venerdì 18 maggio 2012

IL BRAND E LE PMI ITALIANE

Oggi vi propongo alcune riflessioni fatte davanti ad un buon bicchiere di vino con Fabrizio Senici (senrior branding consultant in Soluzione Group).  Il tema è il rapporto che lega le PMI italiane, le loro strategie di branding e l'attuale periodo economico.

Allora Fabrizio, che aria tira la fuori?  

"L'incertezza regna sovrana. Spesso in questi giorni mi trovo di fronte ad aziende che si chiedono quale sarà il futuro del mercato a cui appartengono. Intrappolate nella logica di dover rispondere a clienti sempre più aggressivi, aziende operanti nei più diversi settori economici provano a porre rimedio ad anni in cui hanno affidato tutta la loro competitività ad una strategia basata sul prodotto e sulla sua componente prezzo".

Dalla tua risposta intuisco che siano stati commessi degli errori?

"Organizzazione interna, qualità esasperata, logistica e ICT all’avanguardia sono stati considerati i soli “punti di forza” della competitività, concedendo al solo  “made in italy” un surplus di posizionamento, e combattendo la globalizzazione a suon di sconti e prezzi bassi. Ma la crisi (soprattutto questa crisi) ha messo in evidenza i limiti culturali dell’impresa B2B italiana che (fatto salvo qualche eccellenza) non ha mai investito su una vera struttura marketing affidando questa delicata area a improbabili responsabili spostati di peso e di ruolo dai settori più diversi (qualità, commerciale, produzione ecc.)."

Secondo te, perchè si è arrivati a questo?

"La giustificazione a questa dissennata politica è sempre stata : “tanto vendiamo lo stesso” ed era vero almeno fino al 2008. Ma qui sta il limite di cui sopra, nella incapacità non tanto di prevedere una crisi devastante, ma di credere che bastasse accontentarsi del VENDERE OGGI senza provare a costruire UN DOMANI fatto di riconoscibilità del proprio marchio (troppo difficile parlar loro di Brand Awerness).Imprenditori di successo che si sono ritrovati in un mercato competitivo ed indifferenziato, incapaci di abbattere i prezzi di produzione e quindi di competere con aziende che (loro si) hanno fatto del prezzo la loro mission. "

All'inizio parlavi di "porre rimedio",  esiste una soluzione? 

Oggi siamo purtroppo (o per fortuna) a “groud zero”, le aziende sono costrette a ripensarsi e si chiedono come uscirne. Bene una soluzione esiste, ma richiede il coraggio e la disponibilità ad accettare di cambiare veramente approccio al mercato, e l’attitudine a prendersi il rischio di essere creativi. La risposta si chiama BRAND.

Cosa intendi per "Brand" ? Come lo spiegi alle PMI?

"Per uscire da questa empasse le PMI devono cambiare la propria prospettiva uscire dalle logiche del B2B o del B2C per orientarsi verso il B4B (Branding for Business). Chiedete ad una PMI cosa significa BRAND e la maggior parte vi risponderà che significa “marchio forte” o peggio ancora solo “marchio”.  Niente di più sbagliato in quanto brand significa FEELING tra un marchio e il suo cliente. Creare  feeling sta nella capacità dell’azienda di credere fortemente che BRAND vince sul prezzo e vince sul prodotto. "


Quindi il messaggio finale è "vendere il brand prima dei prodotti"?

"Esatto. Oggi la ricerca di un posizionamento univoco e distintivo è alla base per la vera differenziazione, e il coraggio di investire in comunicazione per affermare questo posizionamento nella testa dei propri clienti è l’architrave su cui costruire la ripartenza post crisi."

Michele

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