Chiunque lavori in ambito manageriale all'interno di qualche azienda non può non aver letto ieri su tutti i giornali l'incredibile performance che l'azienda Moncler ha ottenuto al suo debutto nella Borsa Italiana. Ieri sera al programma Otto e Mezzo su LA7 il presidente ed AD Remo Ruffini ha dato una lezione di marketing in diretta tv che merita tutta la mia stima.
Di seguito vi riporto alcuni passaggi chiave:
"abbiamo comunicato. abbiamo cercato di essere il più unici possibile"
"l'importante è creare l'italianità di una marca, indipendemente da dove arriva il capitale"
"ho lavorato sul prodotto, sulla tecnologia e sulla mentalità"
"bisogna creare la percezione della marca, che non è comunicare sui giornali, ma come ti presenti al consumatore"
"raccogliere feedback veloci direttamente dai consumatori per cambiare la tua strategia anche giornalmente se serve".
trovate il video della puntata intera qui
http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50381086
Per gli amanti del ROI: questo signore ha preso l'azienda dalla bancarotta, l'ha risollevata e oggi, con un
debutto-boom sugli scambi, può dire che la quota dell'azienda nelle sue
mani supera il miliardo di valorizzazione. (fonte Repubblica.it)
Michele
martedì 17 dicembre 2013
martedì 10 dicembre 2013
NUTELLA COLPISCE ANCORA
Il Natale è ormai alle porte e tra i soliti spot su pandori e panettoni ecco spuntare il meraviglioso storytelling natalizio di Nutella: #nutella4babbo!
Sia che io indossi il cappello del consumatore medio, sia che analizzi il progetto da addetto ai lavoro non posso che apprezzarlo in tutti i suoi aspetti.:
- lo spot tv vive da solo ma allo stesso tempo è perfettamente integrato all'attività social di Nutella
- tutto il progetto è centrato sullo storytelling puro ricco di pensiero e discorso narrativo
- l'ideazione di tutti i personaggi della storia, dai nomi alla grafica è estremamente fiabesca e sognante come solo il Natale sa essere
- la campagna è la terza attività di comunicazione integrata online-offline consecutiva (#noichealmattino #Nutella6tu #nutella4babbo)
Detto questo, so già che starete pensando "Beh.. grazie è Nutella, sarei capace anche io". No, stavolta mi rifiuto di accettare questa critica perchè non sempre avere grandi budget significa saperli usare con coraggio e creatività ( vedi le compagnie telefoniche.. senza offesa!).
Quindi, chiunque voi siate seguite l'esempio di Nutella e anche se più in piccolo vi togliere delle belle soddisfazioni!
Michele
Sia che io indossi il cappello del consumatore medio, sia che analizzi il progetto da addetto ai lavoro non posso che apprezzarlo in tutti i suoi aspetti.:
- lo spot tv vive da solo ma allo stesso tempo è perfettamente integrato all'attività social di Nutella
- tutto il progetto è centrato sullo storytelling puro ricco di pensiero e discorso narrativo
- l'ideazione di tutti i personaggi della storia, dai nomi alla grafica è estremamente fiabesca e sognante come solo il Natale sa essere
- la campagna è la terza attività di comunicazione integrata online-offline consecutiva (#noichealmattino #Nutella6tu #nutella4babbo)
Detto questo, so già che starete pensando "Beh.. grazie è Nutella, sarei capace anche io". No, stavolta mi rifiuto di accettare questa critica perchè non sempre avere grandi budget significa saperli usare con coraggio e creatività ( vedi le compagnie telefoniche.. senza offesa!).
Quindi, chiunque voi siate seguite l'esempio di Nutella e anche se più in piccolo vi togliere delle belle soddisfazioni!
Michele
mercoledì 4 dicembre 2013
APPUNTI SPARSI DALLO IAB FORUM
Ieri pomeriggio mi sono preso qualche ora di relax per recarmi allo IAB FORUM dove ho assistito ad alcuni workshop come sempre molto interessanti. Numerosa è stata anche la presenza di espositori molto qualificati ma forse un pò troppo monotematici. Credo che in mezzo a tante aziende tecnologiche qualcuno che proponesse un supporto nella creazione di contenuti interessanti o nella gestione delle relazioni con utenti ed influencer non ci sarebbe stato male.
Anyway, vi riporto di seguito alcuni appunti che mi sono preso durante le sessioni in aula.
Care #aziende investite seriamente nel social caring perchè ricordatevi che tutto è brand #iabforum #digitalpr
Le Poste rispondono prima su Facebook che allo sportello #iabforum #sapevatelo
Espandi
#iabforum Una campagna di advertising oggi deve essere concepita necessariamente in modalita [multi-device] #videomobile @ebuzzing_italia
Dopo ogni speech si esce ed entra dall'aula. Allo #iabforum si fa anche ginnastica
Il target non è una fascia di età ma una predisposizione al comportamento #iabforum #marketing
Io adoro i grandi #brand ma poi penso che qui siamo pieni di PMI che faticano a comprendere le belle cose spiegate allo #iabforum
"dare prima di chiedere" ecco il segreto del coinvolgimento e della fedeltà digitale sui #socialmedia #iabforum
#socialmedia e digital loyalty non sono poi così distanti. Lo dicono allo #iabforum. Mi fido!
Real time, everyday conversations and tv conversations are the 3 ways to capitalize on your marketing moments ~@marksto #iabforum
Oggi puoi raggiungere le persone su Facebook in base a quello che hanno fatto sul tuo sito. #tecnologia al servizio del #SMM #iabforum
“@Claudialorux: Strategia di successo su #Twitter: 1.Intrattenimento 2. Interazione 3. Prodotto #iabforum #SMM
@twitter....secodno punto: interazione. "Il 50% degli utenti condivide un acquisto." È vero, #ancheio!! #iabforum @TwitterAds
Il crm digitale: sms, email, facebook #iabforum #marketing
Vuoi fare branding con #Facebook? Parti ragionando molto profondamente sulle tue nicchie di target #SMM #iabforum #digitalpr
I risultati ottenuti su Facebook non sono comparabili a quelli ottenuti su google #iabforum #sapevatelo
Avete mai analizzato l'engagement e la qualita' del vostro database? #iabforum
“@peopletrezero: il 93% degli italiani e' su Fb, quale miglior veicolo per un brand? Come impiegarlo? #iabforum
“@Intesys_IT: Realtime marketing: every moment is a #marketing moment #iabforum #comunicazione
Facebook for branding... Sure! allo #iabforum suona la sveglia per le aziende che non lo hanno ancora capito #marketing
In Italia ogni giorno 11 milioni di italiani si alzano e aprono la app di Facebook #iabforum #aziende
Michele
Anyway, vi riporto di seguito alcuni appunti che mi sono preso durante le sessioni in aula.
Care #aziende investite seriamente nel social caring perchè ricordatevi che tutto è brand #iabforum #digitalpr
Le Poste rispondono prima su Facebook che allo sportello #iabforum #sapevatelo
Espandi
#iabforum Una campagna di advertising oggi deve essere concepita necessariamente in modalita [multi-device] #videomobile @ebuzzing_italia
Dopo ogni speech si esce ed entra dall'aula. Allo #iabforum si fa anche ginnastica
Il target non è una fascia di età ma una predisposizione al comportamento #iabforum #marketing
Io adoro i grandi #brand ma poi penso che qui siamo pieni di PMI che faticano a comprendere le belle cose spiegate allo #iabforum
"dare prima di chiedere" ecco il segreto del coinvolgimento e della fedeltà digitale sui #socialmedia #iabforum
#socialmedia e digital loyalty non sono poi così distanti. Lo dicono allo #iabforum. Mi fido!
Real time, everyday conversations and tv conversations are the 3 ways to capitalize on your marketing moments ~@marksto #iabforum
Oggi puoi raggiungere le persone su Facebook in base a quello che hanno fatto sul tuo sito. #tecnologia al servizio del #SMM #iabforum
“@Claudialorux: Strategia di successo su #Twitter: 1.Intrattenimento 2. Interazione 3. Prodotto #iabforum #SMM
@twitter....secodno punto: interazione. "Il 50% degli utenti condivide un acquisto." È vero, #ancheio!! #iabforum @TwitterAds
Il crm digitale: sms, email, facebook #iabforum #marketing
Vuoi fare branding con #Facebook? Parti ragionando molto profondamente sulle tue nicchie di target #SMM #iabforum #digitalpr
I risultati ottenuti su Facebook non sono comparabili a quelli ottenuti su google #iabforum #sapevatelo
Avete mai analizzato l'engagement e la qualita' del vostro database? #iabforum
“@peopletrezero: il 93% degli italiani e' su Fb, quale miglior veicolo per un brand? Come impiegarlo? #iabforum
“@Intesys_IT: Realtime marketing: every moment is a #marketing moment #iabforum #comunicazione
Facebook for branding... Sure! allo #iabforum suona la sveglia per le aziende che non lo hanno ancora capito #marketing
In Italia ogni giorno 11 milioni di italiani si alzano e aprono la app di Facebook #iabforum #aziende
Michele
venerdì 29 novembre 2013
UN FLASH MOB MOLTO SPECIALE
Ci sono volte in cui il marketing e la comunicazione, specie nelle sue forme meno convenzionali, non servono a vendere un brand o un prodotto ma possono essere molto utili per promuovere una buona causa. Questo è il caso dell'associazione sportiva Special Olympics che da tempo utilizza la comunicazione non convenzionale online ed offline con grande impegno ed ottimi risultati senza nascondersi dietro all'alibi del "no profit, no budget". Perchè ve ne parlo oggi? Perchè domani alle ore 16.00 è stato organizzato in molte piazze d'Italia un bellissimo Flash Mob ballerino che vedrà impegnati numerosi atleti, famigliari e volontari Special Olympics.
Questa è la pagina Facebook dell'evento: https://www.facebook.com/events/680523845305252/?source=1
Questo è il video tutorial per allenarsi ed arrivare preparati:
Buon divertimento!
Michele
Questa è la pagina Facebook dell'evento: https://www.facebook.com/events/680523845305252/?source=1
Questo è il video tutorial per allenarsi ed arrivare preparati:
Buon divertimento!
Michele
mercoledì 20 novembre 2013
DM AWARDS 2013: NEW MEDIA E LARGO CONSUMO
Ieri sera si è tenuta la cerimonia di premiazione degli Awards organizzati dal magazine Distribuzione Moderna per premiare il miglior sito, la miglior app e la miglior strategia social sia delle catene di distribuzione sia delle industrie presenti nella GDO.
Prima della consegna dei premi si è svolto un interessante convegno dal titolo: "New Internet, New Media. Quali opportunità per il largo consumo!"
Queste le riflessioni emerse più interessanti:
- 7 consumatori su 10 si accorgono dell'aumento dei prezzi!
- Il consumatore è molto veloce, e le#aziende?
- Il mobile rappresenta uno spazio privato del consumatore. Questo lo sanno i#brand?
- Le app devono contenere un benefit chiaro altrimenti le cancelliamo
- Dopo i primi due interventi possiamo dire che per fortuna tutto parte ancora dalle persone. Sempre e comunque.
- Le fonti non sono tutte uguali. La loro importanza è da correlare al contenuto che sto monitorando.
- Interpretare correttamente ciò che le persone cercano sui motori di ricerca. È forse questa la nuova era del#web?
- Il rapporto qualità-prezzo guida le conversazioni online attorno alla#gdo
- Se lavoro bene sul#brand non ho bisogno di fare le promozioni. Vedi #petfood
- Caro#manager rifletti: stai proponendo prodotti ed esperienze o stai vendendo sconti?
Altre le trovate su Twitter digitando #dmawards2013, mentre per scoprire i progetti in gara e quelli che hanno vinto vi rimando al sito ufficiale: www.distribuzionemoderna.info
Michele
Prima della consegna dei premi si è svolto un interessante convegno dal titolo: "New Internet, New Media. Quali opportunità per il largo consumo!"
Queste le riflessioni emerse più interessanti:
- 7 consumatori su 10 si accorgono dell'aumento dei prezzi!
- Il consumatore è molto veloce, e le
- Il mobile rappresenta uno spazio privato del consumatore. Questo lo sanno i
- Le app devono contenere un benefit chiaro altrimenti le cancelliamo
- Dopo i primi due interventi possiamo dire che per fortuna tutto parte ancora dalle persone. Sempre e comunque.
- Le fonti non sono tutte uguali. La loro importanza è da correlare al contenuto che sto monitorando.
- Interpretare correttamente ciò che le persone cercano sui motori di ricerca. È forse questa la nuova era del
- Il rapporto qualità-prezzo guida le conversazioni online attorno alla
- Se lavoro bene sul
- Caro
Altre le trovate su Twitter digitando #dmawards2013, mentre per scoprire i progetti in gara e quelli che hanno vinto vi rimando al sito ufficiale: www.distribuzionemoderna.info
Michele
giovedì 14 novembre 2013
MERCEDES E LA VOGLIA DI TORNARE AD ESSERE ICONA
Avrete sicuramente notato in queste ultime settimane come la Mercedes-Benz sia in campagna con un nuovo concept creativo molto semplice ed immediato. Tutto ruota attorno a questa frase: "Scusa... hai detto una Mercedes?"
Sembra quasi che l'azienda si sia accorta di come la marca abbia perso, a discpaito di altre case (Audi...ndr), molto dell'appeal e del fascino che in passato la rendeva un'icona di eleganza e glamour.
Anche la colonna sonora scelta è inequivocabile e nel ritornello c'è la fotografia perfetta del momento attraversato da Mercedes-Benz in Italia: "I need to know now, can you love me again?"
Michele
Sembra quasi che l'azienda si sia accorta di come la marca abbia perso, a discpaito di altre case (Audi...ndr), molto dell'appeal e del fascino che in passato la rendeva un'icona di eleganza e glamour.
Anche la colonna sonora scelta è inequivocabile e nel ritornello c'è la fotografia perfetta del momento attraversato da Mercedes-Benz in Italia: "I need to know now, can you love me again?"
