venerdì 24 dicembre 2010

IL NATALE AL TEMPO DEI SOCIAL MEDIA

Carissimi lettori in occasione di questo Natale non potrei congedarmi da voi per qualche giorno di riposto postando sul blog il video del momento.



Colgo l'occasione per augurarvi il mio più sentito BUON NATALE!
Michele

mercoledì 22 dicembre 2010

NOVANTISSIMO, IL BLOG DEDICATO AGLI ANNI 90

Ideato dalla divisione Digital Pr della mia agenzia raccoglie curiosità , immagini e video che hanno contraddistinto quel periodo. 


 All'indirizzo http://novantissimoblog.com troverete tutte le icone che hanno reso celebri gli anni ‘90: musica, cartoon, spot e serie tv, moda, cinema, sport.
Il blog vuole diventare punto di riferimento per tutti coloro che in quel periodo storico ci hanno lasciato cuore.
Novantissimo offre inoltre ai lettori la possibilità di partecipare attivamente alla definizione dei contenuti editoriali, inviando i propri ricordi e racconti, video e fotografie che li legano a quegli anni.
La divisione Digital Pr di Soluzione Group, che si occuperà dell’aggiornamento quotidiano del blog, valuterà e selezionerà i migliori contenuti inviati pubblicandoli con la massima trasparenza e citando correttamente tutte le fonti.

martedì 21 dicembre 2010

Making the invisible visibile

Il guerrilla marketing si intreccia con la street art: è una campagna realizzata per Amnesty dall’agenzia londinese Brothers and Sister in collaborazione con il collettivo tedesco d’artisti di strada Mentalgassi.
Troy Anthony Davis ha trascorso negli Stati Uniti 19 anni nel braccio della morte accusato d’omicidio nonostante si fosse sempre dichiarato innocente. Nel corso degli anni, sette dei nove testimoni che lo fecero condannare ritrattarono la loro versione ma, nonostante i forti dubbi sulla sua colpevolezza, il giudice ha comunque deciso di procedere attivando le procedure per l’esecuzione.



La campagna dal nome “Making the invisible visibile” (rendere visibile l’invisibile) ha invaso le strade di Londra con un unico poster lenticolare che appare e scompare camminando per i marciapiedi della città. Questo tipo di comunicazione rappresenta anche una metafora volta a fare chiarezza sui casi poco chiari della giustizia.

FONTE: NinjaMarketing

lunedì 20 dicembre 2010

GLI UOMINI OMBRA DEL WEB MARKETING

Intervista ad Andrea Signori pubblicata su Marketing Arena

GLI UOMUNI OMBRA DEL WEB MARKETING...
La loro presenza sui social è personale e non aziendale, parlano poco ai convegni ma muovono il denaro, quello vero. Poco rumore, molta azione, sono gli uomini dell’advertising. Noi di MarketingArena abbiamo intervistato uno dei più importanti esponenti di questa realtà a livello italiano: Andrea Signori.
Ciao Andrea, ci racconti le tue esperienze nel web marketing e la tua attuale occupazione?
Lavoro nel golden world del web da più di 5 anni. Galeotto fu un famoso blog che gestivo e che forse molti hanno letto, marketingroutes.com, che gestivo insieme a Jacopo Gonzales, amico e fidato professionista dell’online. Mi mandò una mail Mauro Lupi, il papà e il Papa forse del web ☺, chiedendomi di fare due chiacchiere per una posizione in Ad Maiora. E da lì tutto inizio in maniera ufficiale. Era il 2006 ma già da circa 3 anni lavoravo in agenzie che iniziavano ad offrire “prodotti” web e avevo aperto qualche blog che usavo come megafono delle mie idee e cantina di prova per i miei rudimentali esperimenti da “I wanna be a SEO”. Ho trascorso gli ultimi 5 anni a lavorare per le maggiori agenzie italiane e mondiali occupandomi di SEM pianificando campagne pubblicitarie in tutte le maniere possibili! Amo la pubblicità online e voglio lavorare contornandomi solo di budget a cpm, cpc e cpa! Al momento lavoro per un grande gruppo (top secret aihmè per il momento) con la qualifica di head of web marketing che in pratica vuol dire collaborare con altri volenterosi ragazzi a far capire al nostro AD la differenza tra risultati organici e a pagamento! Ma ce la faremo…. ☺

Ho una sensazione paretiana, che il social media marketing faccia l’80% del rumore muovendo (se va bene) il 20% del budget, mentre l’advertising on line in silenzio “cuba” parecchio.. tu come la vedi?
VERISSIMO. A leggere in giro tutte le aziende “aprono al social”. Ma poi alla fine la realtà dei fatti è che il social è visto ancora, sbagliando, come una cosa da far fare ad uno stagista “…tanto c’è solo da aggiornare il blog aziendale e mettere i commenti su Facebook e Twitter”. Secondo me siamo anche più bassi del 20%… La pubblicità (fortunatamente visto il mio mutuo trentennale da pagare ☺) continua ad essere la maggiore voce di investimento online per le aziende. Il motivo è il più ovvio: ha risultati misurabili. Il social viene visto solo come qualcosa che “fa rumore ed è figo” però in tempo di crisi i responsabili marketing investono i budget annuali, in continua diminuzione tra l’altro, su mezzi “sicuri”. Sono un fautore delle specializzazioni quindi anche se da addetto al settore conosco ed uso anche gli strumenti Social non posso parlare in merito alle strategie migliori da adottare per una corretta campagna Social, però il web propone ottimi professionisti che sicuramente possono far cambiare idea alle aziende: uno di questi a mio avviso è Davide Basile aka Kawakumi che leggo con piacere imparando sempre qualcosa di nuovo!
L’advertising on line è lo specchio dei modelli off line (i consulenti direbbero interruption marketing) o può generare valore per le aziende grazie alla sua misurabilità?
Proprio la misurabilità del mezzo è stato lo strumento che ha permesso a noi del settore di farci sentire dagli AD. Non sono un Apocalittico di Echiana memoria ma ti dico che secondo me la pubblicità offline resterà la maggiore voce di spesa nei budget pubblicitari perché alle aziende (soprattutto ai “grandi capi”) piace far vedere che il loro brand è stato visto su una pagina de il Corriere della Sera o sulla copertina di Repubblica. Il concetto alla base è ancora, forse, quel concetto ipodermico del “più mi vedono, più vendo”. Il web è venuto a cambiare queste teorie. Ora vedo che tra i miei colleghi, me compreso, si diffonde la giusta pratica invece di andare a pianificare sui siti verticali. Chi è del settore lo fa da anni e quindi non è nulla di nuovo. Abbiamo iniziato a proporre alle aziende per le quali pianifichiamo che è meglio, giusto e più profittevole farsi vedere in modo diverso, ovvero “farsi vedere meno, ma solo dagli utenti veramente interessati al nostro prodotto”. In questo approccio posso dire con moderata sicurezza che AdWords è stata la Bibbia sulla quale abbiamo appreso questo modus operandi.
Un’attività tattica e di breve periodo come l’adv deve integrarsi con attività di lungo periodo come il seo o vedi cannibalizzazione? Ci sono a tuo avviso settori che più di altri devono puntare sull’adv?
Nessuna cannibalizzazione anzi! Le due attività devo assolutamente viaggiare parallelamente (con anche attività Social) perché un progetto di visibilità porti i risultati. Vedi, secondo me, pianificare un budget solo in advertising non è più così “conveniente” dal punto di vista del ROI. Mi spiego. Un progetto di visibilità di un prodotto, di un’iniziativa, di una promozione, per avere un effetto circolare (come lo chiamo io) sugli effettivi utenti interessati deve includere una campagna di advertising (magari mista cpm + cps), l’ottimizzazione SEO del sito che si sta promuovendo e il “lavoro ai fianchi” del Social. Solo così l’utente sarà interessato o incuriosita dal nostro prodotto. La pubblicità stimola la curiosità, il sito ben posizionato l’approfondimenti e il Social l’interazione. L’utente si sente soddisfatto in quanto ha tutte le informazioni per sceglierci. Poi magari potrà non comprare il nostro prodotto o non aderire alla nostra iniziativa però almeno abbiamo trasmesso la percezione di un’azienda trasparente con un sentiment positivo nella testa dell’utente. E gli utenti, noi compresi ovviamente, non dimentichiamo! ☺
Oltre al pay per click quali sono le leve del web advertising? (banner? affiliazioni?) che peso hanno nella tua esperienza rispetto al pay per click?
Sono “nato” con AdWords quindi lo sento molto “intimo” il rapporto con il pannello di Google ☺. Prima consigliavo solo “cpc per vendere e cpm per farti vedere”. Ovviamente con il tempo ho avuto modo di gestire diverse campagne che imponevano dei ragionamenti approfonditi su come meglio pianificare quei budget abbandonando questa divisione semplicistica. Nella mia recente esperienza in Tradedoubler ho avuto modo di approfondire il mondo delle affiliazioni e ti dico che, secondo me una campagna pubblicitaria ora la fraziono, ove possibile, in tante piccole campagne quanti sono gli obiettivi. Mi spiego: se ho una budget interessante e obiettivi plurimi metto un po’ di budget sul cpm perché la visibilità pura sui portali serve per un aspetto, poi pianifico un po’ di cpc perché ho dei banner che potrebbero performare meglio a click, poi metto un po’ sulle affiliazioni perché un programma di affiliazione a cps (o cpl) a lungo termine può aiutarmi con le vendite. Leggendola così sembra un po’ il mercato del web però il ragionamento è molto simile ☺
Come si diventa un esperto di on line advertising? Ho visto molti corsi sul social media marketing e sul seo, ma dove si impara il sem?
Lo vorrei sapere anche io! ☺ Il bello del nostro lavoro è che non te lo insegna nessuna scuola, nessun corso, nessun master. Primo perché non ce ne sono (o meglio sono pochissimi e secondo me troppo teorici e di livello base) secondo perché è quel tipo di lavoro dove devi “sporcarti le mani” per capirlo. Esempio: ci sono manuali di AdWords che ti spiegano come far performare meglio una campagna o come ridurre la spesa senza intaccare le performance. Ma sono teorie. Ogni campagna vive…di vita propria e non è omologabile. Ogni settore merceologico ha dinamiche diverse che per capirle bisogna viverle sulla pelle (o meglio sui budget!) Per capirlo devi passare le tue giornate sulle campagne, modificare un parametro e vedere il giorno dopo i report e capire se si sta andando nella giusta direzione. Poi modificare altri due parametri e controllare di nuovo. A volte capite di dover tornare frettolosamente al punto di partenza, a volte si sforano i budget, ma alla fine si trova sempre il bandolo della matassa. Quello che consiglio io è: CURIOSITA’. Io ho studi umanistici alle spalle quindi con i numeri all’inizio ci guardavamo in cagnesco!! Poi, appassionandomi della materia ho iniziato a capire, provare, leggere manuali e libri sull’analytics (il 50% del nostro lavoro sta nel sapere leggere in modo corretto i report e da questi capire le giuste strategie per far continuare a performare la campagna!!!), leggere forum. Aggiornamento continuo (non smettere mai di leggere e conoscere gli “avanzamenti” in materia) e curiosità: nulla di nuovo ma credetemi sono fondamentali.
Adv su facebook e linkedin: funziona?
Mmmm. Ti ripeto, ho il mutuo trentennale quindi ti dovrei dire di si… ☺ però visto che non amo sentire parlare gli addetti ai lavori che dicono che “è tutto figo, tutto bello” ti dico che io non l’amo moltissimo! Esempio: su Facebook le persone ci sono principalmente per cazzeggio quindi per svagarsi quei 10 minuti e tornare poi a lavorare. Secondo la mia esperienza, in una fase di rilassamento così estrema come è il cazzeggio su Facebook, difficilmente siamo propensi a farci rapire da un annuncio pubblicitario. Tutto il giorno bombardati da messaggi pubblicitari ci porta a cercare “bolle di decompressione pubblicitaria” come appunto Facebook dove possiamo svagarci prendendo il giro gli amici o dicendo quello che ci passa per la mente; difficilmente siamo propensi a regalare un click ad un annuncio. I click sul web sono importanti!! Magari ce lo conserviamo (il click) per condividere la foto divertente di un amico ☺
Come vedi il futuro del web marketing e di chi ci lavora?
Come ti ho detto non amo quelli che dicono “tutto bello, crescita, + 1000%” e cose del genere. Credo poco anche ai forecast dei vari sondaggisti che ogni anno prevedono per i prossimi 5 anni crescite a 3 cifre. Non mi interessano questo tipo previsioni del futuro che lascio fare al Divino Otelma ☺, mi baso su quello che vedo giornalmente. Da un punto di vista del budget mi sembra che la tanto discussa crisi stia colpendo il settore in maniera molto “delicata”. Ovvero non vedo molte variazioni di budget. Anzi ci sono realtà che hanno aumentato il budget online a scapito di quello offline (quest’ultimo si sta subendo fortemente la crisi). Il mondo del web è affascinante proprio perché inclassificabile. Tutto varia, cambia e si modifica giornalmente. Per quanto riguarda il lavoro, girando sui vari siti del settore vedo che le agenzie, i centri media e le concessionarie concentrate sull’online hanno posizione aperte in continuazione. Quasi mensilmente leggo di colleghi che cambiamo casacca girando tra le agenzie e i centri media. E’ molto bello questo aspetto. Vuol dire che l’online è vivo e chi ci lavora ha voglia di fare carriera, di crescere e cambiare. Il web ci da questa possibilità e in un Paese come l’Italia classificato spesso come “immobilista” è una gran cosa!

