambientali. Sempre Ericsson, in collaborazione con Arthur D. Little, ha anche analizzato e classificato le migliori città al mondo quanto a penetrazione della tecnologia nel suo Networked Society City Index: in testa alla classifica si collocano Stoccolma, Singapore e Seoul, ma nessuna località italiana compare tra le prime venti. Nelle città in cui lo sviluppo ICT è più avanzato, tutta la società sembra giovarne: migliorano infatti sicurezza, qualità dei servizi sanitari, infrastrutture, educazione, ambiente.

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