Michele
lunedì 4 novembre 2013
RIFLESSIONI SULLA NUOVA STRATEGIA KINDER
Da qualche settimana è in onda il Nuovo spot di Kinder Cereali, che vede protagonista una
mamma come tante, indaffarata nelle sue occupazioni quotidiane.
Questo spot è solo uno dei tanti nuovi spot Kinder (quasi uno per prodotto) nei quali si evince la nuova strategia di comunicazione che vede l'abbandono del mondo sportivo a favore di uno storytelling concentrato su una semplice ma efficace domanda: "E di cosa hanno bisogno le mamme di oggi, se non di un piccolo “aiuto”?
Credo che questo passaggio non sia particolarmente innovativo in senso assoluto ma induca comunque ad alcune riflessioni, anzi, domande:
1) Rivolgersi direttamente alle mamme, bypassando i ragazzi, è una mossa realmente vincente?
2) Le mamme sono sempre più al centro delle strategie di marketing di svariate categorie di FMCG.. a cosa è dovuta questa ascesa?
3) Possono i social contribuire alla diffusione del nuovo posizionamento del brand?
Michele
Questo spot è solo uno dei tanti nuovi spot Kinder (quasi uno per prodotto) nei quali si evince la nuova strategia di comunicazione che vede l'abbandono del mondo sportivo a favore di uno storytelling concentrato su una semplice ma efficace domanda: "E di cosa hanno bisogno le mamme di oggi, se non di un piccolo “aiuto”?
Credo che questo passaggio non sia particolarmente innovativo in senso assoluto ma induca comunque ad alcune riflessioni, anzi, domande:
1) Rivolgersi direttamente alle mamme, bypassando i ragazzi, è una mossa realmente vincente?
2) Le mamme sono sempre più al centro delle strategie di marketing di svariate categorie di FMCG.. a cosa è dovuta questa ascesa?
3) Possono i social contribuire alla diffusione del nuovo posizionamento del brand?
Michele
lunedì 14 ottobre 2013
UN POST PERFETTO
Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in questo post pubblicato sulla pagina Facebook italiana delle caramelle Frisk.
La prima cosa che ho pensato è stata: questo è un post perfetto! E' un post tecnicamente perfetto perchè raggruppa tutte le caratteristiche che teoricamente un post perfetto dovrebbe avere.
Conferire valore al brand: il post conferisce al brand un valore importante (il pacifismo) associandolo ad un messaggio socialmente positivo.
Seguire l'attualità: il post è stato pubblicato in un preciso momento storico (la possibile guerra Usa-Siria) coerente con il messaggio veicolato.
Utilizzare leve sociali: per quanto certe leve sociali siano molto "sfruttate", partire dalla vita reale per creare contenuti è sempre la scelta migliore.
Potenzialità virale: l'utilizzo di un'immagine creativa che gioca con il prodotto senza snaturare però il messaggio del post ne favorisce certamente la condivisione.
Storytelling: non è semplice creare contenuti meramente ludici dietro ad una semplice "mentina". Con questo post la marca ci è riuscita.
Michele
lunedì 7 ottobre 2013
IL MARKETING DIGITALE IMPATTA SUL BUSINESS?
Lo scorso 4 ottobre ero seduto in una platea di centinaia di persone per “Business impact from Digital Marketing", prima conferenza internazionale di Crazy4digital che ha dato vita ad un sussegurisi di prestigiosi relatori, ciascuno con la propria risposta alla domanda: il digital marketing e la comunicazione digitale hanno un impatto sul business?
Ve ne propongo alcune secondo me molto significative sia per il contenuto espresso sia per la qualità del relatore coinvolto.
Bob Rupczynski, Vice President Media, CRM Kraft Foods: " il ritorno per Kraf Food dalle attività digitali è del + 130% e tutto grazie ad un approccio innovativo anche nell'utilizzo del digitale"
Oscar Di Montigny, Direttore Marketing e Comunicazione di Banca Mediolanum: "il digital impatta positivamente sul business poichè consente ai valori, ai contenuti, e alla forza delle idee di correre molto più velocemnte".
Alessandro Monti Direttore operativo di Feltrinelli Editore: " il ritorno economico non è garantito in caso di poche risorse e investimenti"
Josè Rallo CEO di Donnafugata: "Il vino è social di natura, chi ama il vino spontaneamente condivide le sue impressioni"
Giovanni Locatelli Product e Solution manager di Samsung Italia: "nel digital l’innovazione impatta sull'interazione con l’utente agevolando il ROI delle attività"
Red Ronnie di RoxyBar TV: " per ottenere un ritorno è importante interagire con le persone attraverso contenuti verticali, spontaneità e genuinità".
Michele
Ve ne propongo alcune secondo me molto significative sia per il contenuto espresso sia per la qualità del relatore coinvolto.
Bob Rupczynski, Vice President Media, CRM Kraft Foods: " il ritorno per Kraf Food dalle attività digitali è del + 130% e tutto grazie ad un approccio innovativo anche nell'utilizzo del digitale"
Oscar Di Montigny, Direttore Marketing e Comunicazione di Banca Mediolanum: "il digital impatta positivamente sul business poichè consente ai valori, ai contenuti, e alla forza delle idee di correre molto più velocemnte".
Alessandro Monti Direttore operativo di Feltrinelli Editore: " il ritorno economico non è garantito in caso di poche risorse e investimenti"
Josè Rallo CEO di Donnafugata: "Il vino è social di natura, chi ama il vino spontaneamente condivide le sue impressioni"
Giovanni Locatelli Product e Solution manager di Samsung Italia: "nel digital l’innovazione impatta sull'interazione con l’utente agevolando il ROI delle attività"
Red Ronnie di RoxyBar TV: " per ottenere un ritorno è importante interagire con le persone attraverso contenuti verticali, spontaneità e genuinità".
Michele
martedì 1 ottobre 2013
COME ESSERE UN BRAND 2.0
Carissimi tutti,
è con grande piacere e soddisfazione che vi comunico l'uscita del mio primo libro "Come essere un brand 2.0. Social media relations tra contenuto e relazione" pubblicato da Franco Angeli.
Che dire.. il libro non si rivolge direttamente a chi si può già definire un "social media specialist", bensì a tutti quegli imprenditori, manager e studenti che desiderano approfondire il tema della comunicazione "social" attraverso un approccio di stampo PR.
Il mio obiettivo è cercare di fare chiarezza sul valore “social” del termine e spiegare come sia in grado di
trasformare un piano di social media marketing in una vera e propria
attività di social media relations, che porti la marca ad essere una lovebrand.
Ho riassunto in questo slideshow musicato alcuni concetti chiave espressi nel libro:Per chi volesse invece leggerne un estratto lo può trovare diretammente a questo link:
http://bit.ly/19Wphic
Buona lettura e grazie in anticipo a chi deciderà di acquistarlo!
Michele
giovedì 26 settembre 2013
I SOCIAL FANNO IL 10% DEL VALORE DEL BRAND
Avete capito bene.. il 10%! Come tutte le ricerche quando si parla di statistica è sempre bene non generalizzare. Tuttavia, quel che è certo è che l'attività di social caring, ovvero l'arte di intrattenere un dialogo positivo e costante con gli utenti, consente alle aziende di migliorare la propria immagine sul mercato. Il dato è fornito da una ricerca di Icm Advisors e Icm Research, realizzata sulla base della valutazione
degli asset intangibili di oltre 700 aziende italiane e di numerose
ricerche sui principali mercati del made in Italy.
Questo un estratto pubblicato su Mark Up.
"Il social caring ha un impatto notevole sul valore degli asset intangibili, in particolare su quelli marketing related quali il brand, la relazione con i clienti e con i canali che costituiscono gran parte del valore di un'impresa e sono i driver strategici per lo sviluppo della stessa. Nell'ambito specifico della valutazione del brand delle aziende analizzate è stato consolidato che la gestione del social caring influenza fortemente il valore del marchio in quanto influisce sulla sua percezione sul mercato, sulla sua notorietà e sulla fedeltà dei clienti pesando fino al 10% del totale del valore del brand. Inoltre, è stato rilevato che la gestione del social caring all'interno di un piano strategico digitale contribuisce a costruire una customer experience forte e in linea con la promessa del brand, creando quei presupposti di affezione al marchio in grado di generare lovemark ed advocacy, obiettivi di riferimento per tutte le attività di marketing esperienziale"
Michele
Questo un estratto pubblicato su Mark Up.
"Il social caring ha un impatto notevole sul valore degli asset intangibili, in particolare su quelli marketing related quali il brand, la relazione con i clienti e con i canali che costituiscono gran parte del valore di un'impresa e sono i driver strategici per lo sviluppo della stessa. Nell'ambito specifico della valutazione del brand delle aziende analizzate è stato consolidato che la gestione del social caring influenza fortemente il valore del marchio in quanto influisce sulla sua percezione sul mercato, sulla sua notorietà e sulla fedeltà dei clienti pesando fino al 10% del totale del valore del brand. Inoltre, è stato rilevato che la gestione del social caring all'interno di un piano strategico digitale contribuisce a costruire una customer experience forte e in linea con la promessa del brand, creando quei presupposti di affezione al marchio in grado di generare lovemark ed advocacy, obiettivi di riferimento per tutte le attività di marketing esperienziale"
Michele
giovedì 19 settembre 2013
RICERCHE ONLINE E PROCESSO D'ACQUISTO
Come si evolve il rapporto degli italiani con la ricerca online? Come le informazioni trovate influiscono nei processi di decisione e di acquisto? A queste domande risponde uno studio di Duepuntozero Research, società del gruppo Doxa.
Ecco i dati più interessanti dal mio punto di vista:
"- in Italia il numero di ricerche effettuate da dispositivi mobili (in particolare smartphone) sta ormai eguagliando quello delle ricerche da computer su rete fissa
- Il motore di ricerca per eccellenza, in Italia, è Google, che con le sue piattaforme correlate è utilizzato da 9 utenti su 10
- in generale gli utenti consultano in primo luogo il sito ufficiale dell’azienda, poi i siti di comparazione per leggere recensioni e commenti, quindi blog, forum e social media per sentire che cosa dicono gli altri consumatori. L'ordine però può variare in funzione del bene che si intende acquistare (nelle automobili per esempio l'ordine è rovesciato).
- 23% degli italiani decide di acquistare un prodotto in negozio dopo aver effettuato una ricerca tramite smartphone e che 1 su 3 preferisce usare lo smartphone piuttosto che chiedere informazioni ai commessi"
Più in generale io credo molto nel legame esistente tra vita reale e vita virtuale. Sono più che convinto che non è internet a guidare i nostri comportamenti ma sono le nostre esigenze che ci spingono ad utilizzare il web per raggiungere il nostro obiettivo. Se partiamo da un'analisi delle esigenze reali dei nostri clienti-consumatori e proviamo ad analizzare il loro processo tradizionale d'acquisto scopriremo anche in che punto si inserisce il nuovo canale web e come intercettare il flusso decisionale per farlo virare in nostro favore.
Michele
Ecco i dati più interessanti dal mio punto di vista:
"- in Italia il numero di ricerche effettuate da dispositivi mobili (in particolare smartphone) sta ormai eguagliando quello delle ricerche da computer su rete fissa
- Il motore di ricerca per eccellenza, in Italia, è Google, che con le sue piattaforme correlate è utilizzato da 9 utenti su 10
- in generale gli utenti consultano in primo luogo il sito ufficiale dell’azienda, poi i siti di comparazione per leggere recensioni e commenti, quindi blog, forum e social media per sentire che cosa dicono gli altri consumatori. L'ordine però può variare in funzione del bene che si intende acquistare (nelle automobili per esempio l'ordine è rovesciato).
- 23% degli italiani decide di acquistare un prodotto in negozio dopo aver effettuato una ricerca tramite smartphone e che 1 su 3 preferisce usare lo smartphone piuttosto che chiedere informazioni ai commessi"
Più in generale io credo molto nel legame esistente tra vita reale e vita virtuale. Sono più che convinto che non è internet a guidare i nostri comportamenti ma sono le nostre esigenze che ci spingono ad utilizzare il web per raggiungere il nostro obiettivo. Se partiamo da un'analisi delle esigenze reali dei nostri clienti-consumatori e proviamo ad analizzare il loro processo tradizionale d'acquisto scopriremo anche in che punto si inserisce il nuovo canale web e come intercettare il flusso decisionale per farlo virare in nostro favore.
Michele
giovedì 12 settembre 2013
STORIA DI UN NEGOZIANTE E DELLA SUA PAGINA FACEBOOK
Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di scambiare due parole
con il proprietario di un negozio che riferendosi ad una notizia su
Facebook ha iniziato a raccontarmi quanto i social avessero cambiato in
meglio la propria attività.
Proverò a riportarvi le sue parole:
"lo scorso anno ho deciso di aprire finalmente la pagina Facebook del negozio. Siccome sono un pò vecchio non avevo la ben che minima idea del come fare o del cosa scrivere e quindi ho pensato di chiedere aiuto ai miei ragazzi (commessi... ndr). Con mia grande sorpresa i ragazzi si sono mostrati entusiasti della cosa e hanno iniziato a propormi tantissime idee su come impostare la pagina ecc.. A quel punto ho deciso che sarebbero diventati loro stessi amministratori insieme a me e che seguendo alcune linee guida condivise avrebbero potuto pubblicare ciò che per loro rappresentava meglio il negozio. La seconda mia grande sorpresa è rappresentata dal fatto che mai come prima ho visto i ragazzi così motivati e coesi tra loro e mai come oggi credo si sentano partecipi della vita del negozio. Vederli quasi esultare od arrabbiarsi per un commento o una critica scritta sulla nostra pagina mi rende particolarmente orgoglioso di loro. Inoltre ho notato che la pagina Facebook ci ha aiutato molto a migliorare il rapporto con i clienti e ci da la possibilità di restare in contatto con loro anche fuori dal negozio alimentandone così il passparola. E la cosa più strana che mi è successa vuole sapere quale è? I post più commentati non sono quelli con le immagini dei prodotti o del negozio ma sono gli "autoscatti" dei ragazzi e le fotografie che scattano in magazzino o quando finiscono o iniziano il turno ecc. insomma quelli con la nostra faccia".