giovedì 16 dicembre 2010

LIFEGATE PROPONE STAGE COME SOCIAL MEDIA MANAGER

LIFEGATE, primo network media e advisor per lo sviluppo sostenibile in Italia, propone un periodo di stage nel ruolo di Social Media Manager .
Il candidato si occuperà della gestione day-by-day dei profili social attraverso  uno stage annuale presso la sede di  Merone (CO). La figura ricercata, si occuperà di implementare la Social Media Strategy dell' azienda attraverso la gestione dei canali sui Social Network dell' azienda ma anche della realizzazione di specifiche campagne sui  social media e del monitoraggio ed analisi dei risultati di queste azioni.
LifeGate non si è affidata ai canali classici per la ricerca di un  social media manager ma a blog, siti e social network, canali affini agli interessi della persona ricercata.
L'obiettivo di LifeGate è quello di formare con successo la risorsa affinchè possa gestire le attività sui Social Media in totale autonomia, una volta terminato il periodo di prova e di affiancamento 
con una figura senior.
 Qui http://www.ninjamarketing.it/jobs/?job=918 si trova l' annuncio con tutti i dettagli utili.

mercoledì 15 dicembre 2010

BNL PER TELETHON

RICEVO QUESTO COMUNICATO DA HILL & KNOWLTON E LO PUBBLICO VOLENTIERI SUL BLOG. LA SOLIDARIETA' NON PUO' MAI LASCIARCI INDIFFERENTI.

La partnership di BNL con Telethon è il più importante progetto di fund raising in Italia. BNL – Gruppo BNP PARIBAS affianca da 19 anni il Comitato Telethon Fondazione Onlus nella raccolta dei fondi a sostegno della ricerca scientifica sulle malattie genetiche.
Lo scorso 2 dicembre  si è tenuto l’evento di lancio della maratona di raccolta fondi TELETHON presso la Camera dei Deputati, secondo una tradizione voluta da Susanna Agnelli che si ripete ormai dal 2003.  
“Ci sono voluti venti anni di lavoro, ma adesso la parola cura non è più un tabù. Le malattie genetiche possono essere sconfitte. La fiducia degli italiani è stata ben riposta ed ora è il momento di insistere ". Così il presidente della Fondazione Telethon, Luca di Montezemolo, ha dato il via alla campagna Telethon 2010 che si concluderà con la tre giorni televisiva sulle reti Rai il 17, 18 e 19 dicembre. " Il legame tra Bnl e Telethon - ha commentato il Dr. Fabio Gallia, Amministratore Delegato BNL Gruppo BNP Paribas - rappresenta un vero primato nell'ambito del fund raising con più di 198 milioni di euro raccolti dalla banca finora, in 19 anni di partnership. Solo negli ultimi tre anni la raccolta di Bnl è stata di ben 40 milioni di euro. Un risultato importante che testimonia la generosità dei nostri clienti e l'impegno, la passione e la forza di una squadra di 15.000 persone, i dipendenti di BNL e delle società del Gruppo BNP Paribas in Italia''.
L’appuntamento è stato inoltre l’occasione di annunciare la nascita di un laboratorio Telethon presso il Texas Children's Hospital di Houston (Usa). Dedicato allo studio di malattie neurologiche dei bambini, il centro è stato voluto da un'associazione americana di pazienti, la Beyond Batten Disease Foundation, fondata nel 2008 da Craig e Charlotte Benson, dopo che alla loro figlia Christiane è stata diagnosticata una grave malattia lisosomiale, il morbo di Batten.
Per l’edizione 2010 BNL sta organizzando oltre 1000 eventi di carattere culturale, sportivo o folcloristico su tutto il territorio nazionale al fine di incentivare la raccolta fondi, ed è  stato inoltre dedicato a Telethon un ciclo di seminari “EduCare” volto ad offrire strumenti di supporto per permettere di effettuare valutazioni e scelte economiche più consapevoli e responsabili.
Anche quest’anno BNL inoltre  mette a disposizione di Telethon dei “Prodotti e Servizi socialmente responsabili” come la  My Cash BNL per Telethon, la speciale carta prepagata senza costi di emissione che consente al cliente di devolvere interamente a Telethon l'importo versato al momento dell'emissione della carta. Altre donazioni potranno essere effettuate anche con le carte di credto BNLdistributori bancomat durante tutto l’arco dell’anno. e attraverso i
Le donazioni possono essere effettuate inoltre sul sito  www.donapertelethon.bnl.it , www.bnl.it e chiamando il numero verde 800900900 o +390687408740 dall’estero o dai cellulari.

venerdì 10 dicembre 2010

GLI AUGURI VIRTUALI BAULI

Vi segnalo una nuova iniziativa gestita dalla divisione digital della mia agenzia.
Sul sito www.auguribauli2010.it potrete selezionare una cartolina d'auguri natalizia, inserire la vostra immagine, il messaggio di auguri e spedirla a parenti ed amici.
Buon divertimento!



mercoledì 8 dicembre 2010

ASSOREL: NELLE RP CRESCONO LE DIGITAL PR ED I SOCIAL MEDIA

E´ il mondo del digitale e dei social media quello che sta catalizzando sempre più il settore delle relazioni pubbliche. E’ quanto emerge dalla ricerca “Monitor Utenti Relazioni Pubbliche 2010”, commissionata da Assorel a Renato Mannheimer di ISPO e giunta alla V edizione.Sono state analizzate tematiche quali il ruolo delle agenzie di RP, il loro rapporto con il mercato in tempi di crisi, lo studio del mercato potenziale, i driver di scelta del proprio consulente e le attese nell’area dei Media digitali.
I risultati, derivanti da interviste a oltre 300 tra aziende private, suddivise per settore merceologico, enti pubblici e Associazioni, confermano la tendenza alle attività di Relazioni con i Media, Organizzazione di eventi, Comunicazione interna e di marketing come principali aree di intervento per le RP: 9 intervistati su 10 hanno dichiarato di aver svolto queste attività negli ultimi due anni.
Lo scenario attuale vede come comparto nell’ambito del  mercato delle RP a maggiore tasso crescita rispetto a due anni fa quello del Digital PR/Social Media, che registrano un incremento dal 45 al 68%; ben l’85% degli intervistati ritiene infatti che i social media rappresentano una grande opportunità, dalla quale non è più possibile prescindere, per comunicare con un elevato numero di stakeholder a costi contenuti.
Da segnalare inoltre una lieve crescita per la comunicazione di crisi e la comunicazione economico-finanziaria e quella di marketing.
Più della metà del campione intervistato si è trovato d’accordo sulla necessità – anche in periodi di crisi di mercato - di non interrompere le attività di RP, riducendo gli investimenti in pubblicità a favore delle relazioni pubbliche, riconoscendo, all’80%, che avvalersi di validi consulenti di relazioni pubbliche può essere un buon strumento per il sostegno e rilancio delle attività aziendali.
La capacità di offrire consulenza rispettando le dinamiche e lo stile aziendale per affinare gli obiettivi e strategie interne sono le variabili maggiormente apprezzate per lavorare con un´agenzia, le cui caratteristiche ideali vengono indicate nell’organizzazione, nella capacità di instaurare un rapporto di fiducia con il cliente e comprenderne le esigenze. "L’indagine mostra con grande chiarezza il ruolo strategico che le aziende attribuiscono alle RP - spiega Renato Mannheimer - e pur manifestando la fatica nella possibilità di investire, la fiducia rivolta al settore rimane costante anzi aumenta, venendo ad esse riconosciuta la capacità di favorire il rilancio delle attività, con spazi di grande sviluppo per le Digital PR, su cui è palpabile il bisogno di seria professionalità".
"Sono informazioni stimolanti e uniche sul mercato - conclude il presidente di Assorel Beppe Facchetti - che confermano, in linea con la politica di Assorel, che qualità, professionalità e formazione sono centrali e, come indicato anche a livello internazionale dai documenti di Stoccolma, le RP conferiscono valore aggiunto all’efficienza delle imprese".

sabato 4 dicembre 2010

COME VI SENTIRESTE AL LORO POSTO?



 "CALL TO FIGHT AGAINST PARAPLEGIA".
È questo il motto della nuova campagna creata dallo studio Bassat Ogilvy di Barcellona, in Spagna, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della paraplegia.
Il nodo centrale di questa campagna marketing è semplice: come vi sentireste al loro posto?
Emblematiche in tal senso, le immagini: un uomo e una donna in cui un enorme blocco di cemento sostituisce una parte del corpo, impedendo loro totalmente di muoversi.

Fonte: MarketingJournal

giovedì 2 dicembre 2010

"PERCHE' TU MI PIACI". UNO SPOT SENZA CLIENTE



C'è uno spot che sta facendo innamorare la Rete. Racconta in poco più di un minuto una storia d'amore lunga una vita, che comincia con una lettera di un bambino a quella che diventerà la sua futura moglie. Una dichiarazione romantica, diretta, ingenua, senza secondi fini. Una promessa cui quel bambino resterà fedele fino alla vecchiaia, quando la sua Poldina dovrà affrontare la malattia. Perché tu mi piaci è un'idea di tre giovani creativi milanesi che con questo video, frutto di due giorni di lavoro “fatto in casa”, sono riusciti a rompere un tabù del mondo della pubblicità, dimostrando che uno spot può avere senso e forza anche senza prodotto e senza marchio. 
PUBBLICITA' SENZA CLIENTI- La clip, caricata sul portale Vimeo il 17 novembre scorso, ha totalizzato in una settimana più di un milione e mezzo di visite. «Non abbiamo fatto altro che postarlo sulle nostre bacheche di Facebook e da lì si è diffuso a macchia d'olio», spiega il regista Davide Mardegan, 26 anni fra qualche giorno e co-fondatore dell'agenzia Cric insieme al coetaneo Clemente De Muro, autore del testo, e al ventottenne Niccolò Dal Corso, produttore esecutivo. Tutti e tre hanno già alle spalle una serie di esperienze in alcune delle più importanti realtà del settore ma hanno scelto di mettersi in proprio, sfidando la crisi e provando a fare qualcosa di diverso. Ovvero confezionare uno spot, parte di una campagna pubblicitaria articolata, non su commissione ma di propria iniziativa, proponendolo poi ad aziende potenzialmente interessate alla storia raccontata.
IL TEST - I nomi restano top secret perché le trattative sono ancora in corso. Ciascuno però, guardando il video, può facilmente immaginarseli. «Posso solo dire che abbiamo puntato in alto e che si tratta di marchi noti al grande pubblico», racconta Mardegan. Dopo averlo proposto ai direttori marketing, "giocando a carte scoperte", cioè avvisando che sarebbe stato visionato anche da altri possibili clienti, i tre decidono di testarlo sul web.
VIRALE - L'accoglienza va al di là di ogni aspettativa e ribalta il parere di illustri addetti ai lavori, che dopo averlo visto, lo avevano stroncato senza pietà, perché la gente non vuole vedere bambini e vecchi che stanno per morire, vuole essere spensierata. I contatti, invece, schizzano subito verso l'alto e i commenti entusiastici si sprecano. Il video viene cliccato in 147 paesi: praticamente in tutto il mondo. Qualcuno lo usa per dichiararsi davvero, qualcun altro lo manda via mail alla fidanzata, c'è chi trascrive il testo della lettera e lo pubblica sul proprio blog o sul proprio profilo Facebook. «Per noi tutto questo è già un successo» ammette il giovane regista. Ma la favola di questo piccolo capolavoro potrebbe non essere finita qui.
Elvira Pollina su corriere.it

lunedì 29 novembre 2010

DEFINIRE "BRAND" CON UNA SOLA FRASE

Vi riporto di seguito un estratto di una interessante discussione pubblicata su Linkedin nel gruppo Marketing Communication.  Fred Page, un simpatico signore della Florida, ha chiesto semplicemente questa cosa: "Definite brand con una sola frase". Ebbene, il buon Fred ha già ottenuto 753 risposte! Intanto vi pubblico le prime...

Susan Dato • an umbrella of a perceived or intended image and the promise it holds, which can be easily identified across all interactions.

Sajit Nair • its like a Idetity card of a Company, in short.. itz a symbol, charecter/s, colour, or mark that distinguishes a product or sevice, company from its competitors.
A brand provides an identity to the product/service/company.


Sharon Schwendt-Vetere • I heard someone describe as follows and thought it rang true: a brand is nothing but promise delivered”


Adam Gilsdorf • A brand has become the identity or personality of a specific product, service, or business that is made real in many forms: name, symbol, sign, color or slogan.


Chirag Kumar Gupta (The Brand Boy) • "Psycho-graphical representation of a Product or services".


Rich Miller • I agree with Sharon...a brand is a promise, a mark of trust which comforts the brand user with a familiarity and the expectation that the brand will consistently deliver a certain quality and value.


Colin Turner • Yes, a brand is promise, but also an identifier and like any promise its value comes from the reputation of the identity.


Shiv Vasisht • Fred, I'd tell my client this (sorry, it would take more that one sentence):

YOU are a brand - representing a set of values to the world through your acts and words.

YOU, the brand, were born and bred at the hands of one set of people (family, neighborhood, schooling), but stand apart as an individual from others who come from the same gene pool (sister brands of the same company).

How would YOU appear to the world if you were living to the (new) dictates of (new) people every 18 months or so (the average life of a brand manager)?