Di fronte a questo racconto sono rimasto senza parole e quasi smarrito. Ragionandoci a freddo, credo che nella sua semplicità questa persona abbia utilizzato armi come la condivisione, la produzione di contenuti autentici e l'ascolto. Ora, se ci è riuscito un piccolo negozio, cosa impedisce ad un brand importante di seguire questo esempio?
Michele
Proverò a riportarvi le sue parole:
"lo scorso anno ho deciso di aprire finalmente la pagina Facebook del negozio. Siccome sono un pò vecchio non avevo la ben che minima idea del come fare o del cosa scrivere e quindi ho pensato di chiedere aiuto ai miei ragazzi (commessi... ndr). Con mia grande sorpresa i ragazzi si sono mostrati entusiasti della cosa e hanno iniziato a propormi tantissime idee su come impostare la pagina ecc.. A quel punto ho deciso che sarebbero diventati loro stessi amministratori insieme a me e che seguendo alcune linee guida condivise avrebbero potuto pubblicare ciò che per loro rappresentava meglio il negozio. La seconda mia grande sorpresa è rappresentata dal fatto che mai come prima ho visto i ragazzi così motivati e coesi tra loro e mai come oggi credo si sentano partecipi della vita del negozio. Vederli quasi esultare od arrabbiarsi per un commento o una critica scritta sulla nostra pagina mi rende particolarmente orgoglioso di loro. Inoltre ho notato che la pagina Facebook ci ha aiutato molto a migliorare il rapporto con i clienti e ci da la possibilità di restare in contatto con loro anche fuori dal negozio alimentandone così il passparola. E la cosa più strana che mi è successa vuole sapere quale è? I post più commentati non sono quelli con le immagini dei prodotti o del negozio ma sono gli "autoscatti" dei ragazzi e le fotografie che scattano in magazzino o quando finiscono o iniziano il turno ecc. insomma quelli con la nostra faccia".
Di fronte a questo racconto sono rimasto senza parole e quasi smarrito. Ragionandoci a freddo, credo che nella sua semplicità questa persona abbia utilizzato armi come la condivisione, la produzione di contenuti autentici e l'ascolto. Ora, se ci è riuscito un piccolo negozio, cosa impedisce ad un brand importante di seguire questo esempio?
Michele
venerdì 6 settembre 2013
L'AFFISSIONE NON CONVENZIONALE DI MCDONALD'S
In questi giorni in 3 importanti città d'Italia come Milano, Firenze e Napoli, 7 Writer italiani hanno utilizzato 540 bombolette spray per realizzare tre imponenti opere d’arte. Inizialmente l'attività sembrava una colorata e divertente performance artistica ispirata al tema della colazione. Man mano che i disegni prendevano forma però si è capito che l'apparenza talvolta può ingannare. Dietro questa bellissima operazione di "arredo urbano" c'è infatti la sapiente mano di McDonald's Italia, azienda che ha puntato sui giovani e sulla street art per
presentare al pubblico la sua nuova proposta di colazione. “McDonald’s
crede nei giovani, nelle loro potenzialità espressive e nel loro modo
non convenzionale di comunicare” afferma Marco Ferrero, Direttore
Marketing&Comunicazione di McDonald’s Italia.
Che dire i miei complimenti più sinceri a chi ha pensato, creato ed autorizzato questa campagna di comunicazione che contribuisce ad elevare di parecchio gli standard a cui aimè molte aziende ci hanno abituato.Michele
Napoli – Photo by Valentina Grispo |
Firenze – Photo by Roberta Castrichella |
Milano - Photo By Stefano Leotta |
Che dire i miei complimenti più sinceri a chi ha pensato, creato ed autorizzato questa campagna di comunicazione che contribuisce ad elevare di parecchio gli standard a cui aimè molte aziende ci hanno abituato.Michele
lunedì 2 settembre 2013
E-COMMERCE CERCA PUNTI VENDITA...
No non è una bufala, ne tanto meno un'alterazione della realtà. Secondo quanto pubblicato su Mark Up sembra che:
"molti e-tailer stiano iniziando a puntare sugli store fisici alla ricerca di un contatto più intenso con i propri consumatori"(...) Lo sa bene Warby Parker, e-tailer di eyewear, che ha inaugurato nel quartiere di SoHo a New York il suo primo negozio permanente nel quale i clienti possono provare le diverse montature e acquistarle online direttamente nello store.
Il punto di vendita newyorkese non è, però, solo un negozio al dettaglio bensì un luogo per studiare, attraverso sensori, wi-fi e tecnologie ad hoc, come le persone si muovono nello spazio e interagiscono con i prodotti. La raccolta di questi dati aiuterà Warby Parker a comprendere meglio il profilo dei propri clienti e a modificare il suo approccio online." (...)
(Fonte: http://www.mark-up.it/articoli/0,1254,41_ART_7002,00.html)
Come interpreatare questa situazione? Sarà un caso isolato o semplicemente l'inizio di una nuova vita per lo shopping tradizionale?
Io sono da sempre convinto che le dinamiche online rispecchino fedelmente le pratiche sociali presenti da sempre all'interno di una società e sono pronto a scommettere che prima o poi non sarà nemmeno più necessario parlare distintamente di online e offline se non come due lati della stessa medaglia.
Michele
"molti e-tailer stiano iniziando a puntare sugli store fisici alla ricerca di un contatto più intenso con i propri consumatori"(...) Lo sa bene Warby Parker, e-tailer di eyewear, che ha inaugurato nel quartiere di SoHo a New York il suo primo negozio permanente nel quale i clienti possono provare le diverse montature e acquistarle online direttamente nello store.
Il punto di vendita newyorkese non è, però, solo un negozio al dettaglio bensì un luogo per studiare, attraverso sensori, wi-fi e tecnologie ad hoc, come le persone si muovono nello spazio e interagiscono con i prodotti. La raccolta di questi dati aiuterà Warby Parker a comprendere meglio il profilo dei propri clienti e a modificare il suo approccio online." (...)
(Fonte: http://www.mark-up.it/articoli/0,1254,41_ART_7002,00.html)
Come interpreatare questa situazione? Sarà un caso isolato o semplicemente l'inizio di una nuova vita per lo shopping tradizionale?
Io sono da sempre convinto che le dinamiche online rispecchino fedelmente le pratiche sociali presenti da sempre all'interno di una società e sono pronto a scommettere che prima o poi non sarà nemmeno più necessario parlare distintamente di online e offline se non come due lati della stessa medaglia.
Michele
mercoledì 28 agosto 2013
LA CONOSCENZA COME PROPRIETA' DELLA RETE
In questi giorni sto leggendo un libro molto interessante: "La stanza intelligente - la conoscenza come proprietà della rete" di D.Weinberger.
Di seguito alcuni concetti importanti espressi dall'autore che credo siano estremamente condivisibili.
"- Oggi il sapere non risiede solo nelle biblioteche, nei musei, nelle riviste accademiche; non risiede solo nel cranio degli individui: le teste e le istituzioni semplicemente non sono abbastanza grandi per contenere il sapere. La conoscenza è oggi proprietà della rete, e la rete abbraccia imprese, i governi, i media, i musei e tutte le menti che comunicano tra loro. (...)
- Quando la conoscenza entra a far parte di una rete, la persona più intelligente della stanza non è la persona che tiene la lezione davanti a noi ma la stanza stessa: la rete che unisce le persone e idee presenti e le collega con quelle all'esterno. (...)
- Il nostro compito è imparare a costruire stanze intelligenti , cioè imparare a costruire reti che rendano noi più intelligenti; soprattutto perchè se fatte male, le reti possono renderci pià stupidi. (...)
- La conoscenza messa in rete è meno certa ma più umana, meno definita ma più trasparente, meno logica ma più ricca. (...)
- la rete, intesa come un posto che collega tantissime persone che sono diverse l'una dall'altra, non si limita a trovare le competenze, le genera. (...)"
Michele
Di seguito alcuni concetti importanti espressi dall'autore che credo siano estremamente condivisibili.
"- Oggi il sapere non risiede solo nelle biblioteche, nei musei, nelle riviste accademiche; non risiede solo nel cranio degli individui: le teste e le istituzioni semplicemente non sono abbastanza grandi per contenere il sapere. La conoscenza è oggi proprietà della rete, e la rete abbraccia imprese, i governi, i media, i musei e tutte le menti che comunicano tra loro. (...)
- Quando la conoscenza entra a far parte di una rete, la persona più intelligente della stanza non è la persona che tiene la lezione davanti a noi ma la stanza stessa: la rete che unisce le persone e idee presenti e le collega con quelle all'esterno. (...)
- Il nostro compito è imparare a costruire stanze intelligenti , cioè imparare a costruire reti che rendano noi più intelligenti; soprattutto perchè se fatte male, le reti possono renderci pià stupidi. (...)
- La conoscenza messa in rete è meno certa ma più umana, meno definita ma più trasparente, meno logica ma più ricca. (...)
- la rete, intesa come un posto che collega tantissime persone che sono diverse l'una dall'altra, non si limita a trovare le competenze, le genera. (...)"
Michele
giovedì 25 luglio 2013
LA STREET ART COME TOOL PER LA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA
Algida prosegue con le sue iniziative di comunicazione 2013 con la realizzazione di un’opera di street art, per la precisione di un murales. L’intento è quello di celebrare il Cornetto Classico ma anche quello di proporre la nuova referenza dell’azienda, Cornetto Sbagliato. Il murales, elaborato dall’artista Thoms, si trova a Roma, sulla facciata esterna della ex fiera di Via Cristoforo Colombo, una delle arterie principali della capitale. Imponenti le dimensioni del disegno, che occupa una parete di circa 300 metri quadrati. (Fonte: DistribuzioneModerna)
Mi piace molto questo nuovo approccio alla comunicazione pubblicitaria. La street art quando è realmente una forma d'arte e non un ammasso di simboli e scritte deliranti è senza dubbio preferibile alla creatività pubblicitaria classica. In fondo, lo storytelling visuale lo si può ottenere anche attraverso il disegno, il murales, senza necessariamentre ricorrere all'immagine fotografica. Come sempre ciò che conta è l'idea di fondo. Inoltre ritengo che se in una città ci fossero più rappresentazioni creative di questo tipo e meno poster 6x3 anche il decoro urbano ne guadagnerebbe.
Michele
P.s. Altri esempi carini...
Mi piace molto questo nuovo approccio alla comunicazione pubblicitaria. La street art quando è realmente una forma d'arte e non un ammasso di simboli e scritte deliranti è senza dubbio preferibile alla creatività pubblicitaria classica. In fondo, lo storytelling visuale lo si può ottenere anche attraverso il disegno, il murales, senza necessariamentre ricorrere all'immagine fotografica. Come sempre ciò che conta è l'idea di fondo. Inoltre ritengo che se in una città ci fossero più rappresentazioni creative di questo tipo e meno poster 6x3 anche il decoro urbano ne guadagnerebbe.
Michele
P.s. Altri esempi carini...
venerdì 19 luglio 2013
LA TRISTEZZA DELLE IN STORE PROMOTION
Chi bazzica nel marketing da un pò di anni sa che le attività promozionali di In Store promotion con promoter, hostess e
stewart sul punto vendita sono strumenti tattici molto efficaci, perché
si svolgono nel luogo e nel momento in cui il consumatore decide cosa
acquistare. Questa però talvolta rimane soltanto pura teoria da libro. Sentite cosa mi è successo.
Qualche giorno fa mi è capitato di assistere ad una scena che avrebbe causato i brividi a qualsiasi responsabile marketing e comunicazione. Al centro dell'ipermercato Auchan ho visto posizionato il classico banchetto degustazione con esposte delle "freschissime" ( si fa per dire) fette biscottate di una nota azienda italiana magistralmente "non-promosse" da una giovane promoter dall'aria disperata, annoiata e insoddisfatta. Inoltre la ragazza era totalmente concentrata più sullo smartphone che sulle persone che le passavano accanto. Persino mia moglie (cliente dell'azienda in questione) mi ha sussurrato: "che tristezza... ti fa passare la voglia di comprarle".
Non è la prima volta che mi capita di assistere a queste operazioni di marketing dallo spietato effetto boomerang ed allora mi chiedo:
- che senso ha investire soldi nelle In Store Promotion?
- qualcuno controlla davvero il lavoro di queste ragazza dalla motivazione sotto i tacchi?
- hanno ancora senso queste attività senza una reale integrazione con il mondo social?
Michele
Qualche giorno fa mi è capitato di assistere ad una scena che avrebbe causato i brividi a qualsiasi responsabile marketing e comunicazione. Al centro dell'ipermercato Auchan ho visto posizionato il classico banchetto degustazione con esposte delle "freschissime" ( si fa per dire) fette biscottate di una nota azienda italiana magistralmente "non-promosse" da una giovane promoter dall'aria disperata, annoiata e insoddisfatta. Inoltre la ragazza era totalmente concentrata più sullo smartphone che sulle persone che le passavano accanto. Persino mia moglie (cliente dell'azienda in questione) mi ha sussurrato: "che tristezza... ti fa passare la voglia di comprarle".
Non è la prima volta che mi capita di assistere a queste operazioni di marketing dallo spietato effetto boomerang ed allora mi chiedo:
- che senso ha investire soldi nelle In Store Promotion?
- qualcuno controlla davvero il lavoro di queste ragazza dalla motivazione sotto i tacchi?
- hanno ancora senso queste attività senza una reale integrazione con il mondo social?
Michele
venerdì 12 luglio 2013
IL MARKETING DEL CONTENUTO
Il così detto content marketing è oggi uno dei più importanti strumenti a disposizione delle aziende per parlare con i propri clienti. Sia in campo b2b che in campo b2c la pratica di raccontare storie attorno ai propri prodotti, progetti e valori è una tecnica imprescindibile per qualsiasi attività di comunicazione. La Content Marketing Association afferma che nei social media, ad esempio, il 68% dei consumatori dichiare di fermarsi a leggere i contenuti propoposti dai brand.