Raise your brand as you would raise your child - give her the right values, and point her in the right direction, and help her along in times of stress. Try and change her life midway or often, and you will have a confused child, unable to get along in the world - a failed brand.


Manish Gupta • "A Brand is the Face value of the Company"


Marco Monfils • Judging from the unmanageable number of comments to many related questions in some of the other groups, I'd venture to say the definition of a brand is variable and infinite.

My (conceptual) definition of a brand relates to the purpose a brand can play in support of business objectives.

B = C + AV, in the eyes of the consumer

B = brand
C = commodity
AV = added value

If we want to be specific, the formulae can be modified to include the angle of relative cost.

So,

B = C + AV (if AV >= AC), in the eyes of the company, company and stakeholder(s).

AC = added cost.



 



 

giovedì 25 novembre 2010

MEDIA TRADIZIONALE, IDEA UNCONVENTIONAL

Dunque signori e signore vi presento il teaser, o meglio a presentarvelo è una signorina che si spoglia per strada…


Ed ecco a voi un altro piccolo grande stratagemma del marketing moderno, una campagna o annuncio pubblicitario progettato per creare curiosità attorno ad un prodotto di cui viene omesso il nome, e che verrà rivelato in una campagna o annuncio successivo, instaurando un clima di interesse quasi “preparatorio” per chi ne viene a conoscenza prima di sapere l’oggetto di cui si parla.
Ma andiamo con ordine.
Qualche tempo fa ho letto di una spettacolare campagna di comunicazione ideata per un negozio di Berlino.
Per l’apertura del suo nuovo store questo brand ha sparpagliato per le strade principali della città con dei cartelloni pubblicitari.
E fin qui niente da dire.
Questi cartelloni però sono stati posizionati in modo davvero strategico, la ragazza che appare sui cartelloni è vestita di tutto punto, un poco ammiccante, girata quasi del tutto di spalle.
Ma basta fare qualche centinaio di metri nella direzione giusta, volutamente non indicata dal cartello, per ritrovare, se siamo fortunati, un secondo cartello, del tutto simile al primo, ma la cui ragazza appare senza un elemento del suo abbigliamento iniziale.
E la cosa continua così, curiosa e stimolante, più si và avanti, nella direzione giusta si direbbe, più la maliziosa ragazzetta appare denudata di altri capi.
Fino a quanto possiamo spingerci? Fino a quanto ci concederà l’avvenente figura in carta e colori?
Quanto basta per scoprire uno dei completi della nuova collezione del brand.
Perché è proprio così, la direzione giusta è in effetti quella che porta dai cartelloni allo store, un negozio di lingerie.
Insomma, la creatività del team di marketing è riuscita a stimolare la curiosità (e delle innate fantasie…) di potenziali acquirenti facendoli giocare semplicemente ad una caccia al tesoro, davvero ben architettata, seppur nella sua disarmante semplicità.
Grandissimo colpo a mio avviso, e non perché sia tremendamente di parte.

FONTE: Agoravox

mercoledì 24 novembre 2010

DARE DIGNITA' ALLE VERE "PR"

di Beppe Facchetti, Presidente Assorel.

«Si danno un appuntamento per gli affari loro, per vedersi, per uscire a cena, mica è prostituzione questa: queste sono pubbliche relazioni». Lele Mora dixit. Che fare? Ignorare questa sentenza, ripresa da tutti i media, dalle agenzie fino ad “Anno zero”? Chi per mestiere fa relazioni pubbliche può davvero sperare che, così come sarebbe giusto, non si confondano le “pubbliche relazioni” alla Lele Mora con le relazioni pubbliche, forma di comunicazione tra le più sofisticate e di qualità, oggi insegnata nelle Università e core business di aziende importanti, anche a livello multinazionale? Forse anche un po’ con autocritica, per il nostro cammino non ancora compiuto sulla conoscenza e reputazione di un’intera categoria, sentiamo allora la necessità di spiegare.
Non a caso, insistiamo tanto nel chiamare relazioni pubbliche quelle che invece generalmente vengono definite “pr”, termine che ha dignità nei paesi anglosassoni, ma da noi fa pensare ai butta dentro delle discoteche o a chi organizza relazioni molto private.
Insomma, dobbiamo essere precisi, se non altro per rispetto verso imprese che producono utili, pagano le tasse e danno lavoro a moltissimi giovani, in gran parte donne, con una diminuzione confortante della quota di precariato. Insieme alle attività su web (con incrementi fortissimi proprio delle digital pr) il settore delle relazioni pubbliche è quello, di tutto il comparto della comunicazione, editoria, tv e pubblicità in primis, che ha risposto con maggiore dinamismo alla crisi.
Un settore, dunque, che ha un ruolo importante in una società in cui lo sviluppo dipende tanto dai servizi innovativi; non a caso la nostra Associazione, Assorel, sta in Confindustria, dove la produzione soffre ma sa che può rilanciarsi se aiutata da una buona comunicazione, non emotiva, e che punti sul valore oggi più importante, la reputazione. Parliamo per un settore che nell’ultima rilevazione già superava un fatturato di 2 miliardi. Sarà anche colpa nostra se non riusciamo a far capire che lobby non è un termine spregiativo, e che i Tarantini e gli Anemone fanno un altro mestiere, persino opposto al nostro.
Ma se non emerge questa differenza, capita anche che l’art.7 della manovra finanziaria dell’estate scorsa vieti alla Pa di fare relazioni pubbliche, o le tagli dell’80%. Temi come la raccolta differenziata, la sicurezza sul lavoro, l’alcolismo e le droghe, le grandi malattie o le questioni irrisolte della modernizzazione del paese, dalla Tav alla diversificazione energetica, sono tutti esempi di campagne di interesse pubblico che per inciso già oggi sono gestite da aziende Assorel. Per noi non ci sono “target” da colpire, ma cittadini e consumatori il cui razionale consenso è decisivo per lo sviluppo. Con buona pace di chi fa affari organizzando il dopo cena.

Fonte: www.ferpi.it

lunedì 22 novembre 2010

FACEBOOK STATS

In Qatar ci sono 280 donne iscritte a FB di età 13-14 anni a cui piace la moda. In Italia 13.140. Come lo so? Me l’ha detto “Facebook Stats”!

  ecco cosa ci rivela della popolazione italiana la nuova app

“Facebook Stats” è un’app sviluppata da 77Agency per il web marketing per iPhone e iPad che permette di conoscere direttamente sull’iPhone o l’iPad le possibili targetizzazione: Who live/Age/Sex/who like – E senza bisogno di collegarsi a Facebook. [KAP]


Facebook Stats – Utenti italiani che hanno selezionato Mi Piace: iPhone, iPad e iPod 

FONTE: www.ninjamarketing.it

mercoledì 17 novembre 2010

SEARCH MARKETING IN PERIODO DI CRISI

Che saranno tempi duri per l’economia, anche i prossimi venturi, lo si sa, e chi opera in campi ad elevato livello di competitività si trova con il complicato dilemma dell’allocazione del budget per il marketing. Prima di tutto, quanto investire, e secondariamente dove dirigere gli sforzi. Assodata ormai la necessità di pianificare a breve (se non brevissimo termine), le strategie di marketing delle aziende vedono una riallocazione dell’investimento da settori più tradizionali come la carta stampata o il direct mailing a quelli più attuali e misurabili, primo tra tutti il Search Engine Marketing. La tendenza era già emersa nel report SEMPO di marzo, e il SES di Chicago la conferma in pieno, portando dati concreti che dimostrano come il marketing sui motori di ricerca si stia sempre più affermando come mezzo di promozione strategico. Ma cambiando il terreno in cui si compete, nuove sfide si parano di fronte ai marketers, e tra queste resta la più ardua la corretta misurazione del ROI degli sforzi prodigati in ambito di search marketing. Non da poco, anche le preoccupazioni relative alla crescente difficoltà di gestione di campagne pay per click. Se poi ci si sposta verso gli aspetti social, il concetto di misurabilità diventa certamente più aleatorio, ma nonostante questo il flusso di denaro in questo canale cresce sempre più: le aziende hanno compreso che è importante esserci, anche se non sono in grado di convertire poi tale presenza in un aumento di fatturato, o non sanno individuare le metriche corrette da monitorare per comprendere l’efficacia del loro investimento. A tal proposito si attendono dunque concrete indicazioni dal SES di Londra 2011 da cui dovrebbe emergere una fotografia più o meno veritiera dello stato di salute del Search Marketing e della direzione che esso prenderà nel futuro immediato. La prospettiva di un lungo periodo di deflazione non è così irrealistica, e conoscere le giuste armi per affrontarla è il primo necessario passo per non essere travolti dal mercato.

Di Stefano Annfratti su Comunicati Stampa e News

lunedì 15 novembre 2010

E' GIUSTO BRANDIZZARE TUTTO?