Ma quali sono le principali metriche di misurazione di una buona attività di marketing del contenuto?
Questa si che è una bella scoperta: il valore dell'engagement creato con i lettori assume un'importanza maggiore del semplice incremento di traffico piuttosto che dei positivi effetti collaterali sul SEO. Che i manager siano sulla strada giusta?
Michele
P.s.
Questa ed altre infografiche sul tema le trovate qui
Ma quali sono le principali metriche di misurazione di una buona attività di marketing del contenuto?
Questa si che è una bella scoperta: il valore dell'engagement creato con i lettori assume un'importanza maggiore del semplice incremento di traffico piuttosto che dei positivi effetti collaterali sul SEO. Che i manager siano sulla strada giusta?
Michele
P.s.
Questa ed altre infografiche sul tema le trovate qui
martedì 9 luglio 2013
TUTTO RUOTA ATTORNO ALLA COMMUNITY
Dedicate qualche minuto per leggere l'estratto di questo articolo dal titolo: "Il tempo delle marche nativamente digitali":
"Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito, nel marketing, a un cambio epocale nelle modalità di customer approach, poiché si è passati da una logica di marketing transazionale a un approccio sempre più relazionale che poi, affinandosi, è divenuto esperienziale.
L'assunto di partenza di questa virata strategica nasce dal fatto che più l'esperienza del cliente all'atto d'acquisto è sentita, multisensoriale, coinvolgente, interessante ed emozionante, e più il processo di acquisto viene sollecitato da elementi extracognitivi. Ciò è particolarmente importante in contesti, quali quelli maturi, in cui la differenziazione su elementi tangibili appare particolarmente difficoltosa; oppure in quei settori in cui gli elementi di differenziazione sono mutevolissimi e difficili da seguire per il consumatore che quindi, per effettuare la sua scelta, si affida al brand (pensiamo alla telefonia) o, ancora, in quei comparti in cui, a causa della loro peculiare natura, la reason why che orienta la preferenza non può che essere legata alla sfera emozionale e non cognitiva. Ci riferiamo, per esempio, a tutti i luxury brand, nel food come nel fashion, nei servizi turistici come nella cosmesi. Questi marchi, il cui valore è fortemente connesso a benefici di natura emozionale e il cui acquisto, squisitamente di origine positiva, rientra senz'altro nella sfera dell'approvazione sociale, sono significativamente symbol intensive."
"Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito, nel marketing, a un cambio epocale nelle modalità di customer approach, poiché si è passati da una logica di marketing transazionale a un approccio sempre più relazionale che poi, affinandosi, è divenuto esperienziale.
L'assunto di partenza di questa virata strategica nasce dal fatto che più l'esperienza del cliente all'atto d'acquisto è sentita, multisensoriale, coinvolgente, interessante ed emozionante, e più il processo di acquisto viene sollecitato da elementi extracognitivi. Ciò è particolarmente importante in contesti, quali quelli maturi, in cui la differenziazione su elementi tangibili appare particolarmente difficoltosa; oppure in quei settori in cui gli elementi di differenziazione sono mutevolissimi e difficili da seguire per il consumatore che quindi, per effettuare la sua scelta, si affida al brand (pensiamo alla telefonia) o, ancora, in quei comparti in cui, a causa della loro peculiare natura, la reason why che orienta la preferenza non può che essere legata alla sfera emozionale e non cognitiva. Ci riferiamo, per esempio, a tutti i luxury brand, nel food come nel fashion, nei servizi turistici come nella cosmesi. Questi marchi, il cui valore è fortemente connesso a benefici di natura emozionale e il cui acquisto, squisitamente di origine positiva, rientra senz'altro nella sfera dell'approvazione sociale, sono significativamente symbol intensive."
Io credo che queste poche righe diano una fotografia esatta del contesto in cui oggi un brand si trova ad operare. E quale è la conclusione che ne traggo? Che tutto ruoto attorno al concetto di community. Ogni azienda, ogni marca oggi ha la grande opportunità di trasformare la propria brand awareness in uno stato di lovebrand costruendo veri e propri fan club attorno al proprio nome o ad un tema/interesse che la accomuna con il target da coinvolgere. Se la marca vuole competere in queste condizioni di mercato non può che ritagliarsi un ruolo da protagonista nella nuova economia dello sharing e cambiare la propria mentalità, ancor prima che i propri strumenti, in un'ottica di relazione vera ed autentica con il proprio pubblico. Community is the only way....
Michele
giovedì 4 luglio 2013
LA RESISTENZA DELLA TELEVISIONE
Stando ai dati che emergono dalla Global Survey of Consumer Shopping Behavior Nielsen sui consumatori, eseguita nel 2012. (Fonte: Spot & Web) :
"il 53% del campione e’ convinto che l’esposizione alla pubblicita’ favorisca le decisioni di acquisto (media Europa 48%), il 47% comprerebbe un prodotto perche’ gli e’ piaciuto lo spot (34%), il 40% sostiene che l’adv incrementa la preferenza per il brand (Europa 38%), il 36% e’ dell’opinione che l’immagine di prodotto creata dalla pubblicita’ influisca sulle scelte di spesa (39%), il 33% si sente rassicurato nell’acquisto di un prodotto pubblicizzato (31%). "
sembrerebbe proprio che alla faccia dei social media (di cui io sono un accanito evangelizzatore) la televisione mantenga ancora un ruolo di primaria importanza nell'influenzare la scelta d'impulso di un prodotto. Come dire.. se il tuo obiettivo è un incremento delle vendite nel breve periodo dal piccolo schermo devi passare. Ma quali sono le ragioni di tutto questo? Io mi sono dato le seguenti risposte:
- la televisione raggiunge un'audience allargata che fa gola persino ai colossi del business online come Zalando o Expedia (sono entrambi spesso in campagna televisiva)
- lo spot per sua natura lavora sul lato emozionale del processo di acquisto e dona al prodotto una caratterizzazione aspirazionale che i social non riescono a trasmettere in 15 o 30 secondi
- la tv generalista è oggi affiancata da una tv che adotta uno stile "social" ovvero che parte dagli interessi di singole nicchie per offrire contenuti mirati ed efficaci
- i social hanno riportato la tecnica dello storytelling al centro del processo creativo e la televisione si è ricordata che già ai tempi del Carosello applicava questa tecnica
- la maturazione di un processo d'acquisto ragionato che induce le persone ad un approfondimento sistematico di ogni bene da acquistare non è ancora giunto al suo totale compimento.
Michele
"il 53% del campione e’ convinto che l’esposizione alla pubblicita’ favorisca le decisioni di acquisto (media Europa 48%), il 47% comprerebbe un prodotto perche’ gli e’ piaciuto lo spot (34%), il 40% sostiene che l’adv incrementa la preferenza per il brand (Europa 38%), il 36% e’ dell’opinione che l’immagine di prodotto creata dalla pubblicita’ influisca sulle scelte di spesa (39%), il 33% si sente rassicurato nell’acquisto di un prodotto pubblicizzato (31%). "
sembrerebbe proprio che alla faccia dei social media (di cui io sono un accanito evangelizzatore) la televisione mantenga ancora un ruolo di primaria importanza nell'influenzare la scelta d'impulso di un prodotto. Come dire.. se il tuo obiettivo è un incremento delle vendite nel breve periodo dal piccolo schermo devi passare. Ma quali sono le ragioni di tutto questo? Io mi sono dato le seguenti risposte:
- la televisione raggiunge un'audience allargata che fa gola persino ai colossi del business online come Zalando o Expedia (sono entrambi spesso in campagna televisiva)
- lo spot per sua natura lavora sul lato emozionale del processo di acquisto e dona al prodotto una caratterizzazione aspirazionale che i social non riescono a trasmettere in 15 o 30 secondi
- la tv generalista è oggi affiancata da una tv che adotta uno stile "social" ovvero che parte dagli interessi di singole nicchie per offrire contenuti mirati ed efficaci
- i social hanno riportato la tecnica dello storytelling al centro del processo creativo e la televisione si è ricordata che già ai tempi del Carosello applicava questa tecnica
- la maturazione di un processo d'acquisto ragionato che induce le persone ad un approfondimento sistematico di ogni bene da acquistare non è ancora giunto al suo totale compimento.
Michele
martedì 2 luglio 2013
L'IMPATTO DEL DIGITALE SU INNOVAZIONE, MARKETING E CONSUMATORI
Come sosteneva il sociologo Weinschenk "la storia ci insegna che qualunque sia la tecnologia, troveremo il modo per usarla per comunicare, cioè per renderla sociale". Ecco perchè oggi limitare il concetto di "economia digitale" al solo mondo online può essere pericolosamente riduttivo.
Michele
Da qualche anno aziende e consumatori hanno iniziato a fare i conti con un nuovo ecosistema economico che per semplicità chiamiamo "digitale".
Michele
Da qualche anno aziende e consumatori hanno iniziato a fare i conti con un nuovo ecosistema economico che per semplicità chiamiamo "digitale".
La parola "digitale" copre un ambito molto più ampio e sfumato di
quello che si associa alla sola Internet, qualcosa che non esiste senza
rete - anche se non si riduce alla rete. Un movimento profondo che
deriva da una mutazione genetica del business e del substrato sociale
che lo contiene. (...)Negli scorsi decenni questa mutazione "digitale" (anche se non veniva
chiamata così) era confinata ad alcune nicchie che vivevano sulle
frontiere, cioè nei territori della sperimentazione, della coolness, del
cult. Oggi la frontiera si è allargata fino a raggiungere la
maggioranza evoluta delle persone e definisce dei nuovi confini: i
territori dell'innovazione. Solo che l'innovazione di cui stiamo parlando non appare come un confine
visibile, ma ha più la parvenza di una serie di passaggi che, pur
essendo graduali, devono verificarsi contestualmente:
1. cambiamenti effettivi ed efficaci nella vita quotidiana degli individui ;
2. spostamenti sensibili nelle soglie di accettabilità sociale (per esempio fare qualcosa che qualche anno fa sembrava insolito);
3. mutazioni lente ma implacabili nelle abitudini di acquisto e di consumo.
1. cambiamenti effettivi ed efficaci nella vita quotidiana degli individui ;
2. spostamenti sensibili nelle soglie di accettabilità sociale (per esempio fare qualcosa che qualche anno fa sembrava insolito);
3. mutazioni lente ma implacabili nelle abitudini di acquisto e di consumo.
In sintesi c'è innovazione quando l'evoluzione tecnologica, culturale,
economica della società s'incrocia con i bisogni degli individui, con la
loro quotidianità o con i loro progetti e desideri
mercoledì 26 giugno 2013
SOS CONDOM: LA APP CHE NASCE DALLA VITA REALE
Come in tutti gli strumenti di comunicazione, quando allo strumento si abbina un'idea veramente intelligente, basata sullo studio di un'abitudine/ comportamento di consumo appartenente alla vita reale, ecco che la potenza e la viralità del messaggio prende forme e contorni da libro delle case histories positive. E' questo il caso di "SOSO Condom" la nuoa app creata da Durex e creata per risolvere un problema ai propri clienti. Questo il video di presentazione:
Molto interessante anche l'abbinamento tra l'ironia delle immagini girate e lo speakeraggio estramemente serio e rassicuarnte.
Come detto... un esempio di progetto pensato, realizzato e comunicato bene.
Michele
Molto interessante anche l'abbinamento tra l'ironia delle immagini girate e lo speakeraggio estramemente serio e rassicuarnte.
Come detto... un esempio di progetto pensato, realizzato e comunicato bene.
Michele
lunedì 24 giugno 2013
IL MARKETING MODERNO DI IKEA
Oggi ho ricevuto nella mia casella di posta questo messaggio:
L'integrazione di uno strumento vintage come il sondaggio ad una call to action veicolata attraverso una campagna DEM è senza dubbio un ottimo esempio di come sfruttare al meglio questo strumento sfruttando una leva estremamente "social oriented" come l'ascolto. Chiedere un'opinione ai propri clienti non è una pratica poco diffusa nelle aziende (molti lo dicono ma pochi lo fanno), premiarli per farlo è ancora più anomalo ma secondo me vincente.
Ma questo non è l'unico strumento che Ikea gestisce alla perfezione.
In faccia a tutti coloro che ritengono che la carta è morta e che i cataloghi servono solo a prendere polvere.. il Catalogo Ikea, realizzato in 62 edizioni e 29 lingue è letto secondo la stima Ikea da almeno 400 milioni di persone ed è la pubblicazione periodica più diffusa al mondo! Un successo legato anche alla diffusione gratuita e multicanale del catalogo che viene distribuito porta a porta ogni anno alle famiglie che vivono nelle citta’ e nei paesi vicini ai negozi Ikea, puo’ essere ordinato senza spese sul sito Ikea, e’ in vendita presso le edicole a 2,50 euro rimborsabili in negozio, e’ inoltre scaricabile da Internet in formato pdf sfogliabile online sul sito, ed e’ anche consultabile in una specifica APP per Iphone, Ipad e android.
E i social? I numeri parlano da soli:
Che dire insomma.. io credo che Ikea oggi incarni alla perfezione il prototipo di marketing moderno ovvero un marketing capace di integrare vecchi strumenti con le nuove modalità di fruizione mettendo sempre e comunque le persone al centro di ogni strategia ed attività.
Michele
L'integrazione di uno strumento vintage come il sondaggio ad una call to action veicolata attraverso una campagna DEM è senza dubbio un ottimo esempio di come sfruttare al meglio questo strumento sfruttando una leva estremamente "social oriented" come l'ascolto. Chiedere un'opinione ai propri clienti non è una pratica poco diffusa nelle aziende (molti lo dicono ma pochi lo fanno), premiarli per farlo è ancora più anomalo ma secondo me vincente.
Ma questo non è l'unico strumento che Ikea gestisce alla perfezione.