Leggo dal Corriere.it una notizia che sta agitando gli animi milanesi (ditemi voi, io non posso esserne sicura). Domani arriverà in piazza Duomo l’albero di Natale firmato Tiffany, con allestito ai piedi, il temporary shop.
Non voglio soffermarmi sulla questione politica, perché tanto ormai hanno perso tutti ogni credibilità, visti i comportamenti e i ripetuti voltafaccia che oltre ad indicare poco carattere, manifestano segni visibili di presa in giro.
Più che altro mi sono posta la domanda: è una pubblicità opportuna? Porterà benefici di immagine a lungo termine al brand? Che porti benefici economici immediati mi sembra scontato, visto che Tiffany è un marchio molto amato, abbastanza accessibile, di buoni prodotti, che vende molto e stravende (con file di attesa di ore), durante il periodo natalizio. Quindi penso, molti troveranno comodo il pop-up shop.

Ma potremmo porci la domanda se sia bello vedere un simbolo della festa, l’albero, firmato (senza l’approvazione completa di tutti). Non solo o tanto dal punto di vista religioso (perché ormai ha perso quasi ogni valore), quanto dal punto di vista della libertà (individuale). Non riuscire più a vivere e vedere cose che non siano brandizzate. Ci siamo abituati, ma non è una privazione che ci porterà più che all’assuefazione, alla nausea? E poi questa ingordigia del marchio, che non ne ha mai abbastanza. Non è troppo? Ma non per questioni che ci si deve accontentare ed essere modesti, ed essere morigerati. La trovo più che altro una questione di misure.
Per questo mi chiedo se a lungo termine avrà un impatto positivo, e quindi se un marketing così aggressivo e invadente (anche se giustificato/travestito dalla solita beneficenza, donazione, bla bla bla sociale), sia efficace o meno.
C’è un limite alla pubblicità/marketing anche se a fini caritatevoli, sociali, solidali? Oppure semplicemente è una cosa che interessa solo ai vescovi e al resto del paese, pochissimo? Che va anche bene, perché senza ipocrisie, questo fa capire, come cambiano le cose.

Fonte: Come una gazza ladra

giovedì 11 novembre 2010

COME I MANAGER USANO I SOCIAL MEDIA

Di Francesco Russo via  In Time

Si dirà che questi sono dati che fanno riferimento al mercato americano e quindi poco attendibili per ciò che ci riguarda. Forse, ma guardando meglio questa infografica, si scopre che si sono molti dati che possono essere utili anche per noi. Ci sono delle analogie che rispecchiano più o meno un atteggiamento da parte di manager che può essere assimilato a quello dei manager italiani, piuttosto che di un altro paese. Gran parte del contenuto dell’infografica è condivisibile e potrebbe essere molto utile per conoscere quelli che sono gli aspetti più importanti, da sapere, quando si vuole andare più a fondo su come i manager usano oggi i Social Media. E vediamo quali sono.
Micheal A. Stelzner, fondatore si SocialMedia Examiner.com, personaggio noto nel mondo del web in quanto con il sup sito fornisce importanti dati e spunti su tutto ciò che riguarda i Social Media, dice che
"I Social Media oggi rappresentano una opportunità di marketing per le imprese che va oltre quelli che sono mediatori tradizionali, dando la possibilità alle aziende di poter entrare in relazione diretta coi propri clienti. E’ per qusto moytivo che quasi tutte le forme di business del pianeta, dai giganti come Starbucks o Ibm, fino al piccolo gelataio, stanno esplorando tutte le iniziative legate ai Social Media."
Non c’è che dire, questo è il perfetto riassunto di quello che dice il grafico. E’ vero che i Social Media sono oggi una grande opportunità di marketing ed è anche vero che essa vale per la grande come per la piccola azienda.
Vediamo allora insieme qualche dato. Innanzitutto c’è da rilevare che molti manager stanno utilizzando I SM sempre di più ad un ritmo sempre im crescendo. Il 22% li sta usando da quast’anno, il 43% da qualche mese, il 31% da qualche anno (erano il 23 % lo scorso anno), mentre il 3% non ha abbstanza esperienza per utilizzarli e l’1% non ha intenzione di utilizzarli nemmeno per questo anno. Devo dire tutto sommato che sono dei numeri piuttosto positivi e credo che otterremmo una risposta più o meno simile a questa se la rivolgessimo ai managers italiani.
Quanto tempo si dedica a curare la propria azienda sui SM? La maggior parte, il 40%, tra 1 e 5 ore alla settimana; mentre il 26% tra le sei e le dieci ore a settimana. Certo un manager ha anche altre cose da fare, ma un’ora al giorno è un pò pochino.
L’86% dei manager si occupa direttamente di gestire i SM senza alcun aiuto esterno, cosa che fa il 14%. Questo secondo me è un aspetto importante in quanto quasi sempre il manager non ha competenze adeguatea gestire una strategia SM, o ancora peggio non ha background sufficiente ad affrontare da solo un argomento come questo. E in alcuni casi, i risultati che si ottengono sono giustificati da queste lacune. E’ il caso allora di farsi affiancare da persone preparate e competenti? Certo che si, altrimenti, e lo dicevamo anche in un’altra occasione, a proposito di come ottimizzare la propria strategia SM, tutti gli sforzi saranno inutili con uno spreco di energie. Un tema questo che riguarda molto anche il nostro tessuto. Non è così?
Quali sono i SM più usati? Eccoli: l’88% utilizza twitter, l’87% usa facebook, linkedin viene preferito da 78% dei manager, i blogs al 70%, youtube al 46%, il social bookmarking, delicious per intenderci, al 27%, i forums al 26%, i social news, stumble upon, al 22%, ning, piattaforme che consentono di fare tante cose, anche scrivere un blog, al 17% e myspace all’11%. Direi che ci sono tutti e penso che rispecchiano molto la realtà vicina a noi. Twitter, facebook e linkedin sono gli strumenti principe e lo sapevamo. Importante però, aggiungo avere un blog.
Tra le maggiori richieste che un manager fa utilizzando i SM, la più importante è “Come misuro il ROI della mia strategia SM?”. E questa è la richiesta più diffusa e importante che ci sente spesso porre e che ovviamente serve a misurare se la strategia in uso sta dando dei risultati soddisfacenti o meno, dando la possibilità di poter intervenire anche in corso d’opera per aggiustare il tiro. Come sappiamo, con la Web Analytics si è in grado di misurare e conoscere molti dati ed esistono molti strumenti che permettono di farlo, di conseguenza con una corretta interpretazione siamo in grado di misurare il nostro ROI.
Dato incoraggiante è che l’81% dei manager vuole incrementare la propria conoscenza dei SM, che il 76% vuole aumentare la sua conoscenza di facebook nello specifico, il 73% vuole aumentare la propria conoscenza di youtube e il 71% di twitter. Mentre su facebook e twitter non credo ci sia altro da aggiungere, salvo notare che mentre i manager utilizzato di più twitter, c’è il desiderio di conoscere di più facebook come strumento da implementare nella propria strategia SM. Youtube è uno strumento in forte crescita, capace di dare risultati molto importanti. Pensate ad uno spot di un’azienda e pensate se per la realizzazione voglia utilizzare il suo pubblico sul web: con youtube si hanno a disposizione tutti gli strumenti per ottenere uno spot che sia quanto più vicino ai gusti del pubblico a cui si fa riferimento.
Tutti i dati di questa infografica sono stati tratti da Social Media Marketing Industry Report for 2010.

mercoledì 10 novembre 2010

VINIX: UN SOCIAL NETWORK DEDICATO AL FOOD

Toglietemi tutto, ma non la buona cucina” non è il remix di una nota pubblicità di orologi, ma una frase che ci definisce bene in quanto Italiani. In effetti la sensibilità al buon cibo ed alla qualità di ciò che beviamo è una caratteristica che ha permesso di farci conoscere e apprezzare in tutto il mondo.
A tale proposito, in un recente articolo abbiamo presentato un breve vademecum contenente 5 consigli alle PMI attive nel settore vinicolo per avviare attività efficaci di social media marketing. Ci sembra allora importante presentare Vinix, un italianissimo social network che può rivelarsi strumento ideale per strategie innovative di comunicazione e marketing per le aziende di qualsiasi dimensione, operative nel settore wine&food. Ma non solo: grazie ai servizi offerti, Vinix è utile in generale a tutti gli appassionati dell’argomento.
Perché questo strumento è così interessante e sta incontrando tanta partecipazione? Per diversi motivi, molti dei quali già (ben) descritti nel sito vinix.it. Cerchiamo allora di elencarne qualcuno rispondendo, dove possibile, proprio ai 5 consigli elencati nell’articolo scritto precedentemente.
Prima di tutto Vinix è un social network semplice e pratico da utilizzare anche grazie alla pagina di aiuto, completa di numerosi consigli relativi a come sfruttarne al massimo le potenzialità. In pochi minuti è così possibile capirne il funzionamento e cominciare ad usarlo in modo adeguato.
Ma nonostante la grande usabilità questo social network, potente e multifunzionale, offre una serie di servizi accessibili direttamente dalla home page.
E’ possibile per esempio valutare le statistiche della propria presenza sul portale (area statistiche), oppure le conversazioni che riguardano argomenti di interesse (area tag). Partendo da questi dati e attraverso analisi quantitative e qualitative si può poi capire cosa fare per migliorare la conoscenza della propria azienda, l’immagine del brand, le opinioni degli utenti, etc. In altre parole, Vinix permette di attivare una strategia misurabile ed efficace, utilizzando un solo strumento con funzionalità che accomunano diversi social network.
In linea con la necessità di internazionalizzare la propria presenza sul web, Vinix offre inoltre la possibilità di scrivere in lingua Inglese: non lo sapete fare? tranquilli, un team di traduttori madrelingua è pronto ad aiutarvi!
Ma Vinix permette di andare oltre risolvendo un limite importante di qualunque network online, l’assenza di contatti vis à vis tra utenti. In effetti è attivo da tempo Vinix Live!, grazie al quale chi è interessato può passare ‘dalle parole ai fatti’ e concordare l’organizzazione di eventi di incontro, degustazione e vendita di vini ed altri prodotti gastronomici insieme ad operatori, clienti ed appassionati. Qualche cifra: nel 2010 sono stati finora organizzati 5 Vinix Live! lungo tutta la penisola, e un sesto è in programma a breve.
Infine, una breve nota sulla grafica: bellissima, da manuale di comunicazione! Chiara, elegante e coerente in ogni sua declinazione, costituisce una vetrina di prestigio per chiunque decida di utilizzare il social network.
Volete allora un consiglio? Se siete in qualche modo interessati al mondo del wine&food, tenete d’occhio Vinix e provate ad usarlo… Scoprirete nuove possibilità e tante persone con gusti comuni ai vostri!

Fonte: Ninjamarketing

martedì 9 novembre 2010

MEDLEY SIGLE SPOT TV

Durante la serata di venerdi scorso alla Notte dei Pubblivori ho assistito a questa originale esibizione musicale. Buon ascolto!



Avete riconosciuto gli spot a cui appartengono le sigle?

venerdì 5 novembre 2010

LA NOTTE DEI PUBBLIVORI 2010

Che la pubblicità sia ossigeno televisivo è tacito, volendo poi trovare qualche risvolto positivo all’odiata interruzione si può dire che quantomeno dà anche al pubblico la possibilità di staccare, prendere un caffè o magari andare a fare la pipì. Troppo poco per rendere sopportabile l’invasione degli spot? C’è altro, in genere si tratta di prodotti ben fatti, a volte intelligenti, ironici e godibili, anche se la ripetitività dopo qualche tempo toglie loro ogni appeal. Ma lo sforzo resta e la qualità pure. Ed e a questo che guarda La Notte dei Pubblivori, la manifestazione che in questo 2010 compie ormai trent’anni.
La maratona  degli  spot  pubblicitari  più  originali  dell’intera produzione internazionale  si  svolgerà  venerdì  5  e sabato 6 novembre al Teatro degli Arcimboldi, a Milano. L’evento, nato in Francia  nel 1980 dall’intellettuale Jean Marie Boursicot, riempie i teatri e le sale cinematografiche di tutto il mondo.E quest’anno promette divertimento essendo infatti  dedicata alla  comicità  grazie  allo  speciale  “Ridens”.
Con  300  spot  e  circa  3  ore  di proiezione, la rassegna propone un viaggio  nello  humour pubblicitario mondiale costellato da geniali trovate comiche trasformate in tecniche di marketing visto che mettendo di buon umore lo spettatore è più facile indurlo ad amare il prodotto. Gli  spot sono selezionati da una collezione, che si arricchisce ogni anno, di circa 900 mila soggetti provenienti da tutto il mondo. E per festeggiare il compleanno, l’ingresso  sarà  gratuito  per  tutti  i  30enni  (i nati nel 1980) che si presenteranno  alla  biglietteria del Teatro Arcimboldi muniti di documento d’identità. La Banda Civica del Comune di Milano eseguirà per l’occasione un medley dei più famosi jingle pubblicitari. Venerdì  5  novembre  Radio  24 effettuerà la diretta della serata che sarà condotta da Gianluca Nicoletti.
Potremmo arrivare a dire che la pubblicità è una forma d’arte? Diciamo che in certi casi le si avvicina molto.



Fonte: DaringToDo

mercoledì 3 novembre 2010

CAMPAGNA DIGITAL "BELLA MELINDA"

E' iniziata la nuova campagna di Melinda sui Social Media affidata alla divisione Digital Pr della mia agenzia. 

Canta il jingle e diventa protagonista del prossimo web spot!

Ironia, condivisione, partecipazione. Sono queste le componenti principali del progetto di comunicazione web 2.0 “Canta il Jingle” ideato dalla divisione Digital PR di Soluzione Group per veicolare attraverso blog, forum e social media la nuova campagna pubblicitaria “Bella Melinda”.

 

Si tratta di un contest video riservato a tutti coloro che nella vita vorrebbero fare solo e soltanto una cosa: cantare. A tutte queste persone Melinda offre una chance per essere protagonisti.
Dal 1 novembre 2010 al 31 marzo 2011 gli utenti potranno caricare attraverso il sito Melinda (www.melinda.it) un video amatoriale nel quale interpretano il nuovo jingle pubblicitario “Bella Melinda”.
I video saranno pubblicati quotidianamente sul canale Youtube dedicato  ed i più cliccati potranno diventare parte integrante di un successivo web spot creato in esclusiva per la Rete.
Gli utenti potranno inoltre seguire e commentare l’andamento del contest utilizzando i profili Facebook e Twitter riservati al progetto.
Obiettivo della campagna Digital è amplificare il ricordo del nuovo spot Tv, coinvolgendo direttamente i consumatori e contribuendo a far diventare il jingle Bella Melinda un vero e proprio tormentone.


sabato 30 ottobre 2010

EXPO 2015: E IL MARKETING, DOV'E' ?

Sarà un colossale evento di marketing, ma i talenti italiani in materia non ne sono mai stati coinvolti.

Ma un sondaggio  racconta dell’elevatissima propensione a partecipare. Un segnale che ADICO non può ignorare. Ed Expo2015 neppure, secondo Michele Cimino, presidente dell’Associazione dei direttori marketing, vendite e comunicazione: “Pronti ad affiancare Expo come manager “volontari!”

Expo2015 domina quotidianamente le pagine dei quotidiani, locali e nazionali. Coinvolge e infuoca dibattiti, eccita – come direbbe Bennato“dotti, medici e sapienti”… Ora che la vicenda delle aree è risolta e che il Bie ha dato l’ok dovremmo entrare nella fase più operativa: quella dei contenuti, ma soprattutto quella operativa, cioè quella magnifica organizzazione che dovrà stimolare, attrarre, intrattenere e affascinare i 20 milioni di visitatori che giungeranno per l’occasione nel nostro paese. Insomma, una vera e propria mega-operazione di marketing, declinato in tutti i suoi aspetti. Marketing… appunto? Ma in Expo 2015 il marketing in che misura è presente? Quanti di noi donne e uomini di marketing ne sono coinvolti? Hanno dato un loro contributo? Sono stati interpellati?. Dopotutto il 2015 è qui dietro l’angolo…  Come Associazione abbiamo lanciato un sondaggio proprio su questo tema, i cui risultati saranno pubblici a giorni. E tra i quesiti abbiamo proprio inserito quello sul coinvolgimento, che ha dato un esito plebiscitario in senso negativo. Un dato che si accosta però ad una quasi unanime propensione dei nostri manager del marketing, delle vendite e della comunicazione a collaborare, ad essere attori attivi di questa grande impresa.
E  come Associazione non lasceremo inascoltato questo grido! Offriremo gli esiti di questa indagine svolta sui nostri 6500 associati ai vertici di Expo 2015 e, cogliendo lo stimolo di Beniamino Quintieri, commissario generale del governo per l’Expo di Shangai, in una recente intervista a Repubblica, e con essi offriremo il supporto di ADICO, e di tutti i soci che vorranno essere della partita, ad Expo2015 in maniera gratuita. per una attività di volontariato manageriale.
Una forma di impegno civile a beneficio del sistema-Italia tutto… Tu cosa ne pensi?

Fonte: BeMarketer

mercoledì 27 ottobre 2010

GUERRILLA PARKING PER BRIDGESTONE

Vi racconto l'ultimo progetto realizzato dalla divisione unconventional della mia agenzia.
Michele

Si è svolta nei giorni  22 e 23 ottobre in contemporanea nelle città di Milano, Bologna e Torino la campagna di “Guerrilla Parking” ideata dall’agenzia Creativity Sharks per il produttore di pneumatici Bridgestone.
Sopra il parabrezza di 5.000 autovetture parcheggiate nei principali garage pubblici cittadini è stato posizionato un parasole personalizzato con l’effetto grafico di una scritta nella neve: “ Sta arrivando l’inverno. Sicuro di essere pronto?”.