In faccia a tutti coloro che ritengono che la carta è morta e che i cataloghi servono solo a prendere polvere.. il Catalogo Ikea, realizzato in 62 edizioni e 29 lingue è letto secondo la stima Ikea da almeno 400 milioni di persone ed è la pubblicazione periodica più diffusa al mondo! Un successo legato anche alla diffusione gratuita e multicanale del catalogo che viene distribuito porta a porta ogni anno alle famiglie che vivono nelle citta’ e nei paesi vicini ai negozi Ikea, puo’ essere ordinato senza spese sul sito Ikea, e’ in vendita presso le edicole a 2,50 euro rimborsabili in negozio, e’ inoltre scaricabile da Internet in formato pdf sfogliabile online sul sito, ed e’ anche consultabile in una specifica APP per Iphone, Ipad e android.
E i social? I numeri parlano da soli:
Che dire insomma.. io credo che Ikea oggi incarni alla perfezione il prototipo di marketing moderno ovvero un marketing capace di integrare vecchi strumenti con le nuove modalità di fruizione mettendo sempre e comunque le persone al centro di ogni strategia ed attività.
Michele
martedì 18 giugno 2013
SOUND EMOTION (LETTURA CONSIGLIATA)
La musica è da sempre uno strumento di comunicazione pontetissimo capace di arrivare dritto nel cervello e spingerci a provare stati d'animo o sensazioni di ogni tipo. Da sempre i creativi abbinano con grandi risultati storie di marca e colonne sonore di vario genere e se la pressione sul target è di quelle "importanti" un marchio può restare indelebilmente associato ad una canzone o jingle.
Una bella analisi di questo fenomeno la trovate nel libro "Sound emotion – Cinema & Advertising, " ed.FrancoAngeli di cui vi riporto un estratto.
Michele
I suoni in pubblicità equivalgono a veri e propri marchi, che connotano un’azienda e per lo più rimangono impressi nell’immaginario collettivo con facilità. Si tratta di parti di musiche famose – classiche o contemporanee che siano – spesso rivisitate e corrette, soprattutto per ciò che concerne il testo o, al contrario, di brani composti appositamente per l’azienda produttrice. (...)
I criteri della scelta di determinati brani famosi da collegare a un prodotto possono essere molteplici, ma, tra questi, due appaiono prioritari e contrapposti, il primo che opera un collegamento diretto tra prodotto e supporto musicale e il secondo che, invece, si basa su analogie nascoste, suggestioni e riferimenti psicologici. (...)
Una seconda considerazione, poi, evidenzia un ulteriore possibile criterio di scelta, che porta ad abbinare il ritmo musicale con il target di riferimento dell’utenza del prodotto stesso, come accade con il brano “She’s always a woman” di Billy Joel, in cui il riferimento al mondo femminile è esplicito e rinforzato sia dalla colonna sonora, sia dal testo conclusivo, che rimanda a un altro media con la frase “Speriamo che sia femmina”, dal titolo di un famoso film, in cui protagonista assoluto è il mondo femminile.(...)
La sintesi di tutto questo è che i suoni, i jingle, le onomatopee lavorano sul nostro cervello per spingerci ad acquistare i prodotti!
Leggi tutto su Informare per resistere
Una bella analisi di questo fenomeno la trovate nel libro "Sound emotion – Cinema & Advertising, " ed.FrancoAngeli di cui vi riporto un estratto.
Michele
I suoni in pubblicità equivalgono a veri e propri marchi, che connotano un’azienda e per lo più rimangono impressi nell’immaginario collettivo con facilità. Si tratta di parti di musiche famose – classiche o contemporanee che siano – spesso rivisitate e corrette, soprattutto per ciò che concerne il testo o, al contrario, di brani composti appositamente per l’azienda produttrice. (...)
I criteri della scelta di determinati brani famosi da collegare a un prodotto possono essere molteplici, ma, tra questi, due appaiono prioritari e contrapposti, il primo che opera un collegamento diretto tra prodotto e supporto musicale e il secondo che, invece, si basa su analogie nascoste, suggestioni e riferimenti psicologici. (...)
Una seconda considerazione, poi, evidenzia un ulteriore possibile criterio di scelta, che porta ad abbinare il ritmo musicale con il target di riferimento dell’utenza del prodotto stesso, come accade con il brano “She’s always a woman” di Billy Joel, in cui il riferimento al mondo femminile è esplicito e rinforzato sia dalla colonna sonora, sia dal testo conclusivo, che rimanda a un altro media con la frase “Speriamo che sia femmina”, dal titolo di un famoso film, in cui protagonista assoluto è il mondo femminile.(...)
La sintesi di tutto questo è che i suoni, i jingle, le onomatopee lavorano sul nostro cervello per spingerci ad acquistare i prodotti!
Leggi tutto su Informare per resistere
mercoledì 12 giugno 2013
IL RUOLO SEMPRE PIU' STRATEGICO DELLE RP
Secondo quanto emerge dall'indagine annuale che Assorel conduce sul mercato delle PR in Italia sembra che il settore cresca nonostante le difficoltà economiche del momento.
Io non sono per niente stupito da questo dato. Credo infatti che man mano le aziende acquisteranno la consapevolezza che il passaparola sarà l'unica vera arma strategica a loro disposizione, le RP diventeranno uno strumento imprescindibile.
Michele
La consueta indagine annuale che Assorel elabora con il contributo dei propri associati ha registrato un andamento di sostanziale stabilità del giro d’affari, evidenziando un rallentamento della crescita del mercato, che negli ultimi tre anni, nonostante la crisi, è stato in crescita.
La contenuta diminuzione del fatturato sviluppato dalle agenzie associate nel 2012 verso l’anno precedente, pari al -1%, è stata accompagnata da una parallela contrazione del numero degli addetti operanti nelle imprese socie Assorel. E’ questo il dato più preoccupante, data la forte propensione dei giovani e dei numerosi neolaureati in comunicazione, a cercare lavoro in questo settore.
La previsione per il 2013 si orienta verso una tendenza alla stabilità, ipotizzata dal 50% degli associati. Costante l’evoluzione del segmento “Digital PR/Social Media” la cui importanza passa dal 3% a oltre il 10% negli ultimi tre anni e appare destinata a raggiungere le ‘Aree di Intervento’ tradizionalmente leader del settore Relazioni Pubbliche.
Fonte: Assorel.it
Io non sono per niente stupito da questo dato. Credo infatti che man mano le aziende acquisteranno la consapevolezza che il passaparola sarà l'unica vera arma strategica a loro disposizione, le RP diventeranno uno strumento imprescindibile.
Michele
La consueta indagine annuale che Assorel elabora con il contributo dei propri associati ha registrato un andamento di sostanziale stabilità del giro d’affari, evidenziando un rallentamento della crescita del mercato, che negli ultimi tre anni, nonostante la crisi, è stato in crescita.
La contenuta diminuzione del fatturato sviluppato dalle agenzie associate nel 2012 verso l’anno precedente, pari al -1%, è stata accompagnata da una parallela contrazione del numero degli addetti operanti nelle imprese socie Assorel. E’ questo il dato più preoccupante, data la forte propensione dei giovani e dei numerosi neolaureati in comunicazione, a cercare lavoro in questo settore.
La previsione per il 2013 si orienta verso una tendenza alla stabilità, ipotizzata dal 50% degli associati. Costante l’evoluzione del segmento “Digital PR/Social Media” la cui importanza passa dal 3% a oltre il 10% negli ultimi tre anni e appare destinata a raggiungere le ‘Aree di Intervento’ tradizionalmente leader del settore Relazioni Pubbliche.
Fonte: Assorel.it
venerdì 7 giugno 2013
INCONTRO CON IL GURU'
L'altro giorno ho coronato un sogno professionale che cullavo da tempo. Ho incontrato "live" ad un convegno il mitico Beau Tosckich. Vi riporto di seguito alcune perle di saggezza da appendere sul frigorifero di casa.
I timidi finiscono male, bisogna mordere!
Nel business si parla per vincere. Questa è la differenza tra la comunicazione sociale e comunicazione competitiva
Vendere vuol dire comunicare il valore di quello che vendi
In azienda tutti vendono. Quando il centralino risponde dopo 2 squilli anzichè 5 sta già vendendo.
La competenza ti fa entrare nel gioco..la comunicazione ti fa vincere il gioco
La prima partita sulla piazza..creare un legame emozionate con il cliente
Se non sei notato, non sei pagato
Sai cos'è il tuo brand? Quello che dicono di te quando non ci sei
La forza del brand: Sensi di colpa mentre stai buttando nella spazzatura la scatola vuoto di un prodotto
Queste e altre perle le trovate nel libro Verbal Driver: le parole per toccare e muovere la mente del cliente.
Grazie Beau.. sei un faro da seguire!
Michele
I timidi finiscono male, bisogna mordere!
Nel business si parla per vincere. Questa è la differenza tra la comunicazione sociale e comunicazione competitiva
Vendere vuol dire comunicare il valore di quello che vendi
In azienda tutti vendono. Quando il centralino risponde dopo 2 squilli anzichè 5 sta già vendendo.
La competenza ti fa entrare nel gioco..la comunicazione ti fa vincere il gioco
La prima partita sulla piazza..creare un legame emozionate con il cliente
Se non sei notato, non sei pagato
Sai cos'è il tuo brand? Quello che dicono di te quando non ci sei
La forza del brand: Sensi di colpa mentre stai buttando nella spazzatura la scatola vuoto di un prodotto
Queste e altre perle le trovate nel libro Verbal Driver: le parole per toccare e muovere la mente del cliente.
Grazie Beau.. sei un faro da seguire!
Michele
martedì 4 giugno 2013
LE AZIENDE HANNO DAVVERO CAPITO YOUTUBE?
Qualche settimana fa Youtube ha festeggiato il proprio compleanno. Questi alcuni dati:
"La piattaforma festeggia 8 anni di vita. E un nuovo record: 100 ore di video caricate al minuto
Ogni minuto ci sono 100 ore di video caricate su YouTube, cioe’ l’equivalente di oltre 4 giorni di contenuti. Sono questi i dati aggiornati che la piattaforma video rende noti sul suo blog officiale in coincidenza degli otto anni di vita." Fonte Spot & Web
Davanti a tutto ciò, mi chiedo: quale ruolo attribuiscono a You Tube le aziende? lo hanno davvero capito?
Queste le risposte che mi sono dato.
MAGAZZINO= l'utilizzo di YT come magazzino di tutto il materiale video realizzato nel tempo e pubblicato peraltro in ordine pressochè sparso e disorganizzato è una delle funzioni d'uso più frequenti della piattaforma
SHOWROOM= si tratta di una forma evoluta della funzione "magazzino", in cui le aziende cercano di dare ordine al proprio canale personalizzandone il layout, curando le "etichette" dei loro "video-vestiti" esposti ed organizzando quindi il proprio canale come se stessero allestendo il proprio show room
WEB TV = quando le aziende hanno soldi, voglia e tempo da investire sullo strumento, il suo utilizzo si trasforma subito in una sorta di broadcasting televisivo nel quale vengono pubblicati periodicamente contenuti creati ad hoc per la rete
COMMUNITY TOOL = in questo caso rientrano tutte quelle aziende che attraverso delle attività di engagement hanno chiesto il contributo del pubblico per la creazione e la condivisione di contenuti video originali i cui contenuti sono ovviamente inseriti in un più ampio progetto di comunicazione.
Michele
"La piattaforma festeggia 8 anni di vita. E un nuovo record: 100 ore di video caricate al minuto
Ogni minuto ci sono 100 ore di video caricate su YouTube, cioe’ l’equivalente di oltre 4 giorni di contenuti. Sono questi i dati aggiornati che la piattaforma video rende noti sul suo blog officiale in coincidenza degli otto anni di vita." Fonte Spot & Web
Davanti a tutto ciò, mi chiedo: quale ruolo attribuiscono a You Tube le aziende? lo hanno davvero capito?
Queste le risposte che mi sono dato.
MAGAZZINO= l'utilizzo di YT come magazzino di tutto il materiale video realizzato nel tempo e pubblicato peraltro in ordine pressochè sparso e disorganizzato è una delle funzioni d'uso più frequenti della piattaforma
SHOWROOM= si tratta di una forma evoluta della funzione "magazzino", in cui le aziende cercano di dare ordine al proprio canale personalizzandone il layout, curando le "etichette" dei loro "video-vestiti" esposti ed organizzando quindi il proprio canale come se stessero allestendo il proprio show room
WEB TV = quando le aziende hanno soldi, voglia e tempo da investire sullo strumento, il suo utilizzo si trasforma subito in una sorta di broadcasting televisivo nel quale vengono pubblicati periodicamente contenuti creati ad hoc per la rete
COMMUNITY TOOL = in questo caso rientrano tutte quelle aziende che attraverso delle attività di engagement hanno chiesto il contributo del pubblico per la creazione e la condivisione di contenuti video originali i cui contenuti sono ovviamente inseriti in un più ampio progetto di comunicazione.
Michele
venerdì 31 maggio 2013
ESTATHE' METTE LE PERSONE AL CENTRO DEL PROPRIO STORYTELLING
Quando si parla di marketing e comunicazione Ferrero è da sempre tra i migliori esempi da seguire con attenzione. In questi giorni hanno lanciato la nuova campagna Estathè che ha una peculiarità molto interessante: prima è nato il concept creativo social "Vero come te" e poi è stato creato il commercial per invitare le persone a partecipare.
Se ascoltate bene, lo spot finisce con "Parlaci di te su... " e guardando cosa si trova cliccando su www.estathe.it vi accorgerete subito di essere davanti ad uno dei rari casi in cui tutto parte da un'idea di comunicazione per i social media e la tv viene utilizzata soltanto come strumento finalizzato a promuovere l'idea di community e la centralità delle persone nello storytelling di marca.
Michele
Se ascoltate bene, lo spot finisce con "Parlaci di te su... " e guardando cosa si trova cliccando su www.estathe.it vi accorgerete subito di essere davanti ad uno dei rari casi in cui tutto parte da un'idea di comunicazione per i social media e la tv viene utilizzata soltanto come strumento finalizzato a promuovere l'idea di community e la centralità delle persone nello storytelling di marca.
Michele
mercoledì 29 maggio 2013
L'ULTIMO AMBIENT MARKETING FIRMATO COCA-COLA
Come ogni volta, davanti a qualche iniziativa firmata Coca-Cola non si può che alzarsi impiedi ed applaudire l'idea, l'originialità e la valenza sociale che ultimamente stanno caratterizzando le campagne della famosa bibita di Atlanta. Questa volta, fedeli al nuovo posizionamento "Moments of happiness" l'azienda ha trasformato una normale vending machine in un luogo di incontro tra il popolo indiano e quello pakistano. Guardate il risultato incredibile di questa iniziativa.
Michele
Michele
lunedì 27 maggio 2013
UNA RICERCA SU DONNE E SMARTPHONE
Io credo che lo smartphone sia ormai diventato una sorta di lucida labbra o rossetto, ovvero quell'oggetto sempre presente nella borsa di una donna. Ecco perchè come confermano i dati di questa ricerca, se il vostro target appartiene al gentil sesso pensare ad una app dedicata potrebbe rivelarsi la scelta giusta per mettere il vostro brand nella borsetta delle responsabili d'acquisto.
Michele
Alfemminile.com, il sito web dedicato al mondo femminile che conta oltre 5.000.000 di Utenti Unici al mese e che rappresenta il Gruppo aufeminin in Italia, e il sito di ecommerce eBay, rendono noti i risultati della ricerca sull’uso che le donne fanno dei device mobili. La ricerca è stata effettuata su scala europea su un campione di 3000 persone.
La tecnologia mobile è ormai entrata nelle case della maggioranza delle donne, in Italia e in Europa: una tendenza che ha cambiato e sta continuando a modificare le abitudini quotidiane di molte donne, spesso rendendo la vita più semplice, soprattutto per chi ha poco tempo e si sposta spesso durante la giornata.
Ciò che emerge dalla ricerca è che per l’87% delle intervistate lo smartphone è un oggetto di uso quotidiano e che il 97% lo utilizza ovunque e in ogni occasione.
Il 73% delle donne intervistate possiede uno smartphone e tra queste l’11% ne possiede più di uno. (...)
Se il telefonino è il mezzo privilegiato per telefonare e mandare SMS, lo è anche per navigare, fare foto e video e consultare l’email con una media dell’80% delle intervistate che lo utilizza per questi scopi.(...)
Leggi tutto su Spot&Web
Michele
Alfemminile.com, il sito web dedicato al mondo femminile che conta oltre 5.000.000 di Utenti Unici al mese e che rappresenta il Gruppo aufeminin in Italia, e il sito di ecommerce eBay, rendono noti i risultati della ricerca sull’uso che le donne fanno dei device mobili. La ricerca è stata effettuata su scala europea su un campione di 3000 persone.
La tecnologia mobile è ormai entrata nelle case della maggioranza delle donne, in Italia e in Europa: una tendenza che ha cambiato e sta continuando a modificare le abitudini quotidiane di molte donne, spesso rendendo la vita più semplice, soprattutto per chi ha poco tempo e si sposta spesso durante la giornata.
Ciò che emerge dalla ricerca è che per l’87% delle intervistate lo smartphone è un oggetto di uso quotidiano e che il 97% lo utilizza ovunque e in ogni occasione.
Il 73% delle donne intervistate possiede uno smartphone e tra queste l’11% ne possiede più di uno. (...)
Se il telefonino è il mezzo privilegiato per telefonare e mandare SMS, lo è anche per navigare, fare foto e video e consultare l’email con una media dell’80% delle intervistate che lo utilizza per questi scopi.(...)
Leggi tutto su Spot&Web
giovedì 23 maggio 2013
DOVE C'E' BARILLA C'E' CASA O IL FAST FOOD?
Se fino a ieri "casa" era la risposta spontanea e naturale a questa domanda in futuro saremo costretti a rispondere entrambe le cose. Ebbene si, in nome di più che giustificabili e comprensibili strategie aziendali (le previsioni di fatturato parlano da sole) lo storico marchio italiano camminerà a braccetto con il re del "fuori casa": Mr. Mc Donald's. Perchè ne parlo in questo blog? Perchè mi sto mettendo nei panni di chi (ufficio marketing e comunicazione.... ndr) dopo anni, anzi decenni, di lavoro e impegno nella costruizione di un preciso posizionamento di marca si ritroverà a ricostruire la brand equity e (spero di sbagliarmi) l'affetto dei consumatori. A loro va il mio più sincero in bocca al lupo!
Michele
Per i puristi del cibo made in Italy McDonald's e Barilla rappresentano il diavolo e l'acquasanta, eppure hanno appena deciso di lavorare assieme. Gli emiliani forniranno alla multinazionale del fast food la loro celebre pasta e così nel tempio della ristorazione veloce si potranno ordinare piatti preparati con le pennette Barilla. Per avere subito le dimensioni del business basta dire che da qui alla fine del 2013 le previsioni di vendita delle insalate di pasta toccano quota 2 milioni. E se tutto filerà liscio l'intenzione dell'inedita abbinata italo-americana è di estendere l'accordo al resto d'Europa, cominciando dai Paesi legati alla dieta mediterranea come Francia, Spagna e Portogallo. La strana alleanza tra uno dei marchi più prestigiosi del cibo italiano e l'icona della ristorazione yankee è un evento che va ben al di là dei pur importanti aspetti commerciali. Si tratta di due mondi che entrano in contatto: la qualità e la velocità, la tradizione e la modernità.
Dietro questa scelta che è destinata sicuramente a far discutere il made in Italy «aristocratico» si intravedono le rispettive strategie dei due gruppi, gli emiliani di Parma che vogliono crescere internazionalizzandosi sempre di più e gli americani di Chicago che vogliono italianizzarsi, aprirsi alla straordinaria cultura culinaria del Paese che li ospita. Spiega Roberto Masi, amministratore delegato di Mc Donald's Italia: «In passato siamo stati descritti come la quintessenza della standardizzazione internazionale, adesso vogliamo invece avvicinarci ai gusti, ai sapori e alle abitudini italiane. Lo facciamo in molti dei Paesi in cui siamo presenti ma in Italia ci crediamo di più perché abbiamo la fortuna di poter dialogare con l'eccellenza dell'industria agro-alimentare»(...)
Fonte corriere.it
Michele
Per i puristi del cibo made in Italy McDonald's e Barilla rappresentano il diavolo e l'acquasanta, eppure hanno appena deciso di lavorare assieme. Gli emiliani forniranno alla multinazionale del fast food la loro celebre pasta e così nel tempio della ristorazione veloce si potranno ordinare piatti preparati con le pennette Barilla. Per avere subito le dimensioni del business basta dire che da qui alla fine del 2013 le previsioni di vendita delle insalate di pasta toccano quota 2 milioni. E se tutto filerà liscio l'intenzione dell'inedita abbinata italo-americana è di estendere l'accordo al resto d'Europa, cominciando dai Paesi legati alla dieta mediterranea come Francia, Spagna e Portogallo. La strana alleanza tra uno dei marchi più prestigiosi del cibo italiano e l'icona della ristorazione yankee è un evento che va ben al di là dei pur importanti aspetti commerciali. Si tratta di due mondi che entrano in contatto: la qualità e la velocità, la tradizione e la modernità.
Dietro questa scelta che è destinata sicuramente a far discutere il made in Italy «aristocratico» si intravedono le rispettive strategie dei due gruppi, gli emiliani di Parma che vogliono crescere internazionalizzandosi sempre di più e gli americani di Chicago che vogliono italianizzarsi, aprirsi alla straordinaria cultura culinaria del Paese che li ospita. Spiega Roberto Masi, amministratore delegato di Mc Donald's Italia: «In passato siamo stati descritti come la quintessenza della standardizzazione internazionale, adesso vogliamo invece avvicinarci ai gusti, ai sapori e alle abitudini italiane. Lo facciamo in molti dei Paesi in cui siamo presenti ma in Italia ci crediamo di più perché abbiamo la fortuna di poter dialogare con l'eccellenza dell'industria agro-alimentare»(...)
Fonte corriere.it
lunedì 20 maggio 2013
IL CORAGGIOSO STORYTELLING #FALLOALMATTINO DI DESIGUAL
In questi giorni nel piattume del solito advetising televisivo la mia attenzione da comunicatore e da consumatore è stata attirata dalla coraggiosa campagna #falloalmattino lanciata da Desigual.
La campagna è molto coerente con il posizionamento del brand: "Crediamo in una donna autentica, audace e ispiratrice. Le nostre donne se ne infischiano dei pregiudizi e si mostrano per quello che sono".
ed ha un risvolto social che pone il target e la sua "intimità" al centro dello storytelling:
"Che tu sia un tipo da mattina, pomeriggio o sera... Dacci la tua opinione sullo spot! #falloalmattino "
A questo punto mi chiedo: saranno davvero riusciti ad attirare il consenso del pubblico femminile? Quante donne si riconoscono davvero nelle tipologie proposte? Quante sono disposte ad ammetterlo pubblicamente?
Michele
La campagna è molto coerente con il posizionamento del brand: "Crediamo in una donna autentica, audace e ispiratrice. Le nostre donne se ne infischiano dei pregiudizi e si mostrano per quello che sono".
ed ha un risvolto social che pone il target e la sua "intimità" al centro dello storytelling:
"Che tu sia un tipo da mattina, pomeriggio o sera... Dacci la tua opinione sullo spot! #falloalmattino "
A questo punto mi chiedo: saranno davvero riusciti ad attirare il consenso del pubblico femminile? Quante donne si riconoscono davvero nelle tipologie proposte? Quante sono disposte ad ammetterlo pubblicamente?
Michele
venerdì 17 maggio 2013
AL MARKETING SERVE UN CAMBIO DI PASSO
La crisi dei consumi sta portanto molti manager a riflettere su quali strumenti siano ancora oggi utili al proprio piano di marketing e in che modo utilizzarli per uscire da una situazione in cui sembra che anche punti fermi come "promozioni" e "concorsi" stiano perdendo la loro efficacia. Questo è quello che sostiene Carlo Meo, autore del libro Vintage Marketing e che mi sento di condividere al 100%.
Michele
Durante gli ultimi saldi estivi un'insegna della grande distribuzione ha indetto un concorso a premi per promuovere le vendite in saldo: insomma, un promuovere la promozione, investimento che va contro ogni logica, oltre che ridurre ancora di più i margini. Se i saldi hanno bisogno di promozione (un'apparente contraddizione in termini), vuol dire che il retail è arrivato proprio alla frutta.(...)
Questo esempio ha però una portata più generale: gli strumenti convenzionali di marketing non generano più gli effetti sperati per le aziende. (...)
Oggi le persone hanno paura di comprare indipendentemente dalla percentuale di sconto, promozione, evento o quant'altro. Perfino il mondo delle ricerche di mercato serviva per giustificare l'esistente invece che capire l'evolversi dei modelli di consumo, cosa di cui oggi c'è grande bisogno: l'intero budget di marketing dava troppa enfasi alla quantità degli investimenti piuttosto che alla loro qualità, valorizzando gli strumenti rispetto a una strategia generale.
Vedo oggi negli occhi dei direttori marketing la disperazione di non sapere più cosa fare davanti all'inefficacia degli strumenti, così si mette anche in discussione un modus operandi che ha legittimato il loro ruolo in azienda: cambiare è difficile ma indispensabile per la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro. (...) Non si tratta dunque di adeguare gli strumenti a un nuovo mercato, ma di rivedere i linguaggi e le regole d'ingaggio rispetto a un nuovo consumatore
Leggi tutto su MarkUp
Michele
Durante gli ultimi saldi estivi un'insegna della grande distribuzione ha indetto un concorso a premi per promuovere le vendite in saldo: insomma, un promuovere la promozione, investimento che va contro ogni logica, oltre che ridurre ancora di più i margini. Se i saldi hanno bisogno di promozione (un'apparente contraddizione in termini), vuol dire che il retail è arrivato proprio alla frutta.(...)
Questo esempio ha però una portata più generale: gli strumenti convenzionali di marketing non generano più gli effetti sperati per le aziende. (...)
Oggi le persone hanno paura di comprare indipendentemente dalla percentuale di sconto, promozione, evento o quant'altro. Perfino il mondo delle ricerche di mercato serviva per giustificare l'esistente invece che capire l'evolversi dei modelli di consumo, cosa di cui oggi c'è grande bisogno: l'intero budget di marketing dava troppa enfasi alla quantità degli investimenti piuttosto che alla loro qualità, valorizzando gli strumenti rispetto a una strategia generale.
Vedo oggi negli occhi dei direttori marketing la disperazione di non sapere più cosa fare davanti all'inefficacia degli strumenti, così si mette anche in discussione un modus operandi che ha legittimato il loro ruolo in azienda: cambiare è difficile ma indispensabile per la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro. (...) Non si tratta dunque di adeguare gli strumenti a un nuovo mercato, ma di rivedere i linguaggi e le regole d'ingaggio rispetto a un nuovo consumatore
Leggi tutto su MarkUp
martedì 14 maggio 2013
IL PANNOLINO CHE TWEETTA
Sbirciando in rete ho trovato una nuova diavoleria inventata da Huggies per tutti i genitori tecnologicamente avanzati. Trattasi del Huggies TweetPee ovvero un sensore a forma di uccellino che attraverso il collegamento con un'appostia APP avverte il genitore che "è ora di cambiare il pannolino". Che dite di questo prodotto.. funzionerà?
Michele
Fonte Adverblog
Michele
Fonte Adverblog
venerdì 10 maggio 2013
RIFLESSIONI DI UN PUBBLICITARIO GENTILUOMO
Oggi vi riporto un estrato di un articolo molto interessante scritto da Pasquale Barbella copywriter, saggista, scrittore dall'invidiabile carriera nel mondo della comunicazione commerciale d'impresa e non solo. L'articolo scritto a supporto del libro «L’austerità creativa nella comunicazione di oggi» inizia con un assunto emblematico: "il male della pubblicità è che qualsiasi idiota può farla".
Curiosi? Buona lettura!
Michele
Non esiste una categoria compatta di pubblicitari (l’Art Directors Club Italiano ne raccoglie solo una parte, impegnata a condividere una serie di orientamenti professionali e deontologici); né credo che i pubblicitari, buoni o cattivi che siano, debbano essere considerati più responsabili dei loro committenti di quanto e come le aziende comunicano. Il male della pubblicità è che qualsiasi idiota può farla, se ha denaro sufficiente a occupare spazio sui media. Ciò genera spesso delle mostruosità.(...)
La qualità media della comunicazione commerciale (qualità professionale e qualità etica) può migliorare a una sola condizione: che le aziende imparino, se ne hanno la voglia e l’opportunità, a considerare la propria comunicazione come un’attività editoriale.
Nel momento in cui un produttore di merendine, di automobili o di mutande accede ai media, deve sapere che si è provvisoriamente trasformato in influenzatore di opinioni e assumere consapevolezze e responsabilità proprie degli organi di stampa, del giornalismo, dell’intrattenimento. Le università dovrebbero rifondare su questo semplice assunto i loro programmi di formazione manageriale.
In una civiltà sempre più caratterizzata dall’espansione dei media (vecchi e nuovi), il marketing tradizionale non basta più; deve acquisire competenze e sensibilità nuove, più attente al significato e all’effetto dei suoi messaggi.
Continua a leggere sul 27esimaora.corriere.it
Curiosi? Buona lettura!
Michele
Non esiste una categoria compatta di pubblicitari (l’Art Directors Club Italiano ne raccoglie solo una parte, impegnata a condividere una serie di orientamenti professionali e deontologici); né credo che i pubblicitari, buoni o cattivi che siano, debbano essere considerati più responsabili dei loro committenti di quanto e come le aziende comunicano. Il male della pubblicità è che qualsiasi idiota può farla, se ha denaro sufficiente a occupare spazio sui media. Ciò genera spesso delle mostruosità.(...)
La qualità media della comunicazione commerciale (qualità professionale e qualità etica) può migliorare a una sola condizione: che le aziende imparino, se ne hanno la voglia e l’opportunità, a considerare la propria comunicazione come un’attività editoriale.
Nel momento in cui un produttore di merendine, di automobili o di mutande accede ai media, deve sapere che si è provvisoriamente trasformato in influenzatore di opinioni e assumere consapevolezze e responsabilità proprie degli organi di stampa, del giornalismo, dell’intrattenimento. Le università dovrebbero rifondare su questo semplice assunto i loro programmi di formazione manageriale.
In una civiltà sempre più caratterizzata dall’espansione dei media (vecchi e nuovi), il marketing tradizionale non basta più; deve acquisire competenze e sensibilità nuove, più attente al significato e all’effetto dei suoi messaggi.
Continua a leggere sul 27esimaora.corriere.it
mercoledì 8 maggio 2013
PIACEVOLEZZA E SALUTISMO ORIENTANO I MERCATI
Dall' inserimento del marketing come disciplina economico-aziendale a pieno titolo le aziende produttrici osservano con attenzione le tendenze, le abitudini e gli stili di consumo delle persone.
Mark Up ci propone quelli che trasversalmente ai settori possono rappresentare i driver che guidano la comparsa dei nuovi prodotti che troviamo oggi sugli scaffali del supermercato.
Michele
Gli stili di vita e di consumo sono gli artefici della trasformazione e dell'innovazione dei prodotti presenti sul mercato. Le esigenze dei consumatori sono, infatti, la cartina di tornasole di come i prodotti si evolvono assecondando quelle che sono le richieste di una domanda esigente e pressante. Considerando quelle che sono le novità lanciate sul mercato, si possono osservare alcune tendenze di consumo che si riassumono in quattro parole chiave: salutismo, piacevolezza, servizio e licensing.(...)
Salutismo
Il concetto di salute è, tra gli orientamenti del mercato, quello più in crescita e trasversale a qualsiasi categoria. Sull'onda del periodo d'instabilità economica, i consumatori sono alla ricerca di prodotti che abbracciano immagini di naturalità e funzionalità non tralasciando la scoperta di tutto ciò che può essere asse portante del piacere (...)
Piacevolezza
All'area salutistica si accosta la richiesta di piacevolezza con una conseguente proliferazione di prodotti gastronomici ricercati nella presentazione e composti con nuovi mix di sapori. Si tratta del nuovo lusso: alimenti ben presentati che racchiudono l'eccellenza del gusto a un prezzo accessibile (...)
Continua a leggere l'articolo originale di Mark Up
Mark Up ci propone quelli che trasversalmente ai settori possono rappresentare i driver che guidano la comparsa dei nuovi prodotti che troviamo oggi sugli scaffali del supermercato.
Michele
Gli stili di vita e di consumo sono gli artefici della trasformazione e dell'innovazione dei prodotti presenti sul mercato. Le esigenze dei consumatori sono, infatti, la cartina di tornasole di come i prodotti si evolvono assecondando quelle che sono le richieste di una domanda esigente e pressante. Considerando quelle che sono le novità lanciate sul mercato, si possono osservare alcune tendenze di consumo che si riassumono in quattro parole chiave: salutismo, piacevolezza, servizio e licensing.(...)
Salutismo
Il concetto di salute è, tra gli orientamenti del mercato, quello più in crescita e trasversale a qualsiasi categoria. Sull'onda del periodo d'instabilità economica, i consumatori sono alla ricerca di prodotti che abbracciano immagini di naturalità e funzionalità non tralasciando la scoperta di tutto ciò che può essere asse portante del piacere (...)
Piacevolezza
All'area salutistica si accosta la richiesta di piacevolezza con una conseguente proliferazione di prodotti gastronomici ricercati nella presentazione e composti con nuovi mix di sapori. Si tratta del nuovo lusso: alimenti ben presentati che racchiudono l'eccellenza del gusto a un prezzo accessibile (...)
Continua a leggere l'articolo originale di Mark Up
lunedì 6 maggio 2013
STASERA TORNA CAROSELLO
Eni, Ferrero, Wind e Conad sono questi i primi 4 protagonisti del ritorno sul piccolo schermo del format pubblicitario Carosello riprosto dalla Rai in Prime Time come formula non proprio a buon mercato (1 mil di € il costo per 21 passagi su Rai 1) per riavvicinare investitori e consumatori attraverso lo storico format rivisitato in chiave multimediale. Sono molto curioso di vedere come andrà a a finire questo esperimento. Intanto vi giro alcune anticipazioni.
Michele
Un ritorno in grande stile. A distanza di oltre 35 anni Carosello si ripropone al pubblico a partire da lunedì 6 maggio su Rai1 alle 21.10, e a seguire su Radio Rai, nelle sale cinematografiche e sul web. Per la prima edizione del nuovo Carosello saranno proposti il famoso cane a sei zampe di Eni, immagini di vita quotidiana secondo Wind, la freschezza raccontata da Conad ed un significativo ritorno di Jo Condor per la Ferrero. L'idea è quella di sviluppare in uno spazio di 210 secondi tre mini-fiction da 70 secondi. (...)
"Carosello reloaded - afferma Lorenza Lei, amministratore delegato di Sipra - vuole rappresentare per il mercato pubblicitario una nuova e più evoluta forma di comunicazione nell'era del digitale multischermo, multipiattaforma: il Branded Entertainment, una intersezione tra advertising e entertainment, tra pubblicità e contenuto editoriale". L'obiettivo, infatti, è di rilanciare la pubblicità come forma d'arte, come più alta espressione artistica in grado di intrattenere, emozionare e coinvolgere il consumatore (...)
Continua a leggere qui
Michele
Un ritorno in grande stile. A distanza di oltre 35 anni Carosello si ripropone al pubblico a partire da lunedì 6 maggio su Rai1 alle 21.10, e a seguire su Radio Rai, nelle sale cinematografiche e sul web. Per la prima edizione del nuovo Carosello saranno proposti il famoso cane a sei zampe di Eni, immagini di vita quotidiana secondo Wind, la freschezza raccontata da Conad ed un significativo ritorno di Jo Condor per la Ferrero. L'idea è quella di sviluppare in uno spazio di 210 secondi tre mini-fiction da 70 secondi. (...)
"Carosello reloaded - afferma Lorenza Lei, amministratore delegato di Sipra - vuole rappresentare per il mercato pubblicitario una nuova e più evoluta forma di comunicazione nell'era del digitale multischermo, multipiattaforma: il Branded Entertainment, una intersezione tra advertising e entertainment, tra pubblicità e contenuto editoriale". L'obiettivo, infatti, è di rilanciare la pubblicità come forma d'arte, come più alta espressione artistica in grado di intrattenere, emozionare e coinvolgere il consumatore (...)
Continua a leggere qui
giovedì 2 maggio 2013
L'HASHTAG KILLER DI "WATER IS LIFE"
Torno ad occuparmi di marketing per il sociale e lo faccio mostrandovi la campagna dell'ente no profit "Water si life" che lavora da anni per portare ovunque fosse necessario nel mondo, la giusta quantità di acqua potabile. L'organizzazione ha infatti lanciato poco tempo fa una campagna integrata di comunicazione per spingere le persone a donare i propri soldi al fine di risolvere uno delle più grandi piaghe del mondo. La campagna si è basata su alcuni video caratterizzati da un'amara ironia e veicolati attraverso la creazione di un Hashtag Killer (molto efficace questa definizione) " #firstworldproblems"
Michele
Fonte adverblog
Michele
Fonte adverblog
martedì 30 aprile 2013
CERES E LO STORYTELLING DELLA BIRRA
Vi propongo questa interessante case history della birra danese Ceres. La marca ha saputo sfruttare molto bene il concetto di storytelling raccontando la propria storia attraverso una serie di iniziative di comunicazione online e offline create ad hoc per celebrare i propri 50 anni. Nel mondo del beverage lavorano creativi, comunicatori e marketing manager sempre molto capaci e credo che il settore rappresenti un punto fermo per il coraggio, l'originalità e la voglio di raccontare marchi e prodotti lavorando sull'immaginazione e il lato emozionale dei consumatori.
Michele
La storia della birra dal gusto divino..ehm di birra è il primo di una serie di video originali prodotti dall’azienda: un’insieme perfetto di storia e leggenda rivisto in chiave moderna. Il video ha ottenuto ottimi risultati in termini di engagement considerando gli oltre 25.000 “mi piace” e le oltre 9.000 condivisioni su Facebook, oltre alle 45.000 visualizzazioni su Youtube.
Oltre ai video sulla storia dell’azienda sono stati lanciati una serie di eventi in occasione dei 50 anni in Italia e una serie di concorsi che permettono di ottenere biglietti per concerti, alcuni esempi sono le serate denominate Half C’éntury organizzate in alcuni locali in Italia e promosse direttamente sulla pagina Facebook ufficiale dell’azienda.
Leggi tutto su Ninjamarketing
Michele
La storia della birra dal gusto divino..ehm di birra è il primo di una serie di video originali prodotti dall’azienda: un’insieme perfetto di storia e leggenda rivisto in chiave moderna. Il video ha ottenuto ottimi risultati in termini di engagement considerando gli oltre 25.000 “mi piace” e le oltre 9.000 condivisioni su Facebook, oltre alle 45.000 visualizzazioni su Youtube.
Oltre ai video sulla storia dell’azienda sono stati lanciati una serie di eventi in occasione dei 50 anni in Italia e una serie di concorsi che permettono di ottenere biglietti per concerti, alcuni esempi sono le serate denominate Half C’éntury organizzate in alcuni locali in Italia e promosse direttamente sulla pagina Facebook ufficiale dell’azienda.
Leggi tutto su Ninjamarketing
mercoledì 3 aprile 2013
IL NUOVO MARKETING DEI RETAILER
La scorsa settimana ho letto su Mark Up un interessante approfondimento rispetto alle nuove opportunità che il marketing digitale offre al mondo del retail per "riprogettare l'interazione e stabilire nuove relazioni non necessariamente focalizzate sulla vendita". Di seguito un piccolo estratto dell'articolo.
Michele
Cambiamento, questo il concetto che sta alla base di un nuovo modo di fare retail, non più inteso come vendita, bensì come luogo dove unire il reale con il virtuale in uno spazio tutto da riprogettare per stabilire relazioni. L'eccesso di scelta e la perdita di ricchezza da parte del consumatore hanno comportato nuove modalità di approccio e di accesso allo shopping con una conseguente spinta verso la multidimensionalità del retail. (...)
Si tratta di percorsi alternativi di marketing capaci di promuovere, interagire, narrare i valori d'insegna e di brand relazionandosi in modo semplice ed efficace ma altrettanto insolito. (..)
E così, ai tradizionali punti vendita, i retailer affiancano modalità nuove capaci di interagire con la trasformazione dei consumatori (...) Negozi virtuali posti nei luoghi di passaggio o nelle piazze metropolitane per ottimizzare il tempo del tragitto casa-ufficio, vending machine che proiettano il consumatore nel mondo dei social, app che giocano con i consumatori senza necessariamente vendere. Tutte attivitè che hanno l'obiettivo di creare un contatto che renda forte il legame con il consumatore. (...)
Michele
Cambiamento, questo il concetto che sta alla base di un nuovo modo di fare retail, non più inteso come vendita, bensì come luogo dove unire il reale con il virtuale in uno spazio tutto da riprogettare per stabilire relazioni. L'eccesso di scelta e la perdita di ricchezza da parte del consumatore hanno comportato nuove modalità di approccio e di accesso allo shopping con una conseguente spinta verso la multidimensionalità del retail. (...)
Si tratta di percorsi alternativi di marketing capaci di promuovere, interagire, narrare i valori d'insegna e di brand relazionandosi in modo semplice ed efficace ma altrettanto insolito. (..)
E così, ai tradizionali punti vendita, i retailer affiancano modalità nuove capaci di interagire con la trasformazione dei consumatori (...) Negozi virtuali posti nei luoghi di passaggio o nelle piazze metropolitane per ottimizzare il tempo del tragitto casa-ufficio, vending machine che proiettano il consumatore nel mondo dei social, app che giocano con i consumatori senza necessariamente vendere. Tutte attivitè che hanno l'obiettivo di creare un contatto che renda forte il legame con il consumatore. (...)
giovedì 28 marzo 2013
VICTORIA'S SECRET E I GENITORI INFURIATI SU FACEBOOK
Eh già.. parlare ai teen (gli inafferrabili) è sempre molto complicato per le aziende e molte volte per conquistare le loro attenzioni e costruire una sorta di crew attorno al brand si rischia di infastidire i genitori. Ecco quello che è successo a Victoria's Secret.
Michele
Dopo le polemiche per la decisione di far sfilare in passerella Karlie Kloss con un copricapo originale dei nativi americani in occasione del Victoria's Secret Fashion Show 2012, il brand di lingerie a stelle e strisce finisce di nuovo nell'occhio del ciclone per l'ultima campagna pubblicitaria della sua linea giovane Pink. Puntando ancora una volta su una scelta di comunicazione spregiudicata e sexy, Victoria's Secret ha infatti deciso di promuovere la nuova collezione PE 2013 utilizzando il claim Bright Young Things (un modo di dire difficilmente traducibile, ma che nel contesto specifico può essere inteso come un invito a cogliere il fiore della giovinezza), scatenando le ire dei genitori USA, che hanno lanciato una petizione su Facebook per far ritirare la linea dai negozi. Sui vari pezzi che compongono la collezione, infatti, si leggono scritte del tipo Wild, Feeling Lucky, Call Me, Sexy Little Geisha, Pink Loves Consent, Kiss Me, che mamme e papà americani hanno ritenuto assolutamente inadatti al pubblico giovane al quale si rivolgono. (...)
Continua a leggere qui
Michele
Dopo le polemiche per la decisione di far sfilare in passerella Karlie Kloss con un copricapo originale dei nativi americani in occasione del Victoria's Secret Fashion Show 2012, il brand di lingerie a stelle e strisce finisce di nuovo nell'occhio del ciclone per l'ultima campagna pubblicitaria della sua linea giovane Pink. Puntando ancora una volta su una scelta di comunicazione spregiudicata e sexy, Victoria's Secret ha infatti deciso di promuovere la nuova collezione PE 2013 utilizzando il claim Bright Young Things (un modo di dire difficilmente traducibile, ma che nel contesto specifico può essere inteso come un invito a cogliere il fiore della giovinezza), scatenando le ire dei genitori USA, che hanno lanciato una petizione su Facebook per far ritirare la linea dai negozi. Sui vari pezzi che compongono la collezione, infatti, si leggono scritte del tipo Wild, Feeling Lucky, Call Me, Sexy Little Geisha, Pink Loves Consent, Kiss Me, che mamme e papà americani hanno ritenuto assolutamente inadatti al pubblico giovane al quale si rivolgono. (...)
Continua a leggere qui
martedì 26 marzo 2013
LA PRIMA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE ONLINE DEL GOVERNO ITALIANO
Io non sono un grande estimatore della comunicazione pubblica ne tanto meno dell'utilizzo che le istituzioni fanno degli strumenti di comunicazione. Tuttavia non posso che parlare con piacere di questa iniziativa varata dal governo italiano (quello tecnico) per promuovere il decreto ministeriale relativo alla costituzione delle Srl Semplificate con capitale sociale pari ad 1 euro.
A questo link http://www.youtube.com/user/con1euro trovate il Canale Youtube dedicato all’iniziativa e contenitore dei video realizzati. Buon divertimento!
Michele
La Presidenza del Consiglio si affida a 4 giovani star del web per la promozione delle ‘Società a 1 Euro’. Saranno infatti Daniele Selvitella in arte Daniele Doesn’t Matter, Matteo Bruno alias CaneSecco, Claudia Genolini detta Cicciasan e Andrea Vadrucci meglio noto come Vadrum i protagonisti dei 4 video della campagna con1euro.
"Che ci faccio con 1 euro?", è questa la domanda a cui i 4 protagonisti dei video tentano di dare risposta in 30 secondi e lo fanno a modo loro, con lo stile che li ha resi famosi tra i giovani utenti della Rete.
La campagna è stata concepita con lo scopo di portare all’attenzione dei cittadini il recente provvedimento del Governo sulle Srl Semplificate che consente l’accesso all’attività d’impresa da parte dei giovani, di età non superiore a 35 anni, con un regime particolarmente agevolato per i minori costi da sostenere e per l’ammontare del capitale necessario per la sua costituzione: 1 euro.
A questo link http://www.youtube.com/user/con1euro trovate il Canale Youtube dedicato all’iniziativa e contenitore dei video realizzati. Buon divertimento!
Michele
La Presidenza del Consiglio si affida a 4 giovani star del web per la promozione delle ‘Società a 1 Euro’. Saranno infatti Daniele Selvitella in arte Daniele Doesn’t Matter, Matteo Bruno alias CaneSecco, Claudia Genolini detta Cicciasan e Andrea Vadrucci meglio noto come Vadrum i protagonisti dei 4 video della campagna con1euro.
"Che ci faccio con 1 euro?", è questa la domanda a cui i 4 protagonisti dei video tentano di dare risposta in 30 secondi e lo fanno a modo loro, con lo stile che li ha resi famosi tra i giovani utenti della Rete.
La campagna è stata concepita con lo scopo di portare all’attenzione dei cittadini il recente provvedimento del Governo sulle Srl Semplificate che consente l’accesso all’attività d’impresa da parte dei giovani, di età non superiore a 35 anni, con un regime particolarmente agevolato per i minori costi da sostenere e per l’ammontare del capitale necessario per la sua costituzione: 1 euro.
giovedì 21 marzo 2013
IL PRIMO BRAND STORYTELLING FORUM
Data la mia devozione allo storytelling aziendale non potevo non condividere con voi questo comunicato. Segnatevi l'appuntamento in agenda!
Michele
Il 19 aprile l’Osservatorio di Corporate Storytelling dell’Università di Pavia in partnership con l’Executive Master in Relazioni Pubbliche dell’Università IULM, e con la partnership tecnica di Anthea Communications, organizza presso l’aula Magna dell’Università IULM il primo Brand Storytelling Forum, un evento dedicato allo storytelling e alla narrazione d’impresa quali fattori critici di successo di una strategia di branding, qualunque ne sia il suo oggetto prevalente (prodotto, corporate, employer). La giornata sarà costellata di interventi da parte di esperti nell’ambito dello storytelling e della corporate communication, intervallati da best practice presentate dalle agenzie e dalle aziende creatrici che ne spiegheranno le strategie e le logiche progettuali motivando soprattutto la scelta dello storytelling come fattore determinante del loro successo. Al termine della giornata verranno annunciati i vincitori ed assegnati gli awards, suddivisi in tre categorie: Product Branding, Corporate Branding e Employer Branding. L’assegnazione dei premi è data sulla base di 4 parametri: Innovazione – Valutazione dell’idea creativa insita nella storia che si è deciso di raccontare; Struttura – Valutazione dell’architettura con cui si è realizzato il processo narrativo; Coerenza – Valutazione della pertinenza del contenuto narrativo con gli strumenti di comunicazione utilizzati ed Engagement – Valutazione del grado di coinvolgimento del target.
Fonte: Pubblicità Italia
Michele
Il 19 aprile l’Osservatorio di Corporate Storytelling dell’Università di Pavia in partnership con l’Executive Master in Relazioni Pubbliche dell’Università IULM, e con la partnership tecnica di Anthea Communications, organizza presso l’aula Magna dell’Università IULM il primo Brand Storytelling Forum, un evento dedicato allo storytelling e alla narrazione d’impresa quali fattori critici di successo di una strategia di branding, qualunque ne sia il suo oggetto prevalente (prodotto, corporate, employer). La giornata sarà costellata di interventi da parte di esperti nell’ambito dello storytelling e della corporate communication, intervallati da best practice presentate dalle agenzie e dalle aziende creatrici che ne spiegheranno le strategie e le logiche progettuali motivando soprattutto la scelta dello storytelling come fattore determinante del loro successo. Al termine della giornata verranno annunciati i vincitori ed assegnati gli awards, suddivisi in tre categorie: Product Branding, Corporate Branding e Employer Branding. L’assegnazione dei premi è data sulla base di 4 parametri: Innovazione – Valutazione dell’idea creativa insita nella storia che si è deciso di raccontare; Struttura – Valutazione dell’architettura con cui si è realizzato il processo narrativo; Coerenza – Valutazione della pertinenza del contenuto narrativo con gli strumenti di comunicazione utilizzati ed Engagement – Valutazione del grado di coinvolgimento del target.
Fonte: Pubblicità Italia
lunedì 18 marzo 2013
PENSARE OLTRE IL PRODOTTO: IL CASO MILKA
In un contesto socio-culturale sempre più complicato, in cui è difficile esprimere i propri sentimenti e trovare il tempo per prendersi cura delle persone che amiamo, Milka, ci riprone il concept creativo "Osa essere tenero" e credo che sia una gran bella campagna. Facendo leva sulla tenerezza sensoriale e quella emozionale ispirata dal prodotto e dalla simpaticissima mucca lilla
"Osa essere tenero" è un concept che consente alla marca di gettare un ponte tra brand e consumatori fatto di valori positivi e voglia di emozionarsi. Non male per del cioccolato!
Michele
"Osa essere tenero" è un concept che consente alla marca di gettare un ponte tra brand e consumatori fatto di valori positivi e voglia di emozionarsi. Non male per del cioccolato!
Michele
giovedì 14 marzo 2013
CAMPAGNA SHOCK: MAMMA BEVE, BIMBO BEVE
La comunicazione sociale si presta molto bene all'utilizzo di concept creativi molto forti ed impattanti che senza tanti giri di parole colpiscono immediatamente la sfera emotiva del nostro cervello. Questa campagna shock commissionata dalla ULSS 9 di Treviso contro l’uso di alcol in gravidanza, non fa eccezione. Per approfondire vi consiglio di leggere l interessante analisi semiotica fatta da Carla Maniscalco su Corriere Informazione.
Michele
Michele
martedì 12 marzo 2013
IL GIORNO TERRIBILE DEL MARKETING!
Da sempre le feste nazionali diventano per uffici marketing e creativi di ogni tipo uno spunto commerciale per inventarsi qualche curiosa campagna a tema che possibilmente possa trasformarsi in un viral marketing di successo. L' 8 marzo non fa eccezione e anche in questo 2013 abbiamo assistito ad alcuni clamorosi errori di valutazione nella proposta di messaggi e contenuti trasmessi. Il più simpatico e tutto sommato il più innocuo degli errori è stato commesso da Algida.
Onestamente non mi sento di giudicare in modo totalmente negativo questa case history che nasce da una volontà sincera di festeggiare tutte le donne e che dopo aver suscitato un vespaio di perplessità e commenti negativi è stata corretta con una richiesta di scuse ed una nuova immagine decisamente più elegante.
Molto peggio credo abbia fatto Durex con una campagna a dir poco esplicita dove l'ironia di taglio prettamente maschile non ha certamente suscitato nelle donne italiane il desiderio di condivisione del messaggio.
Stesso errore lo ha commesso Fiat che come Durex è convinta di poter attirare l'attenzione e l''interesse delle donne proponendo una creatività di taglio maschile. Il risultato potete immaginarlo...
giovedì 7 marzo 2013
LE AZIENDE PIU' STIMATE DAI MANAGER
Si chiama 50 Most Admired Companies, ed è la più prestigiosa classifica sulla reputazione aziendale a livello globale. A stilarla, per pubblicarla ogni anno all’inizio di marzo, è la rivista di business Fortune, in collaborazione con la società di consulenza aziendale Hay Group, sulla base del giudizio non dei consumatori, ma della business community internazionale, top manager e analisti di business in primis.
Il paniere considerato sono le 1.400 maggiori aziende del mondo presenti nei ranking Fortune 1000 e Fortune Global 500: ai 3.800 executive intervistati è stato chiesto inizialmente di valutare quelle del loro stesso settore merceologico in base a 9 diversi criteri (la capacità del brand di attrarre e trattenere dipendenti di talento, la qualità del management, la responsabilità sociale verso l’ambiente e le comunità nelle quali il brand opera, il grado di innovazione, la qualità dei prodotti o servizi immessi sul mercato, l’utilizzo equilibrato delle risorse aziendali, la solidità finanziaria, il valore di lungo termine per gli investitori e l’efficacia nel condurre business a livello globale).
Leggi tutto su EventReport
Io ovviamente avrei votato Apple.. ma chevelodicoaffà!
Michele
Il paniere considerato sono le 1.400 maggiori aziende del mondo presenti nei ranking Fortune 1000 e Fortune Global 500: ai 3.800 executive intervistati è stato chiesto inizialmente di valutare quelle del loro stesso settore merceologico in base a 9 diversi criteri (la capacità del brand di attrarre e trattenere dipendenti di talento, la qualità del management, la responsabilità sociale verso l’ambiente e le comunità nelle quali il brand opera, il grado di innovazione, la qualità dei prodotti o servizi immessi sul mercato, l’utilizzo equilibrato delle risorse aziendali, la solidità finanziaria, il valore di lungo termine per gli investitori e l’efficacia nel condurre business a livello globale).
Leggi tutto su EventReport
Io ovviamente avrei votato Apple.. ma chevelodicoaffà!
Michele
Iscriviti a:
Post (Atom)
I più letti negli ultimi 30 giorni
- Nel programma sono presenti inserimenti di prodotti a fini commerciali...
- KOTLER E IL MKTG IN QUESTO PERIODO DI BURRASCA
- IL FORUM DELLA COMUNICAZIONE DIGITALE
- COME ESSERE UN SUPERBRAND
- DANIEL SWAROVSKI: LA FAVOLA DI CRISTALLO
- SEARCH MARKETING IN PERIODO DI CRISI
- IL NUOVO RUOLO DELLE RP NELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE
- SPOT VIVIDENT: CASUALITA' O PLAGIO?
- BARILLA INSEGNA IL MARKETING AGRO-ALIMENTARE
- IL MARKETING NOSTALGIA DI KINDER