La scelta di utilizzare un parasole, invece di un semplice foglio di cartone, deriva dalla volontà di lasciare un gadget simpatico ed utile allo stesso tempo ai proprietari delle auto coinvolte.
Obiettivo di questa azione a marchio Bridgestone, realizzata con successo attraverso canali di comunicazione non convenzionali,  è sfatare il luogo comune secondo cui i pneumatici invernali vadano montati soltanto in caso di ghiaccio e neve, sollecitando così i potenziali acquirenti ad effettuare anticipatamente il cambio gomme e supportare la campagna “Vinci l’inverno con Bridgestone” attualmente in atto sui punti vendita aderenti e sul sito www.invernobridgestone.it.


 L’attività di guerrilla è stata ideata e coordinata dall’agenzia Creativity Sharks in partnership con  Mirata che ne ha seguito gli aspetti tecnici e organizzativi.
Creativity Sharks è un’idea imprenditoriale di Soluzione Group, società bresciana che da oltre 20 anni opera nel mondo della comunicazione d’impresa, da sempre caratterizzata da un forte orientamento alla creatività e all’innovazione.

lunedì 25 ottobre 2010

UN PO' DI RIPASSO NON FA MAI MALE

CREARE UN PIANO DI MARKETING

Se il vostro piano di marketing consiste di dare un inventario di sconto quando è alto e lasciare i clienti conoscere lo sconto da appendere poster nella vostra finestra, si potrebbe voler riconsiderare il tuo piano.
Un efficace piano di marketing non è difficile da creare. Ci sono molte ragioni per assumere un piano di marketing: per identificare i clienti, per confrontare i dati della vostra azienda nei confronti di vostro settore e per monitorare i risultati in modo di sapere che cosa funziona.
Qui ci sono cinque fasi per la creazione di un efficace piano di marketing.

1. Ottieni il tuo prodotto Out There
Il tuo obiettivo è la commercializzazione di generare il riconoscimento o l’interesse che porta a vendite, che portano alla creazione di profitti. I profitti sono il nome del gioco. Il primo passo per farlo è quello di posizionare il prodotto sul mercato per il raggiungimento di tale riconoscimento e l’interesse. Mettendo il prodotto giusto al prezzo giusto di fronte al diritto del cliente, le vendite possono passare attraverso il tetto. Ottieni il prodotto nel mercato in modo che quando le persone vedono il vostro grande opuscoli a colori o di altri materiali di marketing, si può andare a destra e acquistare uno.

2. Brainstorm
Piano di alcune sessioni di brainstorming con persone di fiducia, come ad esempio la famiglia, gli amici, personale, o di altri professionisti. In tali sessioni, provare a rispondere alle seguenti domande:
- Chi sono i vostri clienti?
- Che cosa i vostri clienti target necessità o desideri?
- Ciò che rende il prodotto, servizio o l’attività diverse dalla concorrenza?
- Quali saranno le tattiche di marketing funzionano meglio per ottenere il prodotto notato (catalogo stampa, stampa opuscolo)?
- Dove si vede l’azienda in un anno? Se non si desidera che la società di essere?
- E ‘una buona idea per le sessioni nastro (in formato audio o video), per catturare le migliori idee e
  suggerimenti. Anche buone note durante le sessioni.


3. Conosci i tuoi clienti
Poi è necessario per ottenere i vostri clienti in ‘teste. Che cosa pensi del tuo materiale di marketing? Come si sente quando vedono il tuo logo? Hai bisogno di sapere come reagiranno i clienti per il prezzo, il servizio, l’immagine, ecc – in fondo tutto ciò che può influenzare la loro decisione di acquisto.
Potete fare questo o da un gruppo di riflessione o per lo svolgimento di indagini. ? possibile portare negli attuali clienti, o le persone nel vostro mercato di riferimento che si desidera diventare i vostri clienti. Avrai probabilmente bisogno di una qualche forma di incentivo per le persone in là – di denaro, un buono regalo per il tuo negozio o di una libera voce.
Puoi anche indagini posta o via e-mail se avete già una mailing list. Fare ciò che pensano i clienti del tuo opuscolo o come pezzi di stampa e il catalogo pezzi di stampa rappresentano i tuoi prodotti.
Sulla base di ciò che dicono i clienti, analizzare la vostra attività, trovando la SWOT:
  - Punti di forza: Che cosa distingue i clienti vengono a te? Cosa stai meglio?
- Punti di debolezza: Che cosa si potrebbe migliorare? Che cosa distingue i clienti a passare vostri concorrenti?
- Opportunità: Quali segmenti possono portare alla crescita? Dove potete espandere la vostra attività?
- Minacce: Quali sono sempre i vostri concorrenti potenziali?.

4. Espandere il Piano  
Ora che avete alcune idee e di sapere che cosa vogliono i vostri clienti, siete pronti a scrivere quello che faremo. Questo non deve essere un documento formale, basta far riferimento a qualcosa e che gli altri possono fare riferimento. Il tuo piano di marketing dovrebbe:
- Riassumi la tua posizione sul mercato e gli obiettivi.
- Definire che cosa si aspetta di ottenere un esplicito nel periodo di tempo (per esempio: ‘Ci saranno 100 widget vendere entro la fine del primo trimestre.’)
- Includi un elenco di mercati target, comprese le nicchie
-  Descrivere una strategia per ogni mercato o di nicchia
- Dettaglio delle spese e delle risorse
- Dettaglio che i canali di commercializzazione che verrà utilizzato (sito Web, e-mail marketing, full color brochure, cartelloni)
- Includi strategie competitive – che cosa fare se un concorrente abbassa il suo prezzo?

5. Tenere traccia dei risultati
? possibile tenere traccia dei tuoi risultati, includendo nel suo piano di riferimento. Esempi di parametri di riferimento potrebbe includere ’100 widget vendita entro il primo trimestre,’ o ‘con 50 persone chiamata o visitare il sito Web per conoscere il prodotto’.
Se i risultati non sono di misura fino, voi saprete che questo piano di marketing non è giusto per te e che puoi modificare per cercare di risolvere i problemi. Poi ti consigliamo di fare nuovi parametri di riferimento e di ricominciare da capo. Continui a fare questo fino ad ottenere i risultati desiderati.

Fonte: Affarimondo

venerdì 22 ottobre 2010

DIGITAL LIFE.LA RICERCA SUL CONSUMO ONLINE

Il più grande progetto di ricerca sui comportamenti e le attività digitali – Digital Life – è stato lanciato oggi da TNS, istituto di ricerche di mercato e consulenza di marketing. Con una copertura dell’ 88% della popolazione internet mondiale e quasi 50.000 interviste a internauti di 46 Paesi, l’indagine si presenta come un primo grande strumento di analisi delle abitudini di utilizzo della rete e dei bisogni sottostanti. Una grande indagine di scenario per comprendere meglio come ci comportiamo quando navighiamo in rete, da pc o da telefono cellulare.
“L’indagine copre la quasi totalità dei mercati, più del doppio rispetto ad ogni altra ricerca simile, effettuata finora” commenta Matthew Froggatt, Responsabile Sviluppo di TNS. “Non è soltanto la prima vera indagine sulle attività svolte online, ma anche il primo studio che valuta in profondità i nostri comportamenti online per analizzare attitudini e drivers emozionali di questi comportamenti”. Un grande progetto, preceduto da una fase qualitativa preliminare, per analizzare in profondità occasioni di utilizzo, motivazioni e bisogni sottostanti ogni attività effettuata online.
TNS pubblica in rete, su un sito interattivo – www.discoverdigitallife.com, una prima parte di dati, mentre i rapporti dettagliati sui Paesi e i differenti break down, saranno disponibili per i Clienti con la possibilità di approfondire i risultati attraverso specifiche indagini su brand, posizionamenti particolari o touchpoint di comunicazione.
“Crediamo che questo grande progetto, che d’ora in avanti intendiamo produrre annualmente, diventerà il nuovo punto di riferimento per le analisi sui comportamenti online dei consumatori” aggiunge Stefano Carlin, Direttore del Business di TNS Italia. “La visione di Digital Life mette al centro dell’analisi il consumatore/utente, le sue attività, il suo modo di informarsi e di conoscere. L’approccio olistico ci permette di valutare l’online ed i comportamenti correlati in modo integrato, analizzandone le relazioni con il mondo offline, i comportamenti indotti, le modalità di fruizione di internet ed il confronto con altri mezzi di comunicazione”.

Alcuni risultati emersi:
-        A livello globale, internet è il primo media channel per coloro che accedono alla rete:
Il 61% degli utenti mondiali, lo utilizza giornalmente, contro un 54% che usa la TV, 36% la Radio, 32% la Stampa.
-        I consumatori dei mercati in rapida crescita, hanno superato i mercati maturi in termini di comportamenti digitali ed engagement. Analizzando i comportamenti online, i mercati in rapida crescita come Egitto (56%) e Cina (54%) hanno livelli di engagement  superiori a quelli di Paesi più sviluppati come Giappone (20%), Danimarca (25%), o Finlandia (26%). nonostante spesso i mercati maturi dispongano di infrastrutture di comunicazione più avanzate. L’Italia registra un 47%, evidenziando alti livelli di coinvolgimento della popolazione coinvolta, pur essendo ancora in fase di crescita della penetrazione complessiva di internet sulla popolazione.
-        Fare blog ed essere parte di un social network sono le attività maggiormente interessanti al momento, in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo. L’indagine evidenzia come 4 utenti su 5 in Cina (88%) e più di metà in Brasile (51%) hanno scritto il proprio blog o hanno preso parte a forum online, a fronte di un 32% negli Stati Uniti, dove internet è ormai da tempo parte della vita quotidiana. L’Italia registra un 60%, confermando l’interesse e la diffusione dei comportamenti digitali più fortemente legati alla socialità ed alle attività di comunicazione. Inoltre, internet è anche diventata la modalità di default per la gestione e condivisione delle foto fra gli utenti, soprattutto in Asia. Infatti, il numero di internauti che ha caricato foto in rete, su siti di social network o di condivisione di foto, raggiunge il 92% in Tailandia, l’88% in Malesia e l’87% in Vietnam. In Italia il 70%, meno della metà della popolazione che utilizza internet in Germania (48%), mentre in Giappone solo il 28%.
-        La crescita delle attività di social networking spinge il passaggio da pc a mobile internet. Gli utenti di internet in mobilità (via telefono cellulare) dedicano in media più di 3 ore alla settimana ad attività di social networking e solo 2.2 ore all’email. Lo sviluppo dell’utenza internet via cellulare è sostenuta dal bisogno crescente di gratificazione immediata, indubbiamente soddisfatta dalle molteplici offerte di modalità comunicative tipiche dei social networks (walls, instant messaging, email,…). Pensando a come potrà modificarsi ancora lo scenario digitale, l’indagine evidenzia come i consumatori prevedano, per il futuro, un loro utilizzo crescente del social networking in mobilità, superiore a quello attraverso pc.
Negli Stati Uniti, per esempio, solo un quarto (26%) degli utenti della rete si aspetta un proprio maggior utilizzo del social networking via pc, a fronte di un 36% via cellulare. In Australia, un 26% contro un 44% ed in Svezia, rispettivamente, un 24% contro un 53%.

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martedì 19 ottobre 2010

IL PERSUASIVE MARKETING

L’arte delle retorica è piuttosto nota non solo nel mondo filosofico considerando che oggi si occupa anche del settore aziendale attraverso il persuasive marketing, una serie di tecniche capaci di “guidare” il lettore motivandolo all’acquisto, un ottimo strumento specie per i prodotti e i servizi web.
Nelle attività di marketing non bisogna sottovalutare l’importanza che ricopre la “persuasione“, si tratta, tra l’altro, di un comportamento che continua ad essere ancora oggi oggetto di studio.
In inglese è definito come Persuasive Marketing e sotto questo nome sono comprese anche varie strategie da poter utilizzare nel campo imprenditoriale. I servizi web utilizzano sempre più spesso questa tecnica di scrittura, con il fine di persuadere il cliente e quindi indurlo ad avere un certo comportamento. L’obiettivo dell’azienda che promuove anche in rete i suoi prodotti è appunto quello di far sì che il cliente diventi tale cioè non si limiti all’interesse superficiale della lettura descrittiva del prodotto ma che sia persuaso dal contenuto tanto da volerlo acquistare.
Qual è l’obiettivo principale che deve raggiungere chi si occupa di persuasive marketing?
Colui che si occupa di persuasive marketing descrivendo i contenuti è come se dovesse guidare il lettore mettendogli a disposizione tutti gli strumenti necessari, quindi una grafica accattivante ma allo stesso tempo chiara che immediatamente lo indirizzi ad un acquisto on line è senza dubbio una buona tecnica, insomma occorre condurlo a fare “azione previste“(Es. Landing page).
Ogni sito si rivolge naturalmente ad un determinato target e proprio per questo motivo il persuasive marketing deve saper usare anche il linguaggio adatto, mirato e avere delle specifiche competenze nel settore del web writing. Si tratta di obiettivi non semplici da raggiungere se non ci si affida a dei professionisti del settore i quali possono essere gli unici in grado di mettere in atto nel miglior modo possibile le giuste “armi” di persuasione.
A cosa si riferisce il persuasive copywriting?
Il persuasive marketing comprende il persuasive copywriting, cioè occorre essere chiari in maniera tale che siano messe in evidenza le caratteristiche determinanti del prodotto, le tecniche in questo caso si modificano nel tempo e devono essere adattate alle specifiche situazioni. Alla base di una buona visibilità del prodotto occorre un linguaggio adatto ed una forma comunicativa che sappia interessare il target al quale ci si rivolge esponendo in maniera precisa il prodotto stesso.

FONTE: http://www.mondo-seo.com

lunedì 18 ottobre 2010

IL DESIGN: LA LEVA "ESTETICA" DEL MARKETING

Gli specialisti del marketing sono coscienti dell'importanza che il design ha nella creazione di prodotti appetibili per i consumatori. Grazie al potere emotivo comunicato dall'aspetto esteriore di un prodotto e dalle sensazioni generate, è possibile aumentare l'attrattività dell'offerta proposta nel mercato.
Oggi il design è una conoscenza sempre più integrata nei processi di marketing, dove si può ottenere un successo commerciale a condizione che si abbia tra le mani un "prodotto che funziona", altrimenti si rischierebbe di posizionare sul mercato merci di bassa qualità destinate all'insuccesso.
Il design è infatti una leva di marketing che offre alle imprese un margine competitivo significativo, soprattutto per l'insieme di caratteristiche che influenzano l'aspetto e le funzioni pratiche di un prodotto, necessarie per soddisfare i requisiti richiesti dal cliente.
Poter contare su un bravo designer è certamente un fattore di potenziale successo. Un designer deve decidere quanto investire per sviluppare le caratteristiche nel prodotto, nelle sue prestazioni, nella conformità, nell'affidabilità, nella riparabilità e nello stile; tutti elementi essenziali per faciltare la produzione e la distribuzione da parte dell'impresa.
In alcune nazioni il design è inoltre un vero e proprio punto di forza per lo sviluppo del business. Pensiamo ad esempio al design italiano per la moda con marchi del livello di Tod's, oppure alla svedese Ikea quando si cercano prodotti per l'arredamento di qualità e di prezzi non troppo elevati.
Oggi anche le piccole imprese, spesso sprovviste di budget pubblicitari elevati, devono puntare sul design per superare questi limiti economici affidandosi alla forza della creatività.
Ideare programmi di marketing, dedicando particolare attenzione al prodotto nella formulazione del marketing mix, può essere un'opportunità per introdurre prodotti vendibili sul mercato. Con la crescente intensificazione della concorrenza, per i marketing manager trovare elementi distintivi dei propri prodotti è diventata una sfida ardua, ma che può essere superata inserendo nel prorio team designer creativi e preparati.
E non dimentichiamoci che la qualità del design italiano è apprezzata in tutto il mondo, quindi anche i nostri designer saranno all'altezza dei prodotti italiani riconosciuti nel mercato internazionale.

Fonte: http://www.manageronline.it

giovedì 14 ottobre 2010

SOCIAL MEDIA MKTG? FALLO ANCHE OFFLINE

social media marketing offline


Ma come è possibile? Come posso dedicarmi al Social Media Marketing, una branca del Web Marketing indiscutibilmente legata alla presenza su piattaforme come Facebook e Twitter, lontano dal monitor e dal mio fidato mouse?
Capita anche a me di dimenticare che esiste un mondo al di fuori della rete ma non devi mai commettere l’errore di sottovalutarne le sue possibilità. Le persone navigano, cercano offerte e prodotti sulla rete, ma vivono in un mondo offline che riserva tante piccole possibilità per promuovere il tuo bran online.
Qualcuno è arrivato ad affittare uno spazio pubblicitario bello grande o a travestirsi da Fan Page (trovi molti esempi su questo post di TopTenz) ma basta molto meno per fare un po’ di Social Media Marketing Offline. Ad esempio puoi utilizzare un semplice servizio di personalizzazione abbigliamento per creare delle t-shirt o dei berretti con sopra il @nomeutente e la frase follow me on Twitter.
Se  hai una vetrina, un’auto di ordinanza o una cassa dove la gente viene a pagare un prodotto puoi attaccare degli adesivi con il tuo nome utente di Twitter, indicazioni per il check-in di Foursquare o l’indirizzo della tua Facebook Fan Page. Magari accompagnati anche da una frase simpatica. Ecco alcuni esempi:


twitter adesivi
foursquare adesivi

Ecco tutto quello che ti serve per promuovere la tua Social Media Strategy oltre le maglie della rete digitale. E ci sarebbero altre mille idee da sviluppare, come quelle proposte da Gianluca Diegoli (MiniMarketing) per i ristoranti italiani o i consigli di Penn Olson per condividere il mondo reale con il Social Media Marketing. Non hai voglia di fare brainstorming? Crea una Social Media Business Card e presentarti direttamente come Twitter o Facebook Enthusist!

FONTE: http://www.mysocialweb